FIRENZE. È costretto a dirla tutta il funzionario del Quirinale che conferma l’arcano: il ricorso straordinario avverso al Dm dell’Ambiente del 14/3/2003 (prot. Dec/Via/2003/0676) è agli atti del Quirinale.
Il Presidente della Repubblica lo firmò il 5/6/2012 (si faccia attenzione alla stagionatura del documento di oltre un lustro fa) e così venne restituito al Ministero dell’ambiente, guidato dall’On. Gianluca Galletti.
Questa la notizia, confermata per iscritto dal dirigente d’area della Presidenza della Repubblica, Dott. Michele Morabito.
Ma quali sono i motivi di tanta segretezza e avversione alla pubblicizzazione del ricorso straordinario della società fiorentina Adf che ha fatto indignare i cittadini associati in Pianasana /Vas?
Semplice: è chiaramente l’obbligo di ottemperanza a delle misure di sicurezza che ricadono sull’efficienza e, appunto sicurezza dei trasportati e dei cittadini residenti dell’area.
Le ottemperanze che sono contenute nel provvedimento di rigetto del ricorso di Adf, investono probabilmente dalle questioni ambientali, per la rumorosità e la minaccia all’oasi di Focognano, alle questioni di sicurezza legate alle note criticità rilevate sul progetto della nuova pista tecnicamente avversata anche da Enac, sembrerebbe, in modo reticente.
Enac, in questa vicenda ha sempre risposto che il giudizio sul nuovo aeroporto è sospeso, ma evidentemente non diceva il vero, per come sembra conseguente la dimostrazione data per tabulas dal Quirinale.
A questo punto che le omissioni si fanno solide e sottoscritte da autorevoli cariche dello Stato, cos’altro serve per dimostrare la fitta cortina di nebbia strumentale che copre Peretola nel sostenere – contro ogni regola di diritto e di scienza – l’insostenibile progetto di costruzione del nuovo aeroporto?
In questo paese – dobbiamo purtroppo prenderne atto – le prescrizioni sono perentorie per i cittadini e volontarie per le Amministrazioni centrali, le Regioni e le società partecipate da amici e cordate di amici.
Intanto che a Roma si processa la Virginia Raggi per una ipotesi di omissione di atti d’Ufficio, il governo fa strame del principio generale di rispetto dell’accesso agli atti, negandoli in modo reiterato e diffuso, d’intesa anche con altri organismi di garanzia e tutela del pubblico interesse.
[Alessandro Romiti]