AGLIANA. Sembra che, finalmente, il calvario dell’impianto industriale Recoplast, sia finalmente risuscitato a nuova vita, come dimostrano i lavori di ristrutturazione e costruzione di ben sei silos di stoccaggio.
E se è andato a buon fine, non è stato certo a “costo zero”. È da ricordare infatti, che solo di sostegno alla Cig (cassa integrazione guadagni, spalmata anche sulla LG-Plast, poi fallita), la fiscalità pubblica generale ha speso circa due milioni di euro: provenienti tutti e sempre dalle tasse.
Questo oneroso impiego di risorse è stato certamente possibile grazie alla storia durata oltre quattro anni sotto la regia di Provincia di Pistoia e Comune di Agliana, con il titolo “Apriamo sì, apriamo no, apriamo forse”, coadiuvata dalla partecipazione di vari imprenditori e sostenuta dai politici del periodo.
Adesso che l’impianto è stato ceduto a una ignota società del settore delle resine (sembra produca stoviglie usa e getta in Pet, ma il cartello del cantiere non riporta alcuna denominazione sociale o specificazione di attività), ci piace ricordare certi particolari del passato: assunzioni condotte per la buona tradizione locale di ricerca di consenso; violazioni alle procedure di controllo degli impianti fognari di smaltimento di acque reflue, dispersione di fondi pubblici per una Cig portata alla massima estensione possibile, anche ricorrendo a delle speciali deroghe ministeriali, discutibili (poi si è visto) progetti industriali di rilancio.
Speriamo davvero che non si vedano mai più simili spettacoli; e confidiamo nella piena indipendenza e autonomia gestionale della nuova impresa sperando che sia sganciata dai soliti politicanti in cerca di voti.