E meno male che il PM Tommaso Coletta, quando si era insediato, si era presentato a Massimo Donati del Tirreno dichiarando che avrebbe lavorato per la «gente comune» e che nel suo impero non avrebbe tollerato i cosiddetti «processi mediatici» perché un indagato è innocente fino all’ultimo grado di giudizio! Ed ecco qua nomi e cognomi che girano come niente fosse: tutti in pasto a tutti. Non sarebbe stato più prudente e consono alle regole che spesso impongo di mettere solo le iniziali, se i titolari dell’inchiesta non avessero diffuso la loro Schindler’s List invertita dei sommersi anziché dei salvati…?
STATO DI POLIZIA IN DEMO-DITTATURA:
POTEVA CAPITARCI UNA PEGGIOR SVENTURA?
1. Lunedì scorso un attento lettore, dietro a quello che avevo esternato sul caso del dottor Calvani e del Green Pass (vedi qua), mi aveva scritto così:
«Quanto al medico Calvani, capisco ciò che vuoi dire. Oltretutto anche questa vicenda dimostra la inconsistenza di un giornalismo incapace, al di là di comunicati stampa più o meno interessati, di scavare nella vita e dunque di trovare notizie. Salvo poi, avuto il “mostro”, metterlo alla gogna.
Ma a questo punto dovrebbe essere subito lui, Calvani, a dichiarare pubblicamente la sua innocenza (dire in modo chiaro che lui non ha fatto ciò – converrai grave, davvero lo avesse fatto – di cui viene accusato).
Mettiti nei panni di un suo assistito, di montagna, che ha avuto fiducia in lui scegliendolo come medico e adesso si trova incasinato perché senza medico.
I casi sono due: o quei Green Pass falsi lui non li ha rilasciati (e quelle fiale di vaccino, per iniettare le quali lo Stato lo pagava, le ha iniettare davvero e non le ha gettate nella spazzatura) oppure li ha rilasciati (e ha fatto finta di vaccinare, seguendo i principi morali vax, distruggendo i vaccini).
In attesa del processo, oggi una sua parola chiara (per ammettere la sua colpevolezza o per proclamare la sua innocenza) male non ci starebbe. Anche vista la sua professione».2. Oggi un altro lettore, dopo avermi passato le foto della Nazione e del Tirreno, i due gemellini cartacei, mi ha posto un’inquietante domanda: «Se nell’elenco ci fosse stato un qualsiasi pezzo grosso, ce lo avrebbero messo?».
Gli ho risposto così: «Ma certo che no. Come quando processarono ••• perché con la storia della ••• aveva messo in mezzo il (nome di un giudice di Pistoia); o aveva tirato in mezzo il ••• della Comunità Montana, con cui Renzo Dell’Anno andava a cercare funghi nei boschi della SMI-Dynamo…».
Evito di fare nomi non per viltà: è uno stato che non mi appartiene e lo sapete bene tutti; ma solo perché non è ancora il momento giusto.
È bene che la procura di Pistoia, una delle «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci, lavori ancora a ruota libera impasticciando tutto, anche la storia del dottor Calvani, come ha fatto con Claudio Curreli per il maxi-processo messo in ponte per difendere (appellandosi a un reato che non esiste: lo stalking giornalistico) il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi.3. Non ci sarebbe alcun male se il trattamento dei dati e delle notizie fosse uguale per tutti come Costituzione comanda.
Il fatto è che la procura pistoiese non conosce e non riconosce, né di fatto né di diritto, l’art. 3 della carta costituzionale: o altrimenti eviterebbe con cura di rilasciare gli elenchi degli indagati allo stesso modo in cui la magistratura fece pubblicare, ai giornali, gli elenchi della P2.4. E la riprova la trovate – bella, documentale e soda, netta e limpida – in queste due tirreno-nazionate che pongono direttamente sotto il naso di tutti (non se la prenda il dottor Coletta, ma la verità oggettiva è questa) il fatto che la “procura delle nebbie” (come dicevano a Firenze) si muove contro il dottor Calvani a fianco di un Pd che si scalmana e grida che occorre ridare fiducia nelle istituzioni ai cittadini traditi (Marmo, ma stàttene zitto!): ma non alza un dito contro il Comune di Quarrata, il sindaco Mazzanti, i falsari degli uffici tecnici e amministrativi di quel Comune, il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi – abusivista edilizio a cottimo e palesemente favorito (insieme a molti altri), o sulle storie del Carbonizzo di Fognano, sulle polveri sottili, sui percolati e i cloruri di vinile delle discariche etc. etc.
5. Devo essere forse condannato solo io perché non ho paura di dire le verità scomodissime che tutti i giornali locali tacciono perché – magari –, come è già accaduto in passato, la procura li ha minacciati di non dare loro in pasto mai più piccanti segreti d’ufficio?
È sana una procura che dice ai giornalisti che se si fossero messi a parlare di processi scomodi e punitivi contro fedelissimi servitori dello stato, avrebbero chiuso i rubinetti delle notizie? O siamo dinanzi a una forma di intimidazione e di ricatto?6. Chi ha orecchie per intendere intenda, ex-colleghi della Nazione e del Tirreno, che stamattina uscite allo scoperto (si fa per dire…) in anonimo (Il Tirreno non firma; La Nazione si limita a una sigla di redazione: red. pt.) con il solito coraggio della stampa domestica.
7. Se l’informazione si fa così, caro presidente nazionale Bartoli del dis-ordine dei giornalisti, nessuna meraviglia che da Monti in poi questa sia davvero la “repubblica delle banane” di Mattarella e delle procure.
Tutti dotti, medici e sapienti alla Bennato
E nel nome del progresso
Il dibattito sia aperto
Parleranno tutti quanti
Dotti medici e sapienti
Tutti intorno al capezzale
Di un malato molto grave
Anzi già qualcuno ha detto
Che il malato è quasi morto…
……………………………..
Permettete una parola, io non sono mai andato a scuola
E fra gente importante, io che non valgo niente
Forse non dovrei neanche parlare
Ma dopo quanto avete detto, io non posso più stare zitto
E perciò prima che mi possiate fermare
Devo urlare, e gridare, io lo devo avvisare
Di alzarsi e scappare anche se si sente male
Vai scappa, scappa!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Non sono no-vax ma voglio che si rispetti
la libertà del cittadino