“ACOUSTIC FLAMES”, IL SOUND TERMALE

Michele Meghini, Teresa Senese, Riccardo Lippi
Michele Meghini, Teresa Senese, Riccardo Lippi

MONTECATINI. A Pistoia, tutti fuori la sera, coincide con il giovedì. A Montecatini, onde evitare conflitti di interessi commerciali-provinciali, hanno deciso che la sera dei balocchi, ricchi premi e cotillon, scatti il mercoledì.

E ieri sera, molto per semplici coincidenze, siamo passati dai paraggi delle Terme e in corso Matteotti, la vasca di Montecatini, siamo stati richiamati ad avvicinarci da una voce che urlava di essere ascoltata.

Era quella, piacevolissima, di Teresa Senese, che nell’occasione mondana era rannicchiata in un angolo al limite della sopravvivenza al caffè Granduca, protetta, da destra e sinistra, dai suoi due colleghi di esibizione, che sono, a questo secolo appena iniziato, gli Acoustic Flames: Riccardo Lippi, chitarra, ma anche voce e anche questa per niente male e Michele Meghini, solo chitarra, l’intellettuale del gruppo, a vista.

Non lo diciamo perché il ragazzo tenesse il plettro tra le labbra e indossasse una fruits di Pistoia Blues; né per il motivo che il suo compagno di rappresentazione, mancino, avesse invece in dosso una maglietta di un Hard Rock Caffè di chissà quale angolo della terra e ogni tanto, nell’avaro tempo che abbiamo concesso al trio, si sia concesso qualche sbadiglio di troppo.

Motivi però, ne aveva, soprattutto perché la stragrande maggioranza della gente che cercava inutilmente ristoro in una serata afosa fuori da ogni senso del pudore, tedeschi, cinesi e qualche bellimbusto della zona che sfoggiava pettorali e addominali figli di tanto sudore in palestra, del sound dei ragazzi non gliene fregava assolutamente nulla.

Loro però, come ogni buon professionista insegna, hanno fatto finta che tutti quelli presenti fossero lì proprio per loro e hanno cercato di dare il meglio. Siamo stati irresistibilmente attratti e richiamati nei paraggi del bar sulle note di Lou Reed e la sua, straordinaria, Take a walk on the wild side, motivo che hanno provato a rieseguire tutti, Patty Pravo in testa, ma senza che nessuno sia mai riuscito a lambire il fascino decadente dell’interpretazione originale.

Lo hanno fatto controcoreggiando sul leggendario ritornello e alla fine si sono guardati negli occhi, un attimo dopo che Riccardo abbia avuto l’accortezza di allontanare, quanto bastasse, Teresa dal microfono, per scemare un song che non è certo finito ieri sera.

I ricordi ci hanno tagliato in due l’anima e vista l’atmosfera di festa che regnava in strada, abbiamo capito di essere fuori luogo. Li abbiamo fotografati, abbiamo preso da uno degli addetti al servizio le loro generalità e ce ne siamo andati. Ma se a voi capita di incrociarli, ascoltateli fino a quando il concerto non finisce: ne vale la pena.

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