AGLIANA. Vecchia chiesa di San Niccolò ad Agliana, incontro su “Amianto e altre sostanze che l’acqua non deve contenere”: non c’è nemmeno una sedia vuota.
Rosanna Crocini, del Comitato acqua bene comune, introduce l’iniziativa dicendo che la serata è voluta dalle mamme, quelle che portano i figlioli a scuola… dove si beve “l’acqua del Sindaco”. La Crocini elenca tanti buoni motivi per preoccuparsi della qualità dell’acqua che arriva alle nostre case, per le diossine o i diserbanti che inquinano la falda ed anche per l’amianto dei tubi che ce la portano a casa, inoltre dice – è privatizzata al 40%, come si arriva al 51% si perderà ogni possibilità di controllo e saremo tutti fregati.
Agliana è un posto particolare, ci sono molti problemi ambientali, primo fra tutti l’inceneritore, e il portale promesso dalla Regione, da cui si dovrebbe poter verificare la qualità dell’acqua strada per strada, non è mai entrato in funzione. La verità è che la ricerca delle diossine e dei diserbanti in quest’acqua non viene fatta… Eppure è stato scritto da sempre: anche su questo nostro giornale.
Interviene Ginevra Lombardi, ex assessore della Giunta Bertinelli: l’amianto nell’acqua è in tutta la Toscana. L’assessore regionale Bramerini ha predisposto la sostituzione dei 225 km di tubature in amianto, ma è difficile fidarsi e sentirsi tutelati se si considera che non era mai stato fatto il monitoraggio sulle acque che un decreto ministeriale aveva da tempo richiesto. Già nel 97 si trovarono fibre di amianto nell’acqua a Montale e a Prato.
La dottoressa Lombardi ha ricordato la risoluzione del Parlamento Europeo, sottoscritta (e ovviamente disattesa) anche dai rappresentanti del Pd, che dice che non esiste una prova teorica che attesti un limite minimo di pericolosità delle fibre di amianto nell’acqua. Poi denuncia la mancanza di informazione negli enti e quindi negli amministrati che non si tutelano sufficientemente contro i rischi derivanti dai fattori inquinanti. E intanto la gente è a rischio.
Ancora, a conti fatti servirebbero 60 milioni di euro per sostituire le tubature in amianto: e allora perché Publiacqua spende 40 milioni di euro per strumenti informatici, auto e mobilia invece di iniziare a smantellare gli impianti pericolosi e a tutelare la vita e la sicurezza dei toscani? Publiacqua genera molte risorse e dà poca occupazione; è un’azienda a intensità di capitale, cioè guadagna molto ma investe poco.
Interviene David Mattacchioni di Medicina Democratica ribadendo, attraverso una lunga serie di fatti e cifre, in che modo e quanto i bilanci di Publiacqua siano quelli della massima impresa europea.
Ecco che si dà la parola a Carla Breschi, medico ematologo e oncologo dell’Ospedale di Pistoia, ma anche consigliera comunale Pd di Pistoia. La Dottoressa dice di voler fare un intervento politico più che tecnico: e fa subito un affondo contro la politica locale che non si è mai voluta interessare, non ha mai veramente voluto sapere perché aumentano i tumori. Gli allarmi sollevati sarebbero stati minimizzati o ridicolizzati perché l’allarme nella popolazione non porta voti, anzi va contro la gestione del potere.
La dottoressa Breschi ricorda che negli anni 2007/8 si iniziò a verificare l’andamento dell’incremento dei tumori, fin lì solo percepito, ma si interruppero subito le indagini. In questa zona (la Piana) – dice la consigliera – c’è la concentrazione di fattori inquinanti: l’inceneritore, i pesticidi dei vivai e l’amianto; purtroppo c’è scarsa conoscenza o proprio ignoranza di base relativamente agli effetti di tali concentrazioni di fattori; per esempio non è comunemente noto il fatto che i pesticidi possono causare malattie neurologiche, degenerative come Alzheimer, morbo di Parkinson etc… è “nell’ignoranza (nostra – n.d.r.) che i nostri politici sopravvivono”.
La Breschi termina il suo intervento con un j’accuse doloroso: “Dobbiamo adottare il principio di massima precauzione. Se lo avessimo fatto nel tempo, avremmo salvato molte vite, ma la politica ha chiuso gli occhi. A Pistoia in oncologia siamo in tre, si nega l’evidenza e si nega che servano forze per assistere i malati che di giorno in giorno aumentano. Non credo più nell’azione politica, sono entrata in consiglio comunale a Pistoia, ma l’unica cosa che ho potuto fare è stata solo dire la verità!”.
La serata si conclude con il pubblico che fa mille domande, tra tutte una, quella di una signora di Prato che ha chiesto se fosse opportuno bere l’acqua dei mitici fontanelli pubblici. La risposta è stata che quell’acqua ci costa molto cara, contribuisce a gonfiare le già pingui gote di Publiacqua e a far fare un po’ di passerelle ai politici… (è depurata ma sarebbe più conveniente bere buon vino).
È vero che l’acqua è un monopolio naturale, non si può ripartire tra più fornitori da cui approvvigionarsi a piacimento, ma si può rimettere a gara l’affidamento della gestione e prevedere un controllo da parte dei cittadini sui risultati della gestione stessa, proposte, pourquoi pas?
Esauriente e preciso come sempre il resoconto di Paola.
A me, tra le tante cose della serata che mi hanno fatto riflettere ci sono stati almeno due interventi, da ultimo, appassionati ma anche, bisogna dirlo, un po’ velleitari, stando le cose come stanno. “Mandiamoli tutti a casa (i politici, naturalmente, da quelli regionali a tanti di quelli locali) e mettiamoci altri capaci, onesti, ecc” è stata la sintesi di tali interventi. Tutto giusto, mi verrebbe da dire: ma bisogna procurarsi strumenti che ci consentano di farle davvero queste cose, ed essere davvero lucidi e determinati, cominciando ad intervenire sui meccanismi di selezione dei candidati all’interno dei partiti, altrimenti, purtroppo, si va poco lontano.
Non so se il pubblico presente, mentre udiva questi interventi, o almeno il pubblico proveniente da Pistoia, ha riflettuto su alcuni particolari, molto reali e tangibili, che vanno esattamente nel senso opposto a quello che si vorrebbe:
1) La dott.ssa Ginevra Lombardi, che tutti ierisera hanno avuto modo di apprezzare per la sua competenza e lucidità di analisi, è stata defenestrata dalla Giunta del Comune di Pistoia, senza tanti complimenti, perchè si era ben presto rivelata un personaggio scomodo.
2) La dott.ssa Carla Breschi, valente oncologa ed attualmente consigliera comunale P.D, sempre a Pistoia, vive di fatto da isolata all’interno del suo partito, e c’è da scommettere che presto verrà, con le buone o con le cattive, indotta a terminare la sua avventura politica, quantomeno all’interno del P.D.
3) A fronte di quanto riportato ai punti 1) e 2), sempre all’interno del Comune di Pistoia, continua tranquillamente a conservare il suo posto di assessore il sig. Mario Tuci, continuano tranquillamente il loro tran tran di consiglieri i signori Nicola Gonfiantini e Rosalia Billero, ma sopratutto uno come Alessandro Giovannellli (tanto per fare solo tre nomi); e si può essere certissimi che nessuno di questi yes men dei quali non si ricorda una iniziativa degna di rilievo rischierà il proprio posto.
4) Sempre a fronte di quanto riportato ai punti 1) e 2), si può essere quasi sicuri, invece, che la sig.ra Federica Fratoni, attuale Presidente della Provincia, otterrà, se lo vorrà, un bel posticino (e ben retribuito, come testimonia l’impressionante intervento di Marvi Maggio pubblicato su questo blog, oltre che su Tirreno e Nazione) in Consiglio Regionale; e, se volesse, anche uno come il sig. Gianfranco Venturi non avrebbe alcun problema a farsi trovare un altro posticino al caldo da parte del P.D.
Questa, purtroppo, cari signori, è la realtà del momento; guai ad arrendersi, ci mancherebbe altro; ma se vogliamo arrivare a qualcosa è da qui, e non dal libro dei sogni che dobbiamo ripartire.
Piero Giovannelli