FIRENZE. Prendendo atto dello sforzo mediatico dei portatori di interesse che non mancano mai di perdere occasione per riempire le pagine dei giornali (ora forse anche a pagamento), noi insignificanti cittadini leggiamo i testi e scopriamo come il D.lgs 104/2017 recepisce incostituzionalmente e impropriamente, la direttiva UE 52/2014 (tanto che oggi, otto Regioni hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale).
Prima viene scritto che il quadro prescrittivo del parere 2235 è stato rispettato, poi invece nei testi con i pareri 2336 e 2570 viene invece completamente smantellato, con un trattativa privata alla quale i cittadini (causa il Decreto 104 a hoc), non hanno potuto né assistere e né controbattere e/o prendere visione dei testi.
Nella documentazione che ci è stata messa a disposizione (visto che l’altra nonostante la richiesta atti, viene inspiegabilmente tenuta nei cassetti) si legge una cosa molto interessante ovvero di come vengono interpretate norme e regole, che dovrebbero essere valide e comuni per tutti.
Per esempio, una delle motivazioni per la riapertura del procedimento già di fatto concluso con il parere 2235 è la seguente: preso atto che nel parere 2336 del 17 Marzo 2017 nella parte “inoltre e preso atto” di pagina 4 in riferimento alle prescrizioni si dichiara: “in merito alla realizzazione di specifiche attività di esclusiva competenza dell’Enac … che verrebbero riportate … in capo a soggetti non titolati nell’ambito del quadro normativo di riferimento. Si fa in particolare riferimento alle prescrizioni N. 3 (rischio incidente aereo) e 46 (analisi del rischio di bird strike).
Preso atto della citata dichiarazione Enac, reclamando l’esclusiva competenza valutativa, come mai l’ente e la Commissione di Via susseguentemente “abilitano” le valutazioni e gli studi delle Università, se come detto in precedenza gli stessi soggetti non sono abilitati e non titolati dal quadro normativo?
Forse faceva comodo così?
Ovvero me la canto e me la suono finché posso, cercando di evitare che un soggetto regolatore sovrastante a Enac – e quindi l’Easa di Colonia se non addirittura l’Icao di Montreal – ci metta “mani e occhi” e certifichi la correttezza delle valutazioni.
In questo caso è meglio ricorrere a tre Università non abilitate (!) senza che i cittadini e/o associazioni e/o soggetti terzi interessati (in contrasto con la direttiva UE 52/2014) possano vedere e soprattutto dire e scrivere qualcosa!
Quindi, dal nostro punto di vista quello di Firenze è un aeroporto a richiesta!
[comunicato stampa – vas/coordinamento comitati della piana]