aeroporto. FABIO ZITA SCRIVE LA VERA STORIA

 

Fabio Zita

FIRENZE. Sulle vicenda dell’aeroporto, parla un autorevole professionista esperto in materia di autorizzazioni pubbliche e di valutazioni ambientali, l’Architetto Fabio Zita è noto a questi schermi e lo ospitiamo con sicura soddisfazione, apprezzando noi da sempre, i discriminati e mobbizzati.

La lettera è dirompente, per come dimostra l’arroganza e prepotenza delle Amministrazioni favorevoli, che sfruttano le complicità ministeriali alla probabile manipolazione di dati e fattori tecnici da spalmare sulle centinaia di relazioni ovvero sulle migliaia di pagine di atti da portare alla Conferenza dei Servizi per il più indispensabile quanto fasullo Sì all’aeroporto.

Nel blu dipinto di blu. (ovvero volare sopra Firenze)

Era il 1958 quando Modugno cantava Volare interpretando, con quella canzone straordinaria divenuta famosa in tutto il mondo, la volontà di materializzare un sogno.
A parte l’utopica possibilità per l’uomo di spiccare il volo semplicemente allargando le braccia, dalle recenti notizie apparse sulla stampa sembrerebbe che a Firenze nemmeno il sogno di volare con dei semplici aerei possa realizzarsi.
La vicenda è arcinota e quindi non mi dilungo a descriverne gli accadimenti, salvo constatare che da come riportato sui giornali lo scontro sul nuovo aeroporto di Peretola sembrerebbe nato da una semplice contrapposizione tra favorevoli e contrari.

Dove i favorevoli sono tre ministeri, tre direttori generali con tre governi diversi, una cinquantina di esperti di chiara fama, tre università, decine di professionisti con curricula chilometrici che hanno prodotto 146 elaborati progettuali, 399 elaborati tecnici ambientali e come se non bastasse un Governatore, un sindaco (riconfermato) di una delle più famose città al MONDO e i rappresentanti di tutte le categorie imprenditoriali della Toscana. I contrari sono 6 sindaci sfigati “ammorbati dal grillismo” e qualche non meglio identificata associazione ambientalista, di quelle che dicono sempre di NO a tutto “a prescindere”.
In questa impari lotta che si trascina oramai da 4 anni, come insalutato ospite si è inserito un giudice del TAR che, come si è affrettato a riportare il Corriere fiorentino, in una sola ora e senza nemmeno l’ausilio di un consulente ha bocciato la VIA sul master plan aeroportuale. Roba da matti!
Qualcuno è giustamente arrivato a dichiarare che trattasi di sentenza “ideologica” e così hanno sistemato anche il Tribunale Amministrativo di Firenze.
Ora, siccome dai “giornaloni” non c’è possibilità di avere una informazione corretta, aggiornata e super partes fornisco io qualche elemento in più utile a comprendere che cosa veramente è successo.
Per farlo devo tornare indietro nel tempo: al novembre del 2015 quando il sottoscritto, in occasione della riunione del Nucleo di VIA della Regione toscana per l’espressione del parere al Ministro dell’Ambiente, dichiarò che tutta la procedura era da considerare illegittima in quanto la legge obbligava il proponente a presentare un
progetto definitivo dell’aeroporto e non un master plan, aggiungendo inoltre che la documentazione era così carente da non consentire la necessaria valutazione degli effetti ambientali dell’opera.

Nel parere si suggeriva alla Giunta regionale di informare il Ministro dell’Ambiente in merito a tali rilevanti criticità.
La giunta regionale, senza minimamente preoccuparsi di quanto da noi evidenziato, espresse il proprio assenso al progetto, e così spiegò – implicitamente – anche quale sarebbe stata – da allora – la considerazione dei propri tecnici.
La Commissione VIA del Ministro dell’Ambiente (di cui ho fatto parte per almeno 15 anni e di cui ne conosco perfettamente i meccanismi) dopo una controversa istruttoria, espresse un parere positivo alla realizzazione dell’opera arricchito di ben 142 prescrizioni. Per capirsi, quando un progetto è “di grande interesse”, e nei quartieri alti – diciamo – non risulterebbe gradita una sua bocciatura, la cosa viene “gestita” attraverso un parere di VIA positivo, indicando però tutte le carenze anche progettuali riscontrate e demandando alle successive fasi autorizzative la definizione e la soluzione delle medesime carenze che in sede di valutazione non si sono potute/volute risolvere. Il progetto può andare così avanti e chi, per legge, avrebbe dovuto giudicarne gli affetti ambientali lascia ad altri l’eventuale compito, lavandosene le mani.

E con questo si è chiarito definitivamente anche il ruolo della Commissione VIA del Ministro dell’Ambiente.
Rimaneva però lo scoglio della procedura illegittima (ci voleva per legge un progetto definitivo e non un master plan) che pur in presenza di un parere di VIA positivo rischiava di annullare tutto in caso di ricorso. Problema risolto con una semplice modifica di legge (norma scandalosamente “ad operam”), legge che non solo ha consentito di mantenere il master plan al posto di un progetto definitivo, ma ha anche previsto che ciò valesse per le procedure avviate prima dell’entrata in vigore della norma “salva peretola”, garantendo quindi al progetto dell’aeroporto di Firenze (unico in Italia ad aver approfittato di tale favor) la possibilità di proseguire l’iter amministrativo fino alla conclusiva autorizzazione presso il Ministro dei trasporti. E così ci siamo fatti anche un’idea di come e per chi lavorano il parlamento e le strutture dei competenti ministeri.
Rimane per ultimo l’Osservatorio ambientale su cui, per decenza, evito di fare commenti, e del quale però voglio dare qualche breve informazione.
Il presidente di questo organismo (istituito per garantire ai cittadini il controllo rigoroso in merito a tutte le questioni inerenti il progetto) è stato il coordinatore della VIA sull’aeroporto presso il Ministro dell’Ambiente, ha partecipato alla scrittura di della norma (ad operam) di cui accennavo prima, ha determinato la modifica della composizione dell’Osservatorio escludendo la partecipazione dei comuni di Sesto Fiorentino e di Campi Bisenzio precedentemente inseriti tra i componenti di diritto, ed è pagato per esercitare il ruolo di presidente con un rimborso spese di 3mila euro al mese assegnatogli dallo stesso proponente l’opera.

Gli altri membri hanno una così spiccata professionalità tecnica (come d’altronde richiesto per tali organismi) che il Ministro, al fine di garantire la necessaria istruttoria (di cui nessuno conosce gli esiti), ha dovuto nominare ulteriori 5 esperti sempre pagati dal proponente.

E così abbiamo anche compreso il vero scopo e l’utilità dell’Osservatorio Ambientale.
Cosa rimane da dire dopo questa desolante descrizione se non che noi anime belle possiamo confidare solo nella Giustizia con la G maiuscola, lasciando a chi è favorevole all’aeroporto la possibilità di dipingersi le mani e la faccia di blu e di continuare a sognare di volare felice più in alto del sole ed ancora più su…
Fabio Zita

link su: http://www.pianasana.org/nel-blu-dipinto-di-blu-di-fabio-zita/

Alessandro Romiti

[alessandroromiti@linealibera.it]

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