FIRENZE. Se un cittadino qualunque scarica i propri reflui fognari senza alcuna autorizzazione rischia sanzioni penali e amministrative. Non i gestori! Nonostante che solo una parte dei 4.500 scarichi esistenti in Toscana confluisca in un depuratore, e solo un’altra parte esigua abbia le necessarie autorizzazioni. Dunque, la Regione Toscana permette da anni questo scempio: inquinare impunemente fiumi, laghi, mare.
E ora, con un incredibile colpo di spugna e una rapida quanto indecente decisione, il Consiglio regionale si appresta a concedere ai gestori ulteriori 6 anni di tempo (fino a tutto il 2021) per mettersi in regola con le normative europee. Autorizza quindi a perpetrare nel frattempo danni e illegalità, senza accertamenti di sorta, senza una conoscenza precisa del numero di scarichi che necessita ancora di autorizzazione e senza sapere se i limiti di inquinanti, previsti dalla legge, siano rispettati.
Agli inizi degli anni 2000, per le gestioni idriche, si motivava l’apertura ai privati essenzialmente con l’urgenza di investire sulla rete obsoleta e sugli impianti di depurazione, ritenendo che solo il privato fosse in grado di trovare le risorse finanziare necessarie. E così è stato: infatti il privato ha trovato lauti fondi, prelevando dalle tasche dei cittadini, dato che tutti gli investimenti vengono pagati in bolletta dagli utenti.
Inoltre i dati smentiscono clamorosamente la presunta efficienza di queste gestioni, tant’è che le perdite in rete sono aumentate, e i rilievi effettuati sulle nostre acque dimostrano che la depurazione è a livello infimo per quantità e qualità (vedi risultati analisi Arpat nel triennio 2012/2014: i punti di prelievo dell’acqua potabile si concentrano al 52% in A3, la classe peggiore; e addirittura, al 38 %, in Sub A3, cioè in deroga).
Ma i dati smentiscono pure la effettiva realizzazione degli investimenti: nel triennio 2009/2011, Publiacqua, la società più grande a livello regionale, ha realizzato solo il 64% degli investimenti previsti, mentre nel 2013 si è fermata al 63%. Senza contare il fatto che nel settore idrico non esistono costi standard, cui doversi adeguare: si vanno così a progettare e realizzare depuratori a costi esosi. Ricordiamo ancora che l’Ait, diretta emanazione della Regione e costituita da 50 sindaci toscani, ha funzioni di controllo contabile sugli investimenti effettuati con soldi pubblici ma non su quelli pagati da tutti noi tramite la bolletta, che costituiscono la quasi totalità.
Siamo certi che nei prossimi sei anni le aziende siano in grado di realizzare quanto non è stato realizzato in 15 anni? Oppure gli utenti continueranno ad assicurare loro ingenti profitti, e per di più saranno costretti ad assistere al progressivo peggioramento della qualità dell’ acqua come dell’ambiente in toto?
Pare dunque legittimo richiamare la Regione al dovere di tutelare le acque dall’inquinamento, oltre ad assicurare la corretta e legittima gestione idrica, intervenendo altresì sull’operato dell’Ait che anche sulla questione “depurazione” non costituisce certo una garanzia. Quale controllo l’Autorità Idrica ha mai effettuato affinché nelle fatture degli utenti venissero addebitati unicamente i servizi resi? Sono stati comitati e cittadini a denunciare le fatture illegittime, quelle di oltre 39 mila utenti, solo per Publiacqua. Che dire inoltre dei molti cittadini toscani, allacciati a scarichi non autorizzati, che si trovano a pagare, oltre che il servizio fognatura, anche il 71% della quota depurazione, un servizio per cui il gestore non ha alcuna autorizzazione?
La Regione Toscana si accinge dunque a votare un provvedimento che contrasta con direttive ambientali nazionali ed europee, e che ci costerà molto caro. Ma i gestori possono stare tranquilli poichè ancora una volta saranno esonerati da qualsiasi tipo di penalizzazione. E comunque, beffa nella beffa, le multe sulla mancata o inefficiente depurazione, che ci infliggerà l’Unione Europea, non saranno pagate da loro che non hanno effettuato gli investimenti programmati e necessari ma, come al solito, dai cittadini. Tutto ciò, nonostante i cospicui dividendi sui profitti che si sono spartiti, sia i soci privati che i Comuni-soci nelle gestioni idriche, invece di utilizzare queste risorse per mettere a norma gli scarichi.
Il sistema è vergognosamente garantito dal governatore Rossi e dalla sua Giunta. Sollecitiamo pertanto tutti i consiglieri regionali, in particolare quelli delle opposizioni, a non sporcarsi le mani, votando a favore di questo ennesimo atto, totalmente illegittimo.
Non è ammissibile il mancato rispetto di leggi e norme, in particolare da parte di chi fa le leggi.
Forum Movimenti Acqua Pubblica
One thought on “acqua. IL GESTORE INQUINA. A PAGARE LA MULTA SARÀ IL CITTADINO”
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