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AGLIANA. Dopo tre settimane dalla richiesta, l’Assessore Giulia Ammannati Palandri restituisce la detestata (da lei – n.d.r.) risposta scritta sulla vicenda della spesa di oltre 33.000 euro in favore di Tvl Pistoia di Luigi Bardelli per la pubblicità sul Giugno Aglianese: e la toppa – da lei apposta – sembra essere assai peggiore del buco.
Risibile la giustificazione addotta sulla legittimità della spesa: il Comune gestiva in proprio il Giugno Aglianese e si è comportato come farebbe un semplice sittadino; ha acquistato pubblicità su una Tv (l’unica in campo) privata.
Ma l’Ente locale non è un’azienda privata con finalità lucrative e quindi la spesa dei Sindaci Magnanensi e Ciampolini ci è sembrata, e ci sembra ancora, un atto davvero fuori da qualunque regola di correttezza amministrativa; un episodio emerso solo oggi e però prontamente denunciato dall’opposizione, accusata di fare troppo bene il suo lavoro.
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Gravi – per le relazioni causa/effetto – sono le valutazioni di merito circa la prescrizione dell’ipotesi di reato (abuso d’ufficio?) o di danno erariale per la Corte dei Conti. La giovane neo Assessora richiama in modo generico e suggestionante) il D.Lgs. 163/2006 che però prescrive una regola precisa che non è stata affatto rispettata nelle procedure in questione: sulla questione rileva la qualità della spesa tenuta da una “stazione appaltante” cioè di una entità che “esperisce una procedura di gara” e non già di una persona che concede un “affidamento diretto” a una società privata qual era Tvl Pistoia, in odore di conflitto di interesse per le evidenti correlazioni familistiche del Magnanensi, regista e aiuto-regista ventennale della gestione comunale aglianese.
Inoltre la digressione sui termini delle prescrizioni incombenti cade in contraddizione al primo passo: se l’illegittima spesa, peraltro ciclicamente sostenuta dal Comune di Agliana, è giustificata e corretta (lo dice l’Ammannati), quale necessità imporrebbe di limitare o impedire la segnalazione all’autorità giudiziaria o alla magistratura contabile? E poi che ci azzeccano – direbbe Di Pietro – i “controlli ai fini tributari”?
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L’Ammannati Palandri confonde il danno erariale con l’evasione fiscale,che peraltro non c’è: si rende conto di questo grossolano errore di valutazione, viste le sue mire di amministratrice pubblica? Una risposta sconclusionata e illogica, questa, che, a nostro modesto parere, non può essere data non solo da una giurista, ma nemmeno da una neodiplomata.
Sbaglia l’Assessora quando dice che “siamo ben oltre qualunque termine di prescrizione”: lo chieda – come ha fatto chi scrive – al Procuratore Generale della Corte dei Conti, la dottoressa Acheropita Mondero che riceve nel suo ufficio di Firenze in viale Mazzini: gli anni sono ben 5+5 (dieci complessivamente) e dunque la prescrizione giunge, per Magnanensi, alla fine del mese di giugno prossimo e per la Sindaca Ciampolini nel giugno 2020: è una questione di semplice aritmetica.
Insomma, dietro questa sconclusionata risposta, fa capolino, forse, la “sindrome da poltrona” che – questa è una dimostrazione locale della regola nazionale – fa diventare bianchi (anzi rossi, nel caso di fattispecie) anche i più neri per via di una spasmodica ricerca di consensi nelle pozzanghere dell’elettorato della sinistra moderata oggi in decomposizione.
Ciò spiega sufficientemente bene anche gli atteggiamenti di arroganza e incomprensibile polemica con le forze di opposizione una volta amiche e oggi trattate con una supponenza e un distacco mai uditi in precedenza.
Cosa si farebbe per una poltrona? La super-salviniana doc Giulia Ammannati Palandri – chi scrive la conosce bene per la sua collocazione politica storica (solo) apparentemente integra – sarebbe stata vittima del virus dell’opportunismo per la temporanea chiamata alla funzione di assessore; e dunque ci chiediamo come può sparare sulle “forze amiche” senza tanti scrupoli, cadendo in un inatteso tradimento del suo consolidato colorito antisinistra? Domanda diretta: dov’è finito il suo indefettibile rigore politico di destra?
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Dal canto suo, il consigliere Fabrizio Baroncelli (Fratelli d’Italia) ha predisposto la risposta (questa volta firmata e compiuta nel rispetto delle formalità) che pubblichiamo integralmente:
Oggetto: replica alla risposta
interrogazione TVL
Preg.mo Assessore Ammannati Palandri,
anche se si rivolge principalmente al collega Benesperi (e non ne vedo il motivo), essendo cofirmatario ed estensore dell’interrogazione, mi sento tenuto a contestarLe il contenuto della risposta.
Principalmente è da osservare che l’acredine percepibile nella risposta è fuori luogo e incomprensibile: infatti, l’interrogazione ha origini lontane dall’insediamento dell’odierna Giunta e dunque, ciò non potrà in nessun caso farVi responsabili di quanto eventualmente correlato.
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Non secondaria la circostanza che la risposta – seppur trattandosi di atto ufficiale – è sprovvista di firma olografa (cosa singolare per una giurista come Lei che dovrebbe sapere bene, che in “amministrazione” la forma è anche sostanza). La circostanza è, inoltre, espressione di una grave carenza di stile e mal si addice a un normale rapporto tra consiglieri e assessori: però, essendo noto che Lei è inesperta ai protocolli e i crismi della politica, non gliene farò una colpa.
Se la sua malcelata irritazione dovesse derivare dal maggior carico di lavoro nel ricercare dati o consultare funzionari; ebbene non posso che osservare come, l’assunzione d’incarico di pubblico amministratore non glielo ha certo ordinato il medico o il parroco: dunque, una volta accettato l’impegno a fronte della comunità, s’impegni a svolgerlo con gli onori e gli òneri del caso.
È vero che questa interrogazione poteva “essere fatta prima”, ma purtroppo siamo venuti a conoscenza di questa incresciosa vicenda solo recentemente: vuole forse affermare che non rientra nelle prerogative dell’opposizione chiederne spiegazioni a chi governa, anche fossero passati 20 anni?
Anzi la tempestività e pertinenza dell’interrogazione è giustificata proprio dal fatto contingente di avere (finalmente o no lo dirà la storia) una Giunta discontinua dalle logiche di ben noti “sistemi di potere” e quindi più libera, indipendente e trasparente nel rispondere in ricerca della Verità: questo però sarebbe certo e assicurato, se la Giunta fosse davvero discontinua.
E ancora, nella condizione di detta tribolazione, poteva chiedere al suo collega di giunta, Assessore dott. Massimo Zucchelli (di ventennale esperienza in Consiglio Comunale nelle file di oppositore), che Le avrebbe sicuramente ben spiegato quali difficoltà sussistono per dei consiglieri di opposizione a reperire tutti gli atti delle giunte.
Infine, stia ben certa che ai cittadini questo consigliere risponde quotidianamente, perché siede in Consiglio come tutti i colleghi consiglieri, grazie alle preferenze ricevute “mettendo la faccia” davanti ai cittadini che gli hanno dato fiducia (non per la chiamata diretta del Sindaco) e peraltro – non è questo un dettaglio – rimanendo fedele e coerente agli indirizzi della medesima parte politica, invariabilmente.
Consapevole di non avere da prendere lezioni né da Lei, né da chi Le sta intorno, La saluto dunque cordialmente e Le auguro di ritrovare la necessaria calma e serenità che palesemente al momento Le mancano per affrontare questa campagna elettorale, augurandoLe i migliori successi per il prosieguo della Sua brillante carriera politica.
Cons. Fabrizio Baroncelli
(Firma autografa omessa ai sensi ai sensi dell’art. 3 del D. Lgs. 39/1993)
[alessandroromiti@linealibera.it]
«E IL SIGNORE DIO CHIAMÒ L’UOMO E GLI DISSE: “DOVE SEI?”»
L’eloquente silenzio dei piddìni coinvolti nella Tvl-Story aglianese e l’incredibile inversione a U di Giulia Ammannati Palandri
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SONO QUATTRO o cinque gli attori che ruotano e girano in questa commediola dell’arte in cui si muovono tanti Pulcinella e tanti Arlecchini.
I Pulcinella – piaccia o no a ex-maggioranza e neo-maggioranza – sono quelli dei segreti/nonsegreti (il tempo del vero silenzio era quello dei Sindaci alla Risaliti: il tempo del Kgb e di Napolitano che applaudiva i carri armati a Budapest), notizie riservate che escono a gocciole e a rivoli dalle stanze sigillate del Comune di Agliana, come fanno i liquami quando il bottino sta per scoppiare.
Gli Arlecchini, noti comunque come servitori di due padroni, hanno la loro fama nella paretimologia del loro stesso nome: visto che Agliana ha una buona rappresentanza di aretini, il nome potrebbe essere fatto discendere (erroneamente, ma icasticamente) non dal diavolo da cui veramente deriva, ma da un ipotetico verbo «arleccare» (= [a]r[ri]-leccare) capace di far pensare a «chi lecca due volte», di qui e di là. Ma potrebbe, senz’altro, spiegarvelo meglio una persona che sia esperta di dialettologia.
Mi sono perso per via? Macché! Parlavo di quattro o cinque attori che ruotano e girano; nomi, cognomi & indirizzi? Paolo Magnanensi ex-sindaco, Andrea Alessandro Nesti ex-comandante dei vigili, Eleanna Ciampolini ex-sindaca, Rino [nau]Fragai ex-assessore e, ultimo, ma non per importanza, Luigi Egidio Bardelli ex-Aias/ex-Apr ma ancora saldamente Tvl.
In mezzo a tutto il baccano che hanno fatto i consiglieri Benesperi e Baroncelli, li avete mai sentiti parlare questi qua? Non hanno fatto pio, non hanno respirato, non si sono mossi – salvo poi, magari, farci arrivare, in séguito, querele a difesa di una onorabilità in nome della quale la prima e più onesta mossa sarebbe senz’altro quella espressamente prevista dalla legge 47/1948, Art. 8 Risposte e rettifiche.
No: questo articolo non lo conoscono, conoscono soltanto il 595 del codice penale, che è più raffinato, ruffiano, efficace, sgambettone, intimidatorio, immediato e… vendicativamente ritorsivo.
Di spiegare il proprio punto di vista non se ne parla neanche un po’: agire ingolfando i tribunali di cazzate e far sciupare ore di lavoro inutile a magistrati e polizia giudiziaria, questo, però, fa sentire un po’ Jaweh dell’Antico Testamento, e dà la stessa sensazione di una bella pasticca di Viagra: ti fa sentire un… drago – salvo poi che un San Giorgio non ti assesti una bella lanciata nel cuore.
Bene. Per proseguire con la metafora, gli uomini di cui sopra, antichi salvatori del Comune di Agliana e presto reimmissibili in gloria (tranne Bardelli, ovviamente, e l’ex-comandante Nesti) nel riciclo della plastica politica locale; questi uomini si sono resi invisibili e muti come topi.
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Sembra di leggere la Genesi (3, 9-ssgg.): «E il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?”». Continuate a leggere: Adamo era “attopìto” in quanto conscio del casino che aveva fatto con la mela dell’ira di Dio? La risposta se la diano (o «dìino», com’è uso nella scuola di oggi dopo i vari ministri, Fedeli in prima linea) i lettori che fra poco saranno e-lettori e che potrebbero, però, addirittura, optare per i santi vecchi come fecero i piddìni di Pescia con Oreste Giurlani nonostante i suoi quasi 900mila euro di danni erariali da restituire.
Sì, non dovremmo meravigliarci se succedesse anche questo. Del resto, dopo la risposta sulla Tvl-Story della ex-battagliera Giulia Ammannati Palandri, che dichiara che non ha intenzione di muovere un dito e che tutto va bene e così sia, sospettare che il lato B le si sia appiccicato alla poltrona è il meno che si possa fare.
E allora la domanda è questa: ma cosa è diventata questa politica di pupattoli sgraziati come brutti anatroccoli, pieni di sé e creativi fino al grottesco? Non sarà mica che, come gli squaletti che nuotano nell’oceano, se sentono l’odore del sangue, non vogliono più mollare il potere…?
«Tranquilli» dice Levante (Leonardo Pieraccioni) in Il ciclone, quando va a sbattere dritto dritto contro il muro del porticato di casa sua.
«Tranquilli…, non è successo niente»!
[Edoardo Bianchini]
Diritto di critica
2 thoughts on “agliana. TVL-STORY, L’ASSESSORE: «TUTTO A POSTO. NON HO INTENZIONE DI FARE NULLA!»”
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