agliana — montale. SETTE INFERMIERI DI FAMIGLIA E DI COMUNITÀ, GIÀ ATTIVO IL SERVIZIO A DOMICILIO

Arriva a Agliana e Montale l’Infermiere di famiglia e di comunità

AGLIANA— MONTALE. Da qualche giorno anche i cittadini di Agliana e Montale possono contare sull’infermiere di famiglia e di comunità che opera direttamente al domicilio e diventa così un ulteriore punto di riferimento per l’assistito e per i suoi bisogni di salute.

Nei due comuni gli infermieri che sono attivi da qualche giorno con questo nuovo approccio tutto centrato sulla persona e sulla globalità dei suoi bisogni, sono sette tante quante le cellule” geografiche in cui è stato suddiviso il territorio di Agliana e Montale per rendere più operativo il servizio.

Quattro sono gli infermieri che operano su Agliana e tre quelli su Montale. Le aree geografiche di competenza per ciascun infermiere sono state individuate tenendo conto del numero di utenti assistiti e degli accessi previsti al domicilio.

Trovo questo nuovo Servizio estremamente positivo soprattutto perché centrato sulla persona e sulla globalità dei suoi bisogni-—afferma Giacomo Mangoni, Sindaco di Agliana— l’introduzione di questa figura che opererà in costante contatto con i medici, è un ulteriore presidio per la salute sul nostro territorio ed una presenza rassicurante per le famiglie. 

La “Casa della Salute” di Agliana

È un nuovo modo per far sentire il servizio sanitario vicino a chi soffre ed è in apprensione per la propria salute senza dimenticarsi del contesto familiare in cui il malato si viene a trovare. Direi quindi che l’infermiere di famiglia e comunità si sforzerà di dare una risposta multidimensionale ad un bisogno di assistenza sanitaria così come multidimensionali sono le persone.”

“Non posso che esprimere apprezzamento per questa nuova organizzazione del servizio di assistenza sanitaria domiciliare, sia per l’aumento del personale infermieristico sia per il lavoro in team– spiega Ferdinando Betti, Sindaco di Montale — La figura dell’infermiere di famiglia va nell’ottica di dare servizi migliori e più puntuali alle persone in stato di bisogno e questo non può che essere apprezzato; presupposto del buon funzionamento di questa nuova forma di assistenza sarà il rapporto in sinergia e di collaborazione tra infermieri di famiglia e medici di famiglia.

Dalle loro postazioni presso gli ambulatori delle Case della Salute dei rispettivi territori, gli infermieri di famiglia e di comunità si muovono sul territorio e raggiungono le abitazioni degli assistiti. Qui svolgono la funzione di veri e propri alleati della salute, non solo del paziente in carico ma anche degli altri appartenenti al nucleo familiare a cui può estendersi l’osservazione dei bisogni manifesti o latenti e l’eventuale presa in carico, sempre in sinergia con i medici di medicina generale.

Per l’infermiere la popolazione di riferimento di norma è identificabile nell’ambito delle Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) della medicina generale e grazie alla sua formazione, è in grado di dare risposte sanitarie alle diverse tipologie di assistenza domiciliare. Gli utenti possono essere o pazienti già in carico al servizio infermieristico per le cure domiciliari e per le cure palliative integrate o malati cronici in carico al Chronic Care Model ma anche pazienti non conosciuti.

Infermieri in uscita…?

Fondamentale in questo nuovo modello che rappresenta un’avanguardia nell’assistenza domiciliare, è la sinergia con i medici di medicina generale che rappresentano l’anello di congiunzione per la messa a punto e l’attuazione del piano assistenziale. L’attivazione, per esempio, di un’ulteriore prestazione all’assistito o a un suo familiare, parte sempre dal medico di famiglia con cui l’infermiere condivide e tiene in aggiornamento tutto il percorso clinico assistenziale.

Questo nell’ottica di un vero e proprio lavoro di squadra: i sette infermieri di famiglia e di comunità attivi sul territorio di Montale e Agliana costituiscono infatti un team assistenziale.

Oltre a condividere casi complessi, possono, all’occorrenza, sostituire l’infermiere di riferimento che opera su un’altra “cellula” del territorio. Questo significa certezza della presa in carico perché ciascun assistito sa di poter contare sulla presenza di un team di infermieri disponibile anche in caso di assenza dell’infermiere di riferimento dell’area geografica di residenza. Inoltre a supporto del gruppo degli infermieri di famiglia e di comunità, c’è una rete di esperti rappresentata per il 95% da infermieri ospedalieri che forniscono a domicilio pareri e prestazioni esperte a garanzia di una risposta di competenza elevata.

Questo nuovo percorso di assistenza domiciliare è stato voluto dalla Regione Toscana (delibera 597 del 4 giugno 2018) per avvicinare la risposta sanitaria al domicilio del paziente così da prevenire ricoveri inutili e aiutare i cittadini all’accesso più appropriato dei servizi sanitari e sociosanitari territoriali. Il nuovo modello che è stato attuato dai tre Dipartimenti di Assistenza Infermieristica e Ostetrica, Medicina generale e dalla Rete Sanitaria Territoriale, è già stato sperimentato finora sui territori della zona fiorentina nord ovest, a Lastra a Signa, e nell’Empolese a Montespertoli e Castelfiorentino.

Nel corso dell’anno verrà avviato anche nella Aft Monsummano, Larciano, Lamporecchio nella Valdinievole e nella Aft Montagna pistoiese.

[baroni —asl toscana centro]

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