AGLIANA. Sembra che l’amministrazione comunale si mostri sempre più incline a farsi trascinare in giudizio, riportando a casa delle sonore condanne, con soccombenza per le spese e buona pace dell’Assessore Noligni.
Questa volta il giudice è stato comprensivo e ha comminato un ristoro simbolico di soli 1.000 euro in favore dell’avv. Katia Bonari e dell’agente Emiliano Campanelli già dipendenti nella polizia municipale, sotto la dirigenza del comandante Nesti.
Nesti avrebbe omesso il controllo di dati sensibili dei due vigili (e non solo di loro, ma anche di altri, che però non si sono mossi), pubblicando sul sito del Comune il decreto di assegnazione delle armi di ordinanza e dei proiettili, con i numeri di matricola e i recapiti di residenza degli agenti stessi, esponendoli così a possibili azioni di furto e/o altri rischi.
L’avv. Bonari – intervistata telefonicamente – ritiene che i costi sostenuti dal Comune dovrebbero ricadere sul funzionario che ha omesso il controllo così causando il danno poi riversato sulle spalle dei cittadini.
È chiaro che l’amministrazione avrebbe potuto contenere i costi legali del contenzioso, se avesse accolto una transazione stragiudiziale che le avrebbe certamente evitato la soccombenza in giudizio con un aggravio di spese legali non trascurabili (e per le quali abbiamo già scritto). Ma la disposizione agli accordi bonari non sembra dote di Agliana e degli Aglianesi: vedi, ad esempio, la triste storia della Misericordia che, per restar rigida sui puntigli, gettò a suo tempo via quasi mezzo milione di €, poi adirata con noi perché avevamo scoperto questi inconfessabili “altarini”.
Quanto alla vicenda-vigili, intanto, resta da chiedersi cosa ne penserebbe la Corte dei Conti qualora venisse informata dell’accaduto.
Disporrebbe il recupero coattivo delle somme da parte di chi ha responsabilmente causato il danno, o la responsabilità, ad Agliana, è un requisito non richiesto ai funzionari ma dovuto da parte dei cittadini?
Che ne dice la Giunta?
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