TU PEDALA, MAZZANTI E FA’ SFORZINO:
TANTO ANCHE TE TU ARRIVI A MIGLIARINO!
[antico modo di dire pistoiese per significare che prima o poi il pettine arriva sempre ai nodi]
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1. Inquisito per voto di scambio dalla procura di Paolo Canessa, Marco Okkióne Mazzanti fu prosciolto e poté vincere le elezioni.
2. Alessandro Cialdi, al contrario, messo sotto inchiesta dalla procura di Renzo Dell’Anno (sostituto Luciano Padula, difensora l’avv. Elena Baldi) perse banco e chicchi. Lo aveva messo alla berlina, proprio sotto elezioni, la sindaca margheritosa e proterva più inutile di Quarrata, la Sabrina Sergio Gori, che così spianò la via al Mazzanti.
3. Due pesi, due misure e anche di più. Molte, troppe ombre sull’operato di una procura pistoiese che sembra cambiare direzione a seconda dei colori che ha dinanzi ai propri occhi.
4. Ora, nonostante le centinaia di fogli falsi di cui è perfettamente informata, la procura di Tommaso Coletta è un blocco solido, un plinto dietro il patchwork incasinato del maxiprocesso contro Linea Libera e chi scrive.
5. Peccato che la situazione sia così tanto ingarbugliata da rivelare a colpo d’occhio, anche a degli analfabeti, che il bel castello di carte messo su, a corsa, dal sostituto Claudio Curreli, non sta in piedi nemmeno col Bostik.
6. E peccato che la procura sia così piena di superbia da non rendersi conto che da inquisire non siamo né io né Linea Libera, ma tutti quei democratici (di destra, di sinistra, di centro e di nonsisacché) postcomunisti e/o postfascisti, graditi al regime e alle «autorità costituite» che tutto sono fuorché rispettose della Legalità dell’assessora Francesca Marini.
7. Resta il fatto che ancora non si riesce a capire: 1. perché il procuratore Coletta non intenda prendere atto che il Mazzanti non vuole fare ciò che legge comanda e continua comunque a favorire il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del Tribunale di Pistoia, e in odor di incompatibilità di giudizio in questa città; 2. perché il procuratore Coletta non intenda prendere atto che il sostituto Claudio Curreli è in odor di incompatibilità a Pistoia in quanto opera nello stesso tribunale in cui lavora (con incarichi affini) la sua consorte; 3. perché il procuratore Coletta non risponda a una domanda specifica che gli è stata posta e da un pezzo: Curreli ha avuto mai rapporti con il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi in quanto Ctu del Tribunale? Rapporti diretti e/o per interposta persona (il giudice Nicoletta Curci, coniuge di Curreli). Per quale motivo Coletta non risponde? 4. perché il procuratore Coletta non intenda prendere atto che uno dei suoi sostituti (sempre Curreli) oltre ad essere un suo sostituto, si esprima in impegni sociali che, attraverso la rete dallo stesso coordinata (Terra Aperta), favorisce l’immigrazione clandestina in Italia.
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Vorrei infine sapere dal Gip Patrizia Martucci – a mio avviso incompatibile in questa vicenda: e non sto a spiegare per cosa, vedremo… – pretenda la mia cieca obbedienza e l’assoluto ossequio alle sue stimatissime «autorità costituite» (Comune di Quarrata e suoi dirigenti e funzionari: fasulli, falsari, mentitori e tutti resi consapevoli di ciò che hanno fatto o non fatto, ma spessissimo contra legem).
Laudate et benedicete mi’ Signore et ringratiate et serviateli cum grande humilitate (S. Francesco). Fatelo voi, però. Io civis romanus sum, sono libero cittadino e a uno stato (?) che non ragiona, non solo non do ascolto, ma mi oppongo con la fierezza della ragione umana, morale, civile e legale.
Concludendo: ho offeso qualcuno, ponendomi questi interrogativi? Ho commesso reato di vilipendio alla magistratura? Non credo proprio. Allora, perché chinare la testa come i giornalisti pistoiesi dinanzi a un’autorità che non è nostra padrona, ma, in quanto soggetta alla legge per norma di una Costituzione che sostanzialmente non rispetta o non conosce, è lì per applicarla, la legge: non per fare tutt’altro, come il Mazzanti e il suo sciaguratissimo Comune dell’illegalità volutamente non rilevata dalla procura pistoiese.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Ma i giornalisti di Pistoia si saranno mai alzati in vita loro
una sola mattina sentendosi davvero assolutamente liberi?