«LineaLibera» – Periodico di Area Metropolitana. Informazione, cronaca, politica, attualità, satira, cultura, inchieste, servizi, varietà. Sede legale: Pistoia, Via Bonellina 18/A – presso «Linee Stampalibera Società Cooperativa r.l.» – Si aggiorna periodicamente a intervalli orari non predeterminati.
Se “ogni popolo ha il governo che si merita”, anche Pistoia ha le «autorità costituite» che le si attillano perfettamente ai fianchi, specie se andiamo a rovistare nell’archeologia della città fino al gloriosissimo esempio e lume di Vanni Fucci
Il problema-Pistoia è «cosa nota» da sempre. Ma deve incancrenirsi ancora, Ministro Cartabia?
Riflettiamo su come funzionano Procura e Tribunale
PER UN PROCESSO IN ASSENZA DI PROVE
SULLA PROCURA NESSUNO SI MUOVE?
Come nelle litanie di Totò: la Procura fa i nodi, il Tribunale li scioglie…
Alberto Vivarelli era stato portatore d’acqua per Bertinelli
Non amo i profeti a posteriori. Troppo facile alzare le grida dopo che tutto è successo. Sanno tutti bastonare il somaro quando è agonizzante a terra, quasi schiantato. Non ho quindi punto apprezzato “il grido di dolore” che si è alzato da ogni parte della città a favore del mio ex-allievo Samuele Bertinelli & C., ex-sindaco randellato da una procura che, in aula – perciò coram populo (per chi non sa niente: dinanzi a tutti) e, come si direbbe, per massimo scorno –, è costretta a chiederne l’assoluzione perché nessuno dei trascinati alla gogna, ha fatto niente, e nessuno è colpevole. Per cui il giudice se ne esce con uno sconcertante e poco onorevole (per l’accusa) «il fatto non sussiste».
Non è successo niente, dunque. Quindi per mandare la sostituta Linda Gambassi a mettere la toppa sullo strappone indecente, il Santo Uffizio Pistoiese (metafora ironica di procura: si può?) non si è fatto scrupolo e domande sul proprio operato? Non si è chiesto che razza di indagini (quali mai?) ha svolto? Con quale professionalità e/o superficialità stracciona ha raccattato le carte, peraltro deficitarie, per quello che Goldoni avrebbe chiamato l’ultima sera di Carnovale?
I profeti del giorno dopo agiscono così: gridano quando chi esercita il potere, le famosissime «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci, è ormai un somaro a terra: reso innocuo da una egregia figura ineffabile.
Così hanno fatto tutti, Alberto Vivarellicompreso che – non scordiamolo – era stato il bòcia, il portatore d’acqua, di Bertinelli in campagna elettorale.
Parla così, Vivarelli, ex caposervizio del Tirreno di Pistoia e poi di Prato, perché in tre ne sono venuti fuori candidi; e perché gli avvocati della difesa hanno bacchettato a tutto spiano una procura che li aveva rinviati a giudizio – così si è letto – in «Un processo in assenza di prove».
Di solito queste cose non accadono che nella Russia di Stalin, in Cina da Mao in poi, da Kim Jong-un, nella Turchia di Erdoğan o nel paradiso di Putin…
Allora è vero che a Pistoia c’è una procura che si muove come crede e vuole; che condanna in partenza solo per indizi e che, perciò, intasa la giustizia seria, quella davvero meritoria e dei veri reati da combattere se si vuole lavorare a favore della «gente comune»! Allora è vero che esistono i processi «senza prove». Allora è vero che certi sostituti di Pistoia non vanno a cercare prove e documenti certi, ma altro! Che ne dite, timorosi lettori e garantisti democratici che dichiarano di avere fiducia nella magistratura?
Indaga e rinvia a giudizio gli altri, ma lui è al di sopra della legge: può tranquillamente coordinare gli ingressi dei clandestini a Vicofaro e non solo? Bella uguaglianza davvero, signori magistrati!
Eppure, quando Claudio Curreli ha cucito insieme una quarantina di querele a cappero – una vera e propria serie di “anatrate” da allegre shakespeariane comari di Windsor – contro chi scrive, Alberto Vivarelli non ha neppur pensato di scrivere quattro parole in croce per suscitare appena un dubbio sulla mia asserita pericolosità di delinquente seriale.
Né ha fatto pio, Alberto, quando la signora Gip Martucci mi ha rinchiuso per 104 giorni ai domiciliari non su prove certe (come nel caso bertinelliano), ma unicamente su «gravi indizi» che erano, in buona sostanza, le farneticanti dichiarazioni di un ragionier non-dottor Romolo Perrozzi (Ctu noto al tribunale pistoiese: pertanto in odore di incompatibilità su Pistoia…) raccolte e comunicate direttamente ai sostituti Curreli e Gambassi con “anomale mail” dell’avvocata Giovanna Madera – protetta e giustificata dal suo [dis]ordine avvocatile – che poteva, in tutta evidenza, permettersi di scrivere direttamente ai Pm (e non solo) in un sabato e in una domenica di agosto, rispettivamente a mezzanotte e alle 20 e passa circa.
Perché la procura di Pistoia non di rado dà per scontate le lagne micragnose degli amici, mentre vìola, quasi sistematicamente, la seconda parte dell’art. 358 del codice di procedura penale, evitando con cura di svolgere i dovuti «accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini»? Rispondete e negàtelo, se ne siete capaci.
Con Alberto Vivarelli io avevo lavorato ogni giorno al Tirreno dal 10 giugno 1990 al 30 novembre 1993: lui curava la pagina della Montagna; io quella della piana: Quarrata-Agliana-Montale.
Dell’Anno aveva inventato i bassi profili. E «tutto all’archivio». Così il CSM lo sfiduciò
Sicché quell’ex-collega giornalista avrebbe dovuto conoscermi bene; e avrebbe potuto sapere, con sufficiente e probatoria certezza, che non sono la bestia nera come dipinta da Curreli e dai suoi amici e sodali.
Ma evidentemente ha dimenticato che dinanzi al giudice del lavoro, Fabrizio Amato, lui, Vivarelli, ebbe il coraggio di dire (e sotto giuramento!) che io passavo solo un paio d’ore al giorno in redazione e non sempre; e che non mi conosceva bene. Tanto che il dottor Amato definì inaffidabile e inattendibile la testimonianza di quel profeta del giorno dopo. Per chi ha la querela facile, ricordo che i documenti di quel processo del lavoro, e le relative testimonianze (1995), li ho ancora in ottimo stato di conservazione. Vi parlano i fatti e le testimonianze attendibili. Non le ciance di partito!
Troppo facile la vita per i giornalisti e i politici di Pistoia. Se i magistrati di questa procura (e intendo parlare anche di tutta la “bassa profileria” allevata da Renzo Dell’Anno, capo abbandonato in tronco dallo stesso Csm; il che è tutto dire) avessero avuto alle costole dei veri cronisti e non dei profeti del giorno dopo, chissà se le «autorità costituite» del terzo piano con vista-Duomo, non si fossero calmate e avessero imparato a seguire alla lettera le procedure? Se non avessero cominciato a leggere con diligenza e cura i fogli che venivano loro sotto gli occhi? Se non avessero fatto anche corsi accelerati serali di lingua italiana per affinarne prerequisiti, comprensione e competenze, invece di rinviare la gente a giudizio con la facilità con cui si mangia una ciliegia e se ne sputa il nòcciolo, vada come vada?
Ecco perché, a questo punto, sono contento e felice di essere – contro la volontà di tutto e di tutti – accomunato alla sorte infame di Samuele Bertinelli & C.: così non si potrà dire che la Santa Inquisizione Pistoiese è rigorosa nel rispetto delle procedure, dato che è ormai chiaro e documentato che a Pistoia si mettono in ponte «processi senza prove».
La dottoressa Linda Gambassi, sostituta Pm della procura di Pistoia con l’onore e l’onere di chiedere di liberare Bertinelli & C.
Lo capite cosa significa questo? Poi, del tutto ingenerosamente, in aula non si mandano i “cavalieri della tavola rotonda” con tanto di corazza e bardatura in grande stile, ma una dottoressa Gambassi: timida, a volte disattenta (non fatemi pubblicare le prove) e per giunta… donna.
A Israele – si sa, però, che i pistoiesi amano di più i palestinesi che gli ebrei, anche se danno la cittadinanza onoraria alla Segre – i profeti affrontavano il re e i suoi armigeri con solo un bastone da appoggio in mano…
E chiudo ad anello. I problemi giudiziari pistoiesi sono stra-noti a tutti e non da mo’, da sempre. È, tutto questo, un dono della politica e degli intrecci di palazzo – di cui ci parla Alberto Vivarelli sulle vicende bertinelliane – se in questa città i pistoiesi hanno le «autorità costituite» che si meritano.
Si vuole davvero riformare la magistratura? A mio modestissimo avviso basterebbe una legge con un unico articolo in due commi: 1. I magistrati rispondono solo in proprio dei danni causati ai cittadini e all’immagine della giustizia. 2. Dopo tre errori inammissibili nell’istruzione dei processi (violazione delle norme e delle procedure; ignoranza dell’art. 358 del c.p.p.), il rapporto contrattuale con il magistrato è risolto ope legis senza preavviso.
Fece bene la procura – mi sembra di ricordare sotto la guida di Giuseppe Grieco – ad aprire il roboante processo degli untouchables? E se sì, perché nessuno ha mai voluto aprire un processo analogo sugli untouchables della procura medesima? Oltreché essere inamovibili, i magistrati sfuggono alle regole costituzionali dell’articolo 3 sull’uguaglianza?
Volete scommettere che anche la Santa Inquisizione Pistoiese (e non solo) la pianterebbe subito di rinviare a giudizio (o, peggio, arrestare) gente come il Bertinelli & C., ma anche come me; come Silvia Sarno; come Lara Turelli e Claudia Vilucchi; e smetterebbe di aprire l’ombrello sul capo a Ctu come il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, stra-favorito da un Comune come Quarrata, terra in cui il luogotenente Salvatore Maricchiolo intercetta due sorvegliati speciali (chi scrive e la comandante Lara Turelli) perché deve risolvere il «presunto furto» di una chiavA della vigila Traversi; mentre non può stare dietro a documenti, certificazioni, condoni falsi, illegali e squallidi ottenuti con la costante violazione della legalità da persone e funzionari pubblici?
Vorreste, forse, dire che non sto rappresentando alla perfezione la terra e la città del ladro della cattedrale? La degna tana del sarcofago muffoso di Vanni, tanto sporco e solo danni?
Mattarella, Ministro Cartabia, Csm: il tribunale di Pistoia non può continuare ad agire a mina vagante incontrollata e incontrollabile come fino ad oggi.
Un qualche chirurgo deve pur operare – e anche invasivamente – su un organismo che si sviluppa ogni giorno in perfetta anarchia degenerativa offuscando il buon nome e il corretto funzionamento di ciò che dovrebbe essere «giustizia».
Domani domenica 8 dicembre rischio neve su tutta la fascia appenninica FIRENZE. Tempo in peggioramento in Toscana per una perturbazione nord-atlantica, associata ad...