Una blasfema canzone goliardica diceva: Non esiste Gesù, è soltanto una favola… Ad Agliana si canta, in contemporanea, eia eia e Bella ciao. Perché, appunto, dove c’è Balilla, c’è Anpi
FATTI MANDARE DALLA MAMMA
A PRENDERE IL ‘5 G’…
Non c’era da aspettarsi di meglio dal con[s]iglio comunale del Benesperi spippolans, sempre col suo cellulare in mano.
Una volta ai bambini gli si metteva in mano il ciuccio. Oggi gli si compra un Tamagotchi 5G e loro sukano ogni verità da perfetti batteri allevati in coltivazioni da laboratorio.
Mancavano, in aula, i due nemici mortali: il Ciottoli, che al tempo della falegnameria, era sempre a casa di Alessandro Romiti a chiedere favori («scrivimi tutto te, che io non so scrivere, non so leggere e non so fare di conto»); e il Nerozzi, che aveva dato più che una mano a issare due residui della levatura di un tappo, in cima alla piramide comunale, sorretta e guidata dalla segretaria-sindaca di fatto, Paola Aveta.
Agliana e Quarrata, a questo proposito, si somigliano e si pigliano. A Quarrata il sindaco di facciata è il Romitino, e quello di fatto è un trafficone occhialuto che sa solo pappare e che si nóma Mazzanti e/o Okkióne, Burrachiere, Burrakador etc. Di fatto un distruttivo ganascia che eteroguida Ser Tanacca da Santonovo, con la testa liscia a òvo.
Agliana ha ricevuto il suo processo di rieducazione con l’arrivo (esiziale) della dottoressa Aveta: tutto fuorché rispettosa dei diritti dei cittadini che la mantengono con il loro sangue.
Ovviamente con l’avallo complice e vergognoso di una procura che sa tutto e tace su tutto: perché essa, da tempo immemorabile, ha lasciato bruciare l’ecomostro di via Tobagi senza muovere dito. Ve ne parleranno altri, di questo tema.
La procura ha affidato le sorti della machina dei tumori a una Linda Gambassi che ha lasciato che ogni serio problema finisse nell’inceneritore stesso.
Questo processo – sotto gli occhi di tutti – si chiama incenerimento dei rifiuti, che in procura coincide con l’archiviazione forzata per decadenza dei termini.
E la Linda, che ha ballato a Pistoia per come sapeva ed era capace, ha creato, nel suo ufficio, una vera e propria succursale del Cis. Lì le pratiche sono rimaste al galleggio ed è forse per questo che la sostituta è stata gratificata quando ha chiesto il trasferimento: si era mostrata fedele esecutrice (c’è da pensarlo) del trattato di non aggressione Ribbentropp-Molotov; la procura non vede, la politica ringrazia. Il malaffare prospera e chi muore giace e chi vive si dà pace.
Ora che, nel 2019, Agliana aveva cambiato pelle (ma forse solo quella della minchia), ci si aspettava che il Bimbominkia mantenesse gli impegni presi con i suoi elettori.
Ma la sua pelle di Bimbominkia era bell’e mutata un’altra volta strada facendo. I politici si mischiano, si confondono e sono dei veri e propri mutanti: pensano solo a Barilla/Balilla e derivati tossici, come i bond argentini che certi direttori della Cariprato facevano ingozzare ai loro clienti assetati di denaro e poi, ovviamente, inculàti a sangue.
Una blasfema canzone goliardica diceva: Non esiste Gesù, è soltanto una favola… Ad Agliana si canta, in contemporanea, eia eia e Bella ciao. Perché, appunto, dove c’è Balilla, c’è Anpi.
Le opposizioni fanno, in contemporanea, pena e pène. Ma evidentemente a tutti sta bene così.
Anche a quelli che, finito l’ultimo con[s]iglio, hanno preso la loro Vespa per andarsene in ferie in Corsica.
Che dire di più e meglio delle stronzate del Bene-Minkia che ci ha spiegato – a noi poveri imbecilli di turno – che «È vero: ho mentito su Nerozzi. L’ho fatto 1, 2, 3 volte ma… si è solo trattato di un problema tecnico»?
Oggi, evidentemente, le puttanate si chiamano così. E tutti zitti.
Edoardo Bianchini
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