agliana. CELEBRATO IL “GIORNO DEL RICORDO”

Ecco cosa ha detto il sindaco Luca Benesperi durante la deposizione della corona di fiori al Cippo in piazzetta Tucci

Il sindaco Benesperi al Cippo

AGLIANA. In occasione del “Giorno del Ricordo”, istituito con la legge 30 marzo 2004 n. 92, per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra, il Sindaco ha deposto ieri una corona di fiori di fronte al Cippo, in Piazzetta Tucci, che ricorda questa tragedia.

Di seguito riportiamo il testo del discorso pronunciato dal primo cittadino durante la cerimonia tenuta in forma ristretta nel rispetto della normativa sull’emergenza pandemica.

Oggi, 10 febbraio, siamo qui in forma ristretta ma solenne a celebrare il giorno del ricordo dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata, deponendo una corona di fiori.

Questo cippo è stato posto a perenne memoria di una pagina buia della nostra storia, dando seguito ad una proposta del gruppo consiliare Fdi qui rappresentato dal Capogruppo Fabrizio Baroncelli.

Questa ricorrenza, come sapete, è stata istituita con la legge 292 del 30 marzo 2004 con l’intento di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda accaduta sul confine orientale.

Cerimonia in forma ristretta

La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell’Italia.

Si stima che le vittime tra le 3000 e le 5000, anche se alcune fonti fanno salire questo numero fino a 11000.

Al massacro delle foibe seguì l’esodo giuliano dalmata, ovvero l’emigrazione più o meno forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dai territori occupati dall’esercito di Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia.

Una strage immane e una emigrazione forzata di persone che avevano quale colpa quella di essere italiani.

Si stima che emigrarono dalle loro terre di origine tra le 250.000 e le 350.000 persone tra il 1945 e il 1956.

Ricordare, ricordare sempre, soprattutto che i morti non hanno colore né patria e non dimenticare quanto possano essere deleteri il sonno della ragione e la furia dell’ideologia.

[comune di agliana]

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