AGLIANA. In un suo saggetto sui Promessi Sposi Leonardo Sciascia (“compagno” che di mafia se ne intendeva bene) scrisse che in quel romanzo a vincere era il “sistema don Abbondio”: il metodo dello svicolo, dello sviamento di potere, del sottrarsi alle proprie responsabilità, della reticenza e dei sistemi obliqui o in tralice.
Mai definizione migliore si potrà trovare, dopo ieri sera, per illustrare la “democratica amministrazione” della cittadina che, più che ridente, dovremmo definire triste e trista, visto che di tutto sa fuorché di modernità, libertà, indipendenza, chiarezza, trasparenza, senso della legalità e della giustizia e chi più ne ha più ne metta.
Il Presidente del Consiglio Comunale, Nerozzi, che sin qui sembrava essersi comportato bene, tirando le orecchie a destra e a manca, di qua e di là, si sopra e di sotto, ieri sera, durante il Consiglio (ma, forse, meglio il Coniglio, senza la S) comunale, ha preso la peggior decisione della sua vita: ha deciso di ritirare la testa dentro il guscio come una tartaruga, ha cantato messa e si è fatto don Abbondio (vedi). La seduta doveva essere chiusa per Maison close?
Non sappiamo e non vogliamo dire per chi o per cosa lo abbia fatto. Ma certamente ci è chiaro contro chi: contro i suoi concittadini aglianesi e contro l’ordinamento stesso di questo Stato in dissoluzione guidato – a livello locale – da giovani invecchiati anzitempo in una sorta di “gioventù bruciata” dall’ambizione del potere sorretta dal donabbondismo dilagante.
Anche la Giunta giovane del Mangoni ha succhiato alla “palla di seggiola” di sempre: quella che sta bene sia in canonica che in Casa del Popolo, ambienti e locali in cui, indistintamente, regna l’etica e l’ottica – o, se preferite, il Vangelo – del potere.
Se nessuno se ne fosse accorto, svegliàtevi: Agliana ha seri problemi sotto ogni profilo e sotto qualsiasi latitudine associazionistica, sia laica che religiosa.
Purtroppo, dopo aver mangiato preti e bambini per 70 anni dalla fine della guerra ad oggi, ciò che torna a galla nella sinistra è il donabbondismo di Sciascia: una sindrome di sapore cattolico.
E questo, oltre a non essere punto bello, nuoce gravemente alla salute – e ai portafogli degli aglianesi…