AGLIANA E LE IRREFRENABILI MANIE DIETROLOGICHE

Alfiero Biagini
Alfiero Biagini

AGLIANA. Dopo le recenti vicende legate alle primarie, appare di grande pregio l’intervento ultra dietrologico del sig. Alfiero Biagini che, partecipando all’ultima riunione per la costituzione di una nuova lista civica di sinistra, ha proposto la sua più genuina riflessione, rassicurando tutti che è scaturita solo dalla migliore “razionalità”.

Vedete la struggente testimonianza: siamo di fronte a un ex-socialista (questa è la definizione che lui stesso pubblicamente usa con un tono epico, romantico, di sicuro rimpianto) che è oggi – insieme ai più – sconcertato, deluso e incredulo per le vicende che si sono susseguite nella débâcle ciampoliniana, causata forse, un pochetto, anche dal generale effetto Renzusconi: ed è forse per questo che sembra essere apparentemente remissivo e cauto, indugiando assai nel proporre la sua analisi.

Non saremo certo noi a fare gli analisti politici dell’ingarbugliata melassa aglianese, che è indigeribile così confusa e farcita di suggestioni delle quali, quella sulla asserita “numerosità degli elettori di destra” confluiti strumentalmente alla primarie per sostenere Mangoni (o cos’altro?), è solo la più stravagante. Inoltre nessuno potrà spiegarci come e perché avrebbero preferito Mangoni alla più glamour Sindaca: Mangoni è forse meno spostato a sinistra? Forse le “cordate” che lo supportano sono vocate alla considerazione di interessi cari alla destra?

Le considerazioni dei piddìni, poi sfociate su Fb, appaiono davvero contraddittorie – quando non risibili – sul panorama generale. Rappresentano l’autentico paradigma della crisi esistenziale del fu partito di Berlinguer (che, a tutt’oggi, si sarà rivoltato nella tomba almeno una dozzina di volte) e che, in questi termini, sembra presto destinato a estinguersi, soffocato dal mortale abbraccio renziano.

Biagini è persona corretta e sincera, forse un poco distratta: sembra non aver registrato le ragioni esposte dal Pd dal suo integerrimo e persuasivo segretario locale che ha detto : “…il problema principale è stato che … il documento che ne è scaturito si è rivelato poi insufficiente per un successivo confronto tra forze politiche”.

La dichiarazione di Del Fante è un capolavoro di nulla intercalato da giganteschi eufemismi. Cosa significa “…si è rivelato poi insufficiente…”? Forse, in tal caso, era meglio non farlo “scaturire”? Se mancavano i presupposti, perché Sel ha partecipato al manifesto delle primarie? È stata così dimostrata la delusione del nostro Biagini che rivela –inconsapevolmente – l’autentico modo di vivere la politica nell’intero territorio, dove la sinistra è da sempre radicalizzata.

Provi a ribaltare il problema e si rassicuri: la Sindaca – come diceva Massimo Zucchelli – ha preso le “legnate” che meritava per giuste cause. È da chiedersi però a quale prezzo, la sinistra ha sempre raccolto consensi elettorali. Qual è stato il prezzo-capestro subìto in termini di regressione e di mancato sviluppo per risorse distratte in settant’anni, trascorsi dietro a compromessi ricercati da accoliti, fazioni e cordate d’interesse?

Quello che si vede oggi, è solo il procedere d’eventi inevitabili sotto la valanga scatenata dal crollo del muro del 1989, che sta arrivando anche negli ultimi capillari delle province.

Biagini, non cita nemmeno i grillini – temutissima parte politica, assai preoccupante, per come raschiavoti – e cerca di essere critico sfruttando la sua “razionalità”. E allora perché non prova a chiedersi – sempre facendo uso d’acutezza e riflessione, senza timore di rompere – se è forse contento degli intrallazzi pre-elettorali?

alessandroromiti@linealibera.it

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