La sentenza del Giudice Elisa Romano, stabilisce la responsabilità della Giuntoli per i fatti di malagestione e la condanna a una mite pena di mesi sette con 200euro di multa e 50mila euro di provvisionale ai risarcimenti che non saranno mai riscossi dall’Avvocatura dello Stato
PRATO- AGLIANA. Il tribunale di Prato ha condannato con sentenza numero 2146/2023 la rappresentante legale del Consorzio Astir, Loretta Giuntoli che abbiamo seguito nella fase processuale, dopo l’audizione di numerosi testimoni, assegnandole un forte sconto rispetto alla richiesta del Pm di 18 mesi di reclusione e 1.500 euro di multa.
La giudice Elisa Romano ha statuito per la Giuntoli una condanna di 7 mesi di carcere, 200 euro di multa ma 50.000 euro di provvisionale (un acconto al maggior danno causato alle pubbliche casse) per dei capi di imputazione che sono i soliti, cioè consueti alla malagestione assicurata nei centri di accoglienza: frode nella esecuzione della convenzione.
Ovvero l’Astir faceva mancare dei pasti agli ospiti, non assicurava il servizio di pulizia e igiene ambiente sia giornaliera che periodica, e non forniva il servizio di lavanderia degli indumenti, delle lenzuola e delle federe degli ospiti. Ma la Loretta non pagherà mai un euro: si era scudata in partenza essendo lei previdente, proprio quando è divenuta legale rappresentante della Astir, come mostrano i documenti presso gli uffici e le conservatorie.
Le “persone offese”, e dunque danneggiate, siamo noi cittadini/elettori, rappresentati al processo dalla Prefettura di Prato e dal Ministero dell’Interno (Avvocatura dello Stato) che, all’epoca delle elargizioni di danaro pubblico, non avevano chiaro della trasformazione del “pane in rose”.
I fatti criminosi si sono svolti negli anni 2017/ 2018, un periodo d’oro per la Astir e tutte le cooperative rosse ad essa collegate, che sono ben inserite nei gangli delle pubbliche amministrazioni. In quei tempi, la Giuntoli, andava per le scuole a fare didattica e anche il sindaco Mangoni cadde nell’inganno e la accompagnò all’istituto Aldo Capitini di Agliana: quando si dice da che pulpito viene la predica!
Nel consorzio Astir, c’era anche la Coop Gulliver (fondata 5 lustri fa da don Enzo Benesperi, con la parrocchiana Silvia Andreini; poi è confluita nel business degli appalti pubblici), un “rametto” sul quale abbiamo fatto delle domande, alle quali nessuno ha mai risposto: risponderanno durante la prossima campagna elettorale di Agliana?
La già vicensindaca di Agliana Luisa Tonioni ne era collaboratrice e, assunto l’incarico politico, si dimise dalla “Pane & Rose”: insomma una vera fratellanza di compagnie, che sotto la regia del P[artito] D[ominante], sapevano come gestire i servizi pubblici, usando il sistema dei “rabbocchi” in corso di appalto che sono stati denunciati da queste pagine, ma che non hanno visto alcuna considerazione da parte della Procura delle nebbie di Pistoia. Una Procura sulla quale abbiamo già detto che ha l’abitudine di lavorare a “capocchia”: ma nonfatelo sapere al Vannuccini che, adesso, deve incominciare la campagna elettorale e potrebbe di nuovo “perdere le staffe”!
Vi sembra che sia tutto un “magna-magna” o siamo troppo severi?
La sentenza stabilisce anche una provvisionale in favore dello Stato di 50 mila euro, cioè un acconto a parziale refusione ai danni subìti da noi cittadini veri pagatori delle somme frodate. Ma solo una minima parte del danno, richiedendo un ristoro che sarà certamente superiore e da definirsi in separata sede, da altro giudice civile, ma inutilmente.
Lo stato non riscuoterà mai un euro, perché la Loretta – della quale conosciamo un esatto profilo dell’assetto patrimoniale – non ha una lira e possiede solo un modesto terreno olivato, ma in usufrutto; e il diritto di abitazione derlla casa passata alla figlia.
Sapete quanti secoli di frangiture serviranno allo Stato per soddisfare il risarcimento a forza di tanichine da 5 kg d’olio a stagione? Gli altri due imputati, Alberto Giuseppe Pintus e Roberto Baldini, sarebbero ancora sub iudice e per leggere la sentenza che li riguarda, dovremmo ancora attendere.
Sicuramente gli avvocati Badiani e Giovannelli proporranno appello per la “accogliente”: una tale risorsa per la comunità, non potrà essere macchiata da una sentenza che è assai corretta in punto di diritto, ma che sembrerà troppo zelante e esagerata a chi, come i legali della Giuntoli, aveva chiesto la piena assoluzione.
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]
Costituzione Art. 27
La responsabilità penale è personale.
L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
[Promemoria per certi legali dalla querela facile stile Giovannelli]