ACQUA PUBBLICA: BASTA CON GLI INGANNI AI CITTADINI!

Rifondazione Comunista: “In approvazione in questi giorni la proposta di costituire una nuova holding pubblica, funzionale alla multiutility e contraria alla volontà espressa dal referendum di dieci anni fa”

Acqua pubblica

PISTOIA. Come voteranno i consiglieri comunali di Pistoia? Come hanno indicato i cittadini con il Referendum del 2011 o anche questa volta contro la democrazia?

C’è stato un referendum nel 2011, con cui si era affermato un secco no ai profitti sull’acqua e sugli altri servizi pubblici, per sottrarli alle logiche aziendaliste e di mercato, al fine di avere servizi migliori, a tutela delle risorse e per costi più contenuti (rinunciando ai dividendi per profitto, ad esempio).

Rifondazione Comunista fu tra i promotori di quel Referendum ma in questi 10 anni le logiche portate avanti anche a Firenze ed in Toscana sono andate nella direzione opposta: bollette fra le più care d’Italia, tradimento totale del referendum, rete colabrodo, scelte fuori da ogni indirizzo effettivo dei consigli comunali e dei cittadini. Adesso, siamo all’atto finale: l’avvio di un’operazione che dovrebbe portare alla creazione di una multi-utility dei servizi pubblici nella nostra regione, che accorpi le aziende di gestione di acqua, rifiuti e – forse – energia (è solo l’ultimo dei molti tentativi andati in scena negli ultimi 15 anni).

La prima tappa sarà il conferimento ad una nuova società delle quote dei comuni detenute in Publiacqua, tramite delibere – a detta degli stessi amministratori, immodificabili quindi come fosse un obbligo di semplice presa d’atto dei consigli comunali – presentate di corsa, con tempi contingentati e senza nessuna effettiva consultazione pubblica.

Ripubblicizzazione quindi, dopo il fallimento delle scelte di questi anni fatte dallo stesso PD e soci, del cosiddetto modello toscano? Assolutamente no: come scritto e dichiarato l’operazione è propedeutica alla quotazione in borsa della futura multiutility, all’elevazione all’ennesima potenza delle logiche di mercato e del profitto, e società di gestione che restano di diritto privato (si scrive esplicitamente nelle proposte di Delibera che nelle tariffe non si turberà “il prezzo di mercato”, ragionando sugli accantonamenti dei dividendi e degli utili).

Insomma, tutto cambia perché nulla cambi. Anzi si va a peggiorare, con la creazione di un’ulteriore scatola cinese – la newco – ed un dimensionamento regionale multiservizi che allontanerà ulteriormente le scelte dai consigli comunali e dai territori. 

Pistoia – governata dal Centrodestra – voteranno tutti insieme contro il volere dei cittadini espresso in un referendum. E poi il PD si arrabbia quando Rifondazione Comunista si domanda pubblicamente quali sono le differenze tra Pd, Renziani e il Centrodestra.

Volete cambiare nell’esclusivo interesse generale? Accompagnate il tutto – questo proporremo dove siamo presenti nelle sedi istituzionali e con una campagna dal basso — con l’impegno alla creazione di aziende di diritto pubblico, cioè fuori dalle logiche di mercato e su cui consigli comunali e cittadini svolgono un ruolo effettivo e, ovviamente, con l’esclusione della quotazione in borsa.

Per liquidare i soci privati ci sono ben altre strade che non quella di cadere dalla padella nella brace della quotazione in borsa! Infine, si riformi la legislazione regionale, per andare ad affidamenti per bacini omogenei, e si chieda di approvare la legge nazionale – voluta anche dai movimenti per l’acqua pubblica – che darebbe effettiva attuazione al referendum del 2011, che giace da anni in Parlamento.

Senza dimenticare la tutela occupazionale e l’omogeneità – non al ribasso – dei profili contrattuali dei lavoratori coinvolti nell’operazione.

Partito della Rifondazione Comunista

Federazione di Pistoia

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