AGLIANA-PRIMARIE: POVERO MANGONI, BECCATO DA TUTTI E DIFFIDATO!

Giallo delle Primarie Pd: Ciampolini, Biancalani e Mangoni
Giallo delle Primarie Pd: Ciampolini, Biancalani e Mangoni

LA VICENDA assurda delle primarie Pd di Agliana, con tutti i suoi contrasti e tutti gli interventi di tutti, dai compagni di partito alle pie donne dai buoni consigli (e penso alla Sgambellone dell’Idv), mi sta provocando una “sindrome da tristezza a ripetizione”.

È una sorta di rat-a-tat mitragliato con cui si sta impallinando, da ogni angolo del mondo e della terra, quel povero Giacomo Mangoni che – lasciatemelo dire – ha osato sfidare l’ortodossia solo perché gli sono scappate quattro parole di sghembo su quel troiaio che è facebook. Gli chiedono di pentirsi: e meno male che non esiste più la gogna!

Già, l’ortodossia. Perché i comunisti prima e i piddìni oggi (nonostante il loro assoluto inquinamento di democristiani, che sembrano le macchie verdi delle muffe del Gorgonzola all’interno del cacio) hanno, radicata in fondo al loro animo, l’idea dell’arianità della specie politica a cui appartengono: ci tengono a far vedere di avere un Dna intatto, incontaminato, illibato come l’imene delle spose sicule degli anni 50, quando ancora nel nostro illuminato codice penale (da pène?) esisteva il – pensate un po’… – delitto d’onore.

Una volta il Pci adoperava l’arma dell’epurazione: fatto uno sgarbo, si fischiava dritti fuori dal partito. Siete tutti troppo giovani (tranne i vecchi che stanno opportunamente e strumentalmente zitti) per ricordare cosa toccò a gente come l’ex-Sindaco di Pistoia, Renzo Bardelli, quando uscì su Repubblica dicendo che era l’ora di farla finita coi cordoni ombelicali dell’Urss.

Oggi, in ossequio del principio di legalità (che però i piddìni per primi scarsamente rispettano – e rivedétevi quanti esempi di non-rispetto sono stati evidenziati su Quarrata/news, fra l’indifferenza generale degli aglianesi), i commissari del popolo – che tali furono e restano i responsabili del partito, come oggi Biancalani – ricorrono a mezzi come la diffida. Ci manca solo che vadano dall’avvocato e facciano querela – un’arma assai cara agli aglianesi, specie se con scheletri nell’armadio.

Ma mi faccia il piacere!, diceva quel genio di Totò.

Perciò avverto una profonda tristezza. La sento nel vedere che Mangoni, se ho ben capito rientrato dall’estero o cose simili, non si è reso conto che a Agliana (come del resto in Italia) il tempo non è passato e siamo ancora al Medioevo: un Medioevo che predilige le famiglie che hanno sempre esercitato il potere col sigillo del sangue puramente arian-democratico. Chi viene da fuori e tenta di forzare il blocco, è subito respinto: prima, però, gli si fa credere che tutto sia libero, democratico e aperto al confronto, anche duro, anche forte, nei confronti dell’avversario.

È solo dopo, quando qualcuno inciampa e sta per cadere a terra che tutti – come in un pollaio intensivo – gli si fanno addosso e iniziano a beccare il malcapitato.

Mangoni, mi dia retta! Scappi sùbito e se ne torni da dove è venuto. Ci starà sicuramente meglio. Qui, nella democraticissima Agliana delle diffide e delle querele, rischia solo di essere uno specchietto per le allodole: serve a far credere che la democrazia esista, ma è solo carne da macello funzionale al Pd ortodosso.

Quello che da settant’anni fa e per settant’anni ha fatto quel che vuole. E che non intende certo – se lo ficchi bene in testa – scendere di sella e passare il mestolo ad altri.

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One thought on “AGLIANA-PRIMARIE: POVERO MANGONI, BECCATO DA TUTTI E DIFFIDATO!

  1. Ma Agliana, è stata infatti ribattezzata Cessnokgrad per un motivo esatto: oggi è ulteriormente dimostrato. Il 10 inizieranno le “purghe”, come quelle staliniane (alla quale sfuggì Togliatti) ma non sfuggirà il Mangoni se non riuscirà a sfondare… Anche lui come Renzi: gioca il tutto per tutto… poveri concittadini.

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