AGLIANA. LA STRANA ACCOGLIENZA DELL’ORATORIO “DON MILANI”

Portaperta...?
Portaperta…?

AGLIANA. A Agliana è da tempo presente una comunità di rifugiati politici profughi perseguitati e perciò protetti nel sistema di protocollo ministeriale Spar, assistiti da una cooperativa sociale e dalla tutor sig.ra Sabrina.

Uno di essi è un giovane di buona volontà e tante speranze fuggito da Massaua, che è da tre anni in Europa e che, nella necessità di migliorare il suo italiano, avrebbe partecipato volentieri a qualche attività sociale, impegnando meglio il suo tempo libero.

La tutor lo presentò presso l’oratorio Don Milani, gestito dalla parrocchia di San Piero, che ogni d’estate apre una “scuola estiva” di grande utilità per la comunità parrocchiale e gli adolescenti che passano il loro tempo in attività ricreative e di svago.

Di fatto risulta che l’oratorio – guidato da Luca Bini Mezzanotte – aveva sì bisogno di volontari per la copertura di diverse attività che vanno dalle pulizie di numerosi locali e della cucina, dove venivano serviti fino a 140 pasti al giorno, alla custodia degli oggetti e al controllo dei gruppi dei ragazzi.

Il giovane, avrebbe potuto affiancare qualcuno degli animatori, svolgendo in questo modo qualunque servizio di manovalanza pur di poter socializzare e migliorare il suo italiano non molto brillante.

Così non è stato, però: perché sembra che il responsabile, Luca Bini, sia stato inflessibile e non lo abbia accolto e ammesso, ritenendo che non disponeva dei “requisiti professionali” e di sufficiente sicurezza sanitaria per poter entrare a far parte del gruppo dei volontari.

Se è vero che ogni addetto al servizio dell’oratorio è stato formato in un corso di preparazione, sembra inverosimile pensare che non ci fossero spazi di servizio, anche accessorio, per l’impiego del giovane rifugiato eritreo.

Raccontata e detta così la storia, a noi è parso eccessivo lo zelo nella valutazione del caso con un’esclusione paradossale proprio perché partente da una realtà ispirata al don Milani della scuola di Barbiana, che andava sempre incontro agli ultimi.

Paradossale perché – la vita è davvero buffa – la parrocchia di Agliana ha anche un’altra realtà associativa che lavora nel sociale e che si chiama Portaperta: ma – ci chiediamo – per accogliere o per… mettere fuori?

Se tutto sta proprio in questi termini, resta ancor più difficile comprendere il significato dell’accoglienza e del piano di Rossi Aprire le porte.

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