agliana. MANGONI ADOTTA IL SISTEMA DI ERDOGAN?

Il presidente turco Erdogan.

AGLIANA.  Nella recente commissione straordinaria di revisione dello Statuto e del Regolamento dell’altra sera siamo caduti a terra “come corpo morto cade”, direbbe Dante.

L’Amministrazione a trazione Pd (partito che ormai di democratico ha solo il nome) ormai ha fatto scalpo di ogni rimasuglio di democrazia e trasparenza all’interno dell’Ente rendendo di fatto le istituzioni “roba loro”, e della stampa organica prediletta.

Il sindaco Mangoni, nonostante che sia stato soggetto protagonista del nostro recente premio giornalistico, continua a escluderci da ogni considerazione o avviso per le più liturgiche commissioni, dove osserva premurosamente solo l’assenza delle altre testate organiche ossequiose.

La segretaria comunale D’amico

Lo possiamo capire, ma deve sapere che sarà così, sempre: la nostra è una missione sociale e non abbiamo padroni o controllori e non usiamo gli ossequi al Palazzo.

La commissione del 13 marzo era dedicata alla revisione dello Statuto e, tralasciando i bizantinismi che l’hanno tenuta occupata per 2/3 della seduta – e che non ci appassionano – segnaliamo 3 cose che sono grosse come lo scoppio di un petardo in una chiesa:

1- la proposta di secretare la Conferenza dei Capigruppo, che non potrà più essere accessibile a stampa e cittadini;

2- l’innalzamento del numero di firme necessarie per proporre petizioni popolari (nel vecchio regolamento non c’era un numero minimo. Se passerà la modifica ne serviranno, pare, 500): insomma un bell’incentivo alla partecipazione democratica dei cittadini alla vita pubblica;

3- last but not least, la proposta del Sindaco di “regolamentare” l’accesso dei giornalisti a commissioni e consigli comunali prevedendo aree di pertinenza, accrediti e perfino la possibilità di limitare alcuni tipi di riprese audio-visive.

La segretaria comunale Donatella D’amico (garante della legalità denojantri) non c’è quasi mai e se c’è non risponde o balbetta.

L’ultima volta, dopo un imbarazzante Consiglio Comunale, ci ha (addirittura) espressamente detto che non rilascia interviste, facendo intendere che deve essere all’uopo autorizzata e confermandoci così la sua sudditanza al Palazzo che, diversamente, dovrebbe controllare in modo indipendente e terzo. Insomma, non vedo, non sento e non parlo; la possiamo capire.

Un vecchio adagio popolare dice: “male non fare, paura non avere”.

Considerati gli altarini e gli scheletri che ci sono negli armadi di questa giunta pasticciona osserviamo che queste modifiche allo statuto dimostrino che la paura fa 90…anzi 91!

[Alessandro Romiti]

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