ACQUA PUBBLICA: LE ISTITUZIONI INTENZIONATE A DISOBBEDIRE ALLA CORTE COSTITUZIONALE?

Un momento dell'incontro a Palazzo di Giano
Un momento dell’incontro a Palazzo di Giano

PISTOIA. Ripubblicizzazione del servizio idrico: se n’è parlato il 28 febbraio nella sala di Grandonio a palazzo di Giano. Vi si sono riuniti i vari soggetti del tavolo per la ripubblicizzazione, ovvero numerosi sindaci (o loro rappresentanti) e i comitati toscani del Movimento per l’acqua. Si tratta infatti della prosecuzione della battaglia che portò, nel giugno del 2011, e grazie al voto di 27 milioni di italiani, alla vittoria dei referendum per l’acqua pubblica.

La Corte Costituzionale sentenziò che l’esito referendario era pienamente attuabile ma l’organo preposto a legiferare, il Parlamento, continua a non mostrare sincera volontà politica di avviare il processo di ripubblicizzazione. Un percorso necessariamente non breve e pieno di ostacoli ma che costituisce la vera sfida per i progressisti di tutti i colori. A livello locale la situazione si presenta molto complessa. Il presidente Rossi, che nella più demagogica ipocrisia aveva sostenuto i referendum, rifiuta da due anni di incontrare i comitati; solo ora, che siamo vicini a imminenti tornate elettorali, inizia a mostrare, a parole, una certa apertura.

La società che oggi fornisce il servizio idrico al comprensorio del Medio Valdarno – e quindi anche a Pistoia, l’ex Ato3, Publiacqua – si trova sotto i riflettori a causa di alcune criticità che metterebbero in dubbio la validità del contratto in essere, che avrebbe naturale scadenza nel 2021.

Non a caso nei giorni scorsi è stata presentata dal M5S nel Consiglio Comunale di Pistoia una mozione per verificare il rispetto delle condizioni di affidamento alla stessa Publiacqua circa gli investimenti effettivamente realizzati nel 2012-2013 (vedi).

Tra gli investimenti preventivati (allegato 1: 01-relazione annuale del direttore generale) e quelli realizzati (allegato 2: 02-tabelle per assemblea) risultano infatti spariti 17 milioni di euro. Per non parlare poi della circostanza per cui il socio privato –riconducibile alle multinazionali Gdf Suez e Acea –, che detiene il 40% di Publiacqua, era entrato nel capitale sociale con una gara truccata, e per tale ragione era stato condannato dal Consiglio di Stato a pagare una multa da 11 milioni (vedi). Completa il quadro il problema della mancanza del potere di controllo riconosciuto ai Comuni: il gestore ha negli anni incassato le tariffe di un servizio non erogato, la depurazione, e puntualmente è stato condannato a rimborsare gli utenti, che hanno il 2014 come ultimo anno utile per beneficiare del rimborso (a questo proposito è utile rivedere le gli interventi e le interpellanze del consigliere Tomasi).

03 - bertinelli
Allegato 3 – Lettera del Sindaco Bertinelli

In un simile contesto si colloca la lettera del sindaco Bertinelli (allegato 3) ai presidenti del Consiglio dei Ministri e della Regione Toscana, una lettera che sostanzialmente ribadisce che un amministratore serio non può accettare né il rimpallo della questione trai vari organi dello Stato né il permanere, nell’attuale tariffa idrica, di una voce (gli oneri finanziari) abrogata dall’esito referendario. Tra l’altro si ricorda che a breve il Tar della Lombardia si esprimerà sui ricorsi presentati dal Movimento per l’acqua proprio contro la tariffa idrica, deliberata dall’Aeeg, che reintroduce la remunerazione del capitale investito (profitto garantito senza rischio d’impresa) abrogata col referendum. Nessuno comunque capisce perché un’Autorità (l’Aeeg), normale in un contesto di mercato come quello elettrico e del gas, debba operare anche in un settore, quello idrico, indirizzato alla ripubblicizzazione.

Trai vari interventi si è fatto apprezzare il Sindaco di Poggio a Caiano Marco Martini, che ha fornito prontamente ai suoi cittadini, a differenza di quanto avvenuto a Pistoia, la mappa delle fogne e delle utenze servite dalla depurazione, e ha ricordato l’importanza dell’elaborazione, da parte dei primi cittadini, di una strategia per arrivare all’obiettivo finale dell’acqua pubblica.

Si dimentica troppo spesso, viene da aggiungere, che il sindaco rappresenta i cittadini e non le multinazionali dell’acqua, e che il controllo di un servizio strategico come questo deve essere esercitato democraticamente dai comuni visto che hanno a disposizione un ennesimo carrozzone pubblico, l’AIT per far rispettare la legalità e i propri interessi.

In tutta la storia dell’acqua, già da tempo, si è contraddistinto l’assordante silenzio di tutti i renziani, da palazzo Chigi, passando per gli Onn. Bini e Fanucci e per quel mite curato di campagna che sembra debba sostituire Rossi alla guida del Granducato, fino ai comitati locali: ma sicuramente prima o poi ci arriveranno anche loro visto che il vero rinnovamento passa sistematicamente dai contenuti e dalle proposte concrete.

L’ultima nota sul prof. Luca Nivarra, nominato dal Comune di Pistoia nel c.d.a. di Publiacqua e che aveva promesso al comitato Acqua Bene Comune locale di interloquire continuativamente con la massima collaborazione e condivisione. Ad oggi non risulta pervenuto. Inoltre durante la riunione è apparso un tantino titubante ed in visibile difficoltà, come palesato dalla reticenza a margine delle osservazioni tecniche di Gianfranco Morini di Arezzo sull’applicazione della legge 13. Torneremo comunque più dettagliatamente su questi aspetti, su cui potrà intervenire, qualora lo desideri, anche il diretto interessato.

Incredibile, infine, l’atteggiamento del prof. Nivarra che ha lamentato pubblicamente di “venire offeso su Facebook” da Rosanna Crocini, portavoce del comitato pistoiese dell’acqua.

Professore, un suggerimento: se non si sente all’altezza delle legittime aspettative dei cittadini pistoiesi, magari perché è oberato da tanti altri incarichi, chieda il cambio e lasci il posto, non glielo ordina il dottore di stare lì. È una partita troppo importante per giocarla alla meno!

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