«ACCOGLIERE: ANCHE QUESTO È RIFORMISMO»

uno sbarco di migranti
Migranti in arrivo

PISTOIA. Un lettore scrive:

Ieri al giardino ascoltando le ragioni e le peripezie per i permessi da rinnovare di una signora extracomunitaria albanese che ha partorito qui i propri figli e che studiano qui, che giocano qui nei nostri giardini, che paga le tasse come noi, mentre parlava non ho potuto non provare sgomento.

Noi siamo il paese della Bossi-Fini siamo il paese della paura, siamo il paese del tutti contro tutti e se poveri e disgraziati tanto meglio.

Dobbiamo diventare più civili dobbiamo dare la nazionalità a chi nasce nel nostro paese, dobbiamo pensare addirittura di dare possibilità di voto a chi paga le tasse (per lo meno amministrativo).

Anche questo è riformismo! Costruiamo, proprio oggi che tira un vento di odio, di guerra, di disperazione, costruiamo il nostro futuro di pace e di convivenza.

Oggi che l’odio sembra essere l’ingrediente preferito delle politiche xenofobe di destra, noi abbiamo il dovere di costruire il domani per i nostri figli di pace e convivenza fraterna.

Massimo Alby

Print Friendly, PDF & Email

One thought on “«ACCOGLIERE: ANCHE QUESTO È RIFORMISMO»

  1. Buon giorno Massimo, penso che il dibattito, come tutti i dibattiti italiani affoga nell’irrazionalità e nel “partito preso”. Le posizioni sono ideologiche, sia da parte di chi li vuole tutti “ributtati in mare”, sia di chi li vuole tutti quanti fratelli (e aimè, delle due forse è questa la posizione più dannosa, alla stessa causa di chi propugna la fratellanza). Lo Ius soli è presente in pochissimi paesi al mondo: in Europa solo in Francia e, vedendo quello che accade nelle banlieu di Parigi , piuttosto che di Lione o Marsiglia, non è che i risultati siano poi così edificanti, a riprova che non basta essere nati in una nazione per divenirne cittadini, se poi non si è disposti ad assorbirne anche i tratti fondanti della cultura, delle leggi e degli usi e costumi. Perchè parliamoci chiaro, ci sono immigrati anche di seconda e terza generazione che pretenderebbero, e spesso lo fanno, di applicare, sul suolo che li ha ospitati e poi fatti cittadini, le leggi del proprio paese d’origine. E quando queste leggi sono costituite dalla Sharia sono dolori: penso per esempio all’infibulazione delle bambine, che avviene anche in Italia soto gli occhi rigorosamente chiusi delle autorità. E del resto quando si legge che un primario a Roma non trova di meglio che proporre l’infibulazione sotto anestesia in ospedale come metodo di rispetto ed integrazione (nella nostra regione sempre all’avanguardia del politicamente corretto, anni fa era stato il nostro prode Governatore, a promuovere, su proposta di un medico del Careggi, il ginecologo Omar Abdulkalil, una infibulazione “blanda”…ovviamente gli toccò fare marcia indietro e veloce….), si può ben capire perchè poi si scatenino reazioni isteriche da parte degli “indigeni” che qualche progresso in tema di diritti civili l’hanno pur compiuto in questi ultimi 500 anni.La “fratellanza” non si può imporre per legge e sono inutili le prediche. La fratellanza è un sentimento che accomuna persone che hanno un sentire comune fatto di rispetto reciproco e sopratutto di rispetto da parte degli ospiti per chi ti ospita, in virtù di leggi democrtiche che i profughi non hanno quasi mai conosciuto nei loro paesi.
    Chiudo citandole una scrittrice, Oriana Fallaci, che per le sue posizioni è stata irrisa dall’intellighenzia, ma che, a 14 anni da “La rabbia e l’orgoglio”, dimostra di averci visto benissimo. Quanto ha scritto è quanto accade attualmente. Dobbiamo metterci nella testa che il problema immigrazione oggi è soprattutto legato ai rapporti con l’Islam e le popolazioni musulmane: in Europa nessuno teme di criticare il Papa, mentre tutti ormai si autocensurano se si tratta del Corano. Vorrà pur dire qualcosa no?
    Cordialmente
    Massimo Scalas

Comments are closed.