acqua di sentina. È PROPRIO VERO CHE OGNI POPOLO HA IL GOVERNO CHE SI MERITA!

Tutti sbagliano. E anch’io devo recitare il mea culpa pubblicamente. Ma non l’ho fatto apposta e comunque ho dato dimostrazione di olfatto da segugio denunciando le porcherie degli amministratori tromboni e protetti del Comune


Romitino: «Liberate le colombe!». Montgomery Burns: «Liberate i cani!»

NEL REGNO DEL ROMITI E DEL MAZZANTI

SENZA AMICIZIE SI VA POCO AVANTI


 

Al dottorato di ricerca di filologia classica dell’università di Firenze, anno 2010, una bella ragazza sicula ma nata in Sardegna, Emilia-Emi, di solito iniziava i suoi interventi con un «mi viene in mènte», con la E aperta.

Ogni volta che penso o vedo il Romitino che gira, ciancia, s’emoziona e gode di fasciarsi in tricolore, mi viene in mènte quanto Quarrata sia icona della corruzione italica tollerata – anzi voluta – dai perbene, identificabili nella categoria dei magistrati: dal primus inter pares (ma che pares non sono e spesso non battono nemmeno pares…), il grande Mattarella di Sanremo & Benigni, a gran parte di loro che si sono montati la testa e, tra il non lavorare e il commettere miliardi di errori per mancanza d’ingegno e d’impegno, lasciano ammuffire e putrefare la poca carne che abbiamo sul fuoco.

E qui il Romitino si emoziona e llibera le colombe perché ha riportato la fiera del muccaio al Settembre Quarratino.

Tutti sbagliano. E anch’io devo recitare il mea culpa pubblicamente. Ma non l’ho fatto apposta e comunque ho dato dimostrazione di olfatto da segugio denunciando le porcherie degli amministratori-tromboni e protetti del Comune di Quarrata.

Ufficiale e gentiluomo? No, Assessore all’edilizia e abusivista con il silenzio di tutti nel Comune della legalità e sotto la procura della repubblica della legalità. E tra l’altro discende da una famiglia di assessori all’edilizia: nel suo sangue scorrono i geni non dell’uomo di Neanderthal come a Bergamo, ma del preside Luca Gaggioli, ex assessore all’urbanistica con la SS Gori

Come nel gioco dell’oca, torno alla casella iniziale e riparto – dopo aver rivisto la gioia del Romitino – dall’analisi delle condizioni che gli hanno permesso di stare lì, sul trono della trombonaggine, a emozionarsi. Mi spiego meglio.

Se non avessi denunciato pubblicamente lo sconcio dell’assessore Simone Niccolai, responsabile dell’urbanistica che si dilettava, tra una chiacchiera e un’altra, a costruire capannoni abusivi dietro casa sua per mettere al riparo dalle intemperie i suoi amati camper, oggi l’emozionato Romitino non sarebbe lì a emozionarsi ogni tre per due.

Infatti, al di là dello schifo con cui il comandante dei vigili corrotto e falsario del Mazzanti, Marco Bai, fece sì tanto da tardare il proprio intervento quanto bastasse al Niccolai per smontare i suoi amati capanni abusivi; e grazie a questo mafioso ritardo – a Quarrata non di rado concesso ai figli della gente da favorire e negato ad altri come la grazia di Mattarella al macellaio che ferì un ladro (d’altronde è impossibile che in un mondo di ladri, se lupo non mangia lupo, un ladro azzanni un ladro…) – quel fallo simoniaco del Niccolai e quella grazia che non gli era dovuta, perché da perdono si è trasformata in un incùlo da parte di Okkióne, hanno fatto sì che:

 

 

La plebe è contenta, la plebe ci crede: e il popolo bue ingolla e non vede
  1. l’assessore non finisse allo spiedo
  2. l’assessore potesse ripresentarsi alle elezioni
  3. l’assessore fosse richiamato a far l’assessore e i suoi danni da costruttore abusivo salvato grazie alla politica marcia quarratina

a condizione che

  1. non rompesse i coglioni alla proposta di Romitino-Bertoldo-Bertoldino come sindaco (inesistente) post-Mazzanti
  2. il Mazzanti si assicurasse l’elezione a presidente del con[s]iglio del Comune di Quarrata: cosa che gli avrebbe, di fatto, permesso di sindacare alle spalle dell’emozionato nei cinque anni che stiamo subendo e, forse, anche nei successivi cinque.

 

È ovvio che siamo dinanzi a espressioni mafiose istituzionali su più versanti:

  1. Ma quanto spendiamo in stipendi per gente che non fa il proprio lavoro secondo il dettato costituzionale «con disciplina ed onore»

    È sconcio il modo di agire del fu comandante Marco Bai che favorì Simone Niccolai

  2. È sconcio il silenzio della procura di Pistoia, avvertita in ogni modo, di questo schifo politico-amministrativo definibile solo come disonore da galera
  3. È sconcio vedere che anche la segreteria generale del Comune, responsabile dell’anticorruzione, fece orecchio da mercante a un caso così fuorilegge
  4. È sconcio constatare che tutto il con[s]iglio comunale, e in primis le opposizioni (ma del Menga, però) abbiano girato la testa dall’altra parte. Scambio piccoli favori in corso?

 

Carissimi quarratini, il mercato delle vacche della fiera è ancora lì, in Via Vittorio Veneto 1, nella vecchia scuola elementare ed ex-biblioteca. Mantenuto al caldo e perfettamente funzionante sia da amministratori da vergogna che da squallidi servi del potere ciechi, muti e sordi.

In quest’ultima categoria delle famose tre scimmie vanno messi anche tutti quei semidei (politici locali e forze dell’ordine allineate e silenti) che rappresentano il cuscinetto tra, appunto, la base dei viventi comuni presi in giro dal Comune, e il regno dei cieli di Piazza del Duomo 6, piano terzo.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibwera.info]


Un lettore commenta così il Romitino che salutava gli studenti della scuola media

«Pora Quarrata … fra sindaci (artisti de’ noiartri⇒Marini, ex massaie di Voghera⇒Gori, navigatori a vista!!!⇒Mazzanti e poeti per la pace⇒Romiti), marce della pace, ca**i e mazzi, l’unica cosa buona è il mercatino Riprendiamoci la natura! anch’esso, purtroppo o per fortuna, ogni domenica, dal 2010, al circolo Arci di Olmi!».


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