AGLIANA. La Presidente mi ha chiesto il documento e, al pronunciamento del nome, ho incrociato il volto dei presenti al seggio tra i quali c’era, come scrutatore del Pd, Lucia Salaris, che ho salutato (memore delle sue storiche disavventure politiche) ricordando che è stata la mia president(a) – in termini giornalistici – preferita.
La Presidente di seggio, stupefatta, ha chiesto a entrambi di smetterla e infatti ho risposto all’ingiuria con un sorriso di malcelata soddisfazione.
Cos’altro dovevo fare? Un giornalista (che, in quel momento è elettore) quando viene apostrofato con un “vaffanculo” pieno, sonoro e diretto da un rappresentante di seggio del Pd, o chiede di scrivere l’episodio pronunciato sul verbale di seggio o, altrimenti, se ne compiace e lo tratta orgogliosamente come un episodio di cronaca. Detto fatto.
Non potevamo che scegliere questa seconda ipotesi e acquisirla come una ulteriore dimostrazione che il Pd è davvero alla frutta, con l’affanno esi sente di fronte a una voragine nella quale è prossimo a cadere: Vannuccini è un candidato debole e l’antologia delle malefatte di lui e degli altri assessori codardi è affiorata in modo decisivo a pronosticare la molto probabile débâcle, ipotecata dalla scissione del Mangoni e sancita dalle polemiche feisbucchiane della Eleanna Ciampolini, che pare aver dimenticato di essere stata assessore all’ambiente per 15 anni con formula di raddoppio dell’inceneritore.
Una manovra maldestra, nel pessimo tentativo di incolpare Mangoni, assessore all’ambiente per 2 anni e mezzo, dopo aver tolto le deleghe all’imposto (dal Magnanensi) Rino [nau]Fragai.
Il Magnanensi – quale membro del direttivo demokrats aglianese – ha imposto il diktat che non dovrà mai essere data risposta alle denunce e pubblicazioni di notizie di malagestio, sperpero e illegittimità che hanno segnato il governatorato di Cesnokgrad: nessuno ha mai risposto, alle nostre richieste di chiarimento, con qualche smentita o rettifica, sintomo di incapacità di replica incontrovertibile: parlano le carte.
Ma non è finita qui: all’uscita dal seggio, un’altra medaglia è giunta da un preminente membro della giunta macedonia di Mangoni, al quale non potevamo non chiedere qualche “impressione” sul clima elettorale in corso (gli exit poll, ad Agliana, si fanno con la comunicazione non verbale).
Questo/a esponente della giunta, ritrovando la resipiscenza dell’amministratore di popolo (e quindi più ecumenico, che vedeva il cittadino, ma non il giornalista) ci ha precisato che era soddisfatto e che “…avevamo davvero ragione noi di Linea Libera”, alludendo alla serie di articoli dedicati all’informazione sulle stupefacenti vicende dei Comuni di Agliana e Montale, baricentro territoriale politico dell’intera area metropolitana, fortilizio del Pd più rosso, dopo Lamporecchio e Larciano.
One thought on “agliana. IL PD SFANCULA LE VERITÀ DI “LINEA LIBERA” AL SEGGIO”
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