PISTOIA. Ho appena letto che ci sarebbe la possibilità o la proposta o comunque l’intenzione di tenere aperti gli esercizi pubblici la sera e la domenica nella convinzione di migliorare le entrate dei commercianti. Ritengo che la formula secondo la quale l’allungamento degli orari di lavoro per i commercianti debba corrispondere ad un aumento delle vendite sia del tutto infondato. Per aumentare le vendite occorre piuttosto garantire un maggior numero di compratori.
Chi possiede, poniamo una libreria (ma l’esempio ovviamente può essere trasposto senza difficoltà a qualunque negoziante) e vende di regola 20 libri alla settimana si troverà sempre a smerciare lo stesso numero di volumi sia che questo avvenga in un giorno o in una settimana. È indispensabile quindi moltiplicare i visitatori ovvero i frequentatori della città rendendoli presenze abituali invece che occasionali.
Per far questo occorrono attrattive degne di questo nome lungi da quelle sinora messe in opera che, inutile negarselo, hanno dato risultati abbondantemente deludenti trattandosi sempre di fenomeni modesti adatti più a paesi e sobborghi senza alcuna risonanza mediatica significativa.
Ditemi il nome di una manifestazione cittadina che abbia una effettiva eco nazionale o internazionale ossia con ampio rilievo sui media più importanti. Non c’è nulla che possa attirare l’attenzione di una Tv nazionale ammesso che non si tratti di cronaca, di delitti, terremoti o alluvioni.
Del tanto strombazzato blues, che riduce il centro storico e la piazza del Duomo ad un immondezzaio, non si sono mai visti i bilanci per capire quali sono i costi per la città dato che le entrate sono più facilmente ipotizzabili, “panini birra e un sacco di risate” insieme allo smercio di mercanzie più o meno clandestine.
Non voglio ripetermi sul penoso spettacolo della sfilata “storica” e della “Giostra dell’Orso” entrambi una grossolana falsificazione del passato. Vorrei invece suggerire come ho già avuto modo di fare, naturalmente con la certezza di non trovare corrispondenza alcuna, una manifestazione certamente costosa ma anche di sicura presa internazionale.
Perché non si concentrano le spese dell’intero mese di luglio disperse in una miriade di “eventi” di bassa lega e scarso interesse economico e di immagine in una manifestazione tesa a proporre la fotografia di Pistoia non in Italia soltanto ma nel mondo intero? Perché non si affida a un regista di gran fama l’allestimento di un’opera lirica di spessore in piazza del Duomo, magari con la filarmonica di Berlino diretta da, che ne so?, Zubin Mehta?
È assodato che dinanzi a simili argomenti artistici le televisioni italiane ed estere accorrerebbero in città e mostrerebbero la nostra storia e la nostra arte al mondo intero.
Un consiglio in tal senso potrebbe darcelo Ugo Pagliai, pistoiese doc con appartamento sulla Sala. Nessuno ha mai provato a chiedergli che cosa ne pensa? Ma, dimenticavo le pessime tradizioni che ci distinguono, le stesse che hanno fatto dissolvere nel nulla la corsa più vecchia del mondo, la Firenze-Pistoia quando a pochi chilometri da noi, a Casalguidi, ha abitato per anni il Ct della nazionale di ciclismo Ballerini.
È possibile che a qualcuno non sia venuto in mente non dico di chiedere aiuto ma almeno di avere qualche consiglio da un tal personaggio? Pensate che se si fosse trattato della Firenze-Siena le cose sarebbero finite così miseramente?
Peccato davvero, avremmo i fondamentali da sfruttare come li hanno le altre città toscane, purtroppo ci distinguiamo per un carattere unico nella regione avulso dall’entusiasmo, lontano dal campanile, privo di orgoglio, quel cemento sano e indispensabile che, sapientemente dosato, trasforma una massa di gente in vera, consapevole comunità.
[*] – Ospite