Penso che per i più non sia salvezza,
ma taluno sovverta ogni disegno,
passi il varco, qual volle si ritrovi…
E. Montale, Casa sul mare
IL NUOVO BESTSELLER DEL GEOM. BILLI
Enrico Fedi Io, fossi Billi, andrei in esilio… l’ha veramente umiliato…..
Oliviero Billi Enrico Fedi ride bene chi ride ultimo!
Enrico Fedi Oliviero, non la conosco e non sono abituato a giudicare a priori. In questo momento, mi baso su questo, articolo scritto da una persona, che a quanto pare la conosce bene…. spero per lei abbia modo di poter replicare, ma la vedo dura….
Oliviero Billi La diffamazione a mezzo stampa, aggravata da pubblicazione di notizie false e [è, con un bell’accento! è c’è anche sulla tastiera…] disciplinata dagli art. 596, 597, 597 bis e 599 del CP prevede la reclusione fino ad 1 anno e la multa fino a 1032 €. Oltre al risarcimento dei danni in sede civile. Ripeto: vedremo chi riderà e chi dovrà andare in esilio.
Enrico Fedi Edoardo l’ha diffamata?
AGLIANA. A mio parere Dio è ingiusto. Perché crea miliardi di donne, ma il 90% le crea brutte e inavvicinabili, le altre bellissime e irraggiungibili.
Così, nonostante la dottrina marxista, gli uomini (intesi anche come donne, lgbt e tutto il resto, bisex compresi) non sono tutti uguali: c’è chi è più veloce nel comprendere e chi, nonostante i nostri sforzi per far loro capire cosa gli stiamo dicendo, non ce la fanno proprio. E continuano a battere la zucca nel muro e sullo stesso spigolo e, si sa, il muro è più duro della zucca, che è, di solito, quella che va in frantumi.
Tanto per continuare a usare una parabola facendo arrabbiare (mi spiace) il mio compagno d’infanzia don Tofani, narrerò un episodio i cui attori sono oggi 54enni, tutti miei ex-studenti del superiore.
Tornavamo da una gita a Roma ed eravamo allegri. E siccome un po’ di bullismo scherzoso non fa male a nessuno, tre o quattro maschietti presero Gianluca, un loro compagno, e, mentre lo tenevano ben stretto, uno di loro iniziò a truccarlo con rossetto, ombretto e roba del genere.
Gianluca, esagitato, cercava di non farsi impecettare e strillava, mentre Andrea – che oggi è laureato in filosofia e lavora in attività sociali a La Spezia – saltò su con una battuta che fece scoppiare dal ridere tutto il vagone: «Via, Gianluca! Falla Finita! Ma mostrati uomo!», mentre lo stavano truccando da prostituta.
Se la cosa non fosse chiara, ecco che la spieghiamo meglio o, come dice Dante (Paradiso, 33, 87), la «squaderniamo», anche se la storia su cui stiamo per tornare è, più che altro, uno “squinternamento”, con ben altro significato.
L’amico Oliviero Billi, dopo il mio doveroso intervento di precisazione, ha subìto il cosiddetto shock del pugile che, con la massa dei cazzotti ricevuti alla testa, e messo k.o. a metà del primo mezzo round, rimane “suonato” come Peppone Bottazzi a Brescello, quando gli cade in testa il campanone di bronzo in una straordinaria ed esilarante scena di Don Camillo.
Non sa rispondere, Billi. Se io “scribacchio”, lui non sa che altro dire e – secondo le sue solite prosopopèa, albagìa, supponenza: perché gli uomini sono prevedibili nelle loro reazioni – ce lo insegna la scienza –, l’ex-comandante dei vigili di Quarrata inizia a balbettare e a scagliare fulmini & saette.
È «spettacolare», in altri termini, come un altro notissimo personaggio dantesco (stavolta canto 25 dell’Inferno), Vanni Fucci, pistoiese, il ladro, che, incazzato con l’Altissimo che gli ha dato il fatto suo, è gonfio, tronfio e scalmanato; ed urla in maniera esagitata:
Al fine de le sue parole il ladro
le mani alzò con amendue le fiche,
gridando: «Togli, Dio, ch’a te le squadro!
Insomma, se la rifà con Dio non capendo di essere già stato lui opportunamente cucinato a dovere, e incapace di comprendere che, dinanzi all’Eterno, pigliarsela con Dio porta all’Inferno.
Per il significato delle «fiche» (non avesse a prendere lucciole per lanterne…) consiglierei all’ex-Comandante dei vigili di Quarrata di leggere qui, sul Fatto Quotidiano (e può ben farlo anche perché, come leghista, sta governando con i 5 Stelle…).
Credo che la dote più grande di un politico (e Andreotti ne fu Maestro con la emme maiuscola) è saper incassare e capire quando è il momento di fermarsi, di tacere e, se mai, anche di battere in ritirata.
Ma da quanto e da come lo conosco io, non mi è difficile poter suppore, con sufficiente tranquillità, che il carattere bullico del Signor Billi, naturalmente portato a prendere fuoco come un cerino (anzi: uno svedese controvento), lo porta a comportarsi nella direzione esattamente opposta e contraria: verso la collisione. Lui va avanti a testa bassa.
Ed è per quello che, anche nella mia precedente analisi, lo avevo definito – se non erro – un vero e proprio fighter, combattente. Stavolta, però, affiliato agli Agliana’s bulls, che non tradurrò perché quest’inglese se lo capisce chi scrive, deve capirlo anche un ex-Comandante dei vigili con velleità di segnare la rotta (speriamo non di Caporetto) del Comune di Agliana; ente che – a mio parere – se andasse in qualche modo o per qualche strano motivo in mano a lui, finirebbe di certo dalla padella (del pesce fritto di Agliana) nella brace (dell’inceneritore di via Tobagi).
Seguite bene questa analisi:
- in prima battuta, nel suo superiore vedere le cose dall’alto e quasi con un certo qual marcato disprezzo, ha affermato che ciò che avevo scritto su di lui non meritava una querela
- ora passa alla querela e tuona e fulmina e saetta con far minaccioso: anzi, zàin! (in ebraico = cazzo!), ci cita il codice penale.
Ma allora sa anche leggere, il Signor Billi! E meno male! Sarà stato così bravo, nell’applicare le leggi, anche quando era capogrosso dei vigili di Quarrata? Speriamo, eh! - ma non perdetevi un particolare – piccolo piccolo, ma pesante pesante come la materia di un buco nero –: prima dice una cosa e il giorno dopo ne dice un’altra del tutto opposta.
Perfezione e coerenza, si direbbe, “geometrica”: non ti querelo, ma ti querelo perché voglio ridere per ultimo. Obbràvo!
E non credo che questa sia l’unica volta che lo ha fatto.
Ora, se esiste, in matematica, la successione di Fibonacci (per il Signor Billi e i non addetti ai lavori, cliccare qui), vi immaginate che cosa accadrebbe se, salito al potere come assessore o cos’altro, parlasse a singhiozzo, un giorno sì e uno no, sulla medesima materia?
E, obiettivamente, dopo questa sua evidente, ulteriore prova di estremo eroico coraggio (pensate bene: ha minacciato un’altra volta non scrivendo direttamente a me, ma ancora dalle colonne di Mamma Agliana, cioè di traverso, di sbieco!), gli elettori dovrebbero fidarsi di una sua ineccepibile e coerente operatività amministrativa?
Per questo suo epico intervento da Zeus dell’Olimpo, in cui sbuffa come un toro nell’arena in attesa della sua sorte, in questo momento ci stanno tremando addosso le mutande; siamo esangui e sbiancati come se ci avessero immerso nella tripolina o nel Vanish.
«Ride ben chi ride l’ultimo»? Anche Golia (non la caramella, Signor Billi!) voleva schiantare gli ebrei: ma bastò un ragazzino, una fionda e un sasso tirato bene. Dunque: Memento, Billi, quia pulvis es! Per la traduzione vada da un curato di campagna, ma solo se ha fatto il latino.
Cerchi – ammesso che ce la faccia – di essere più umile e concreto, come deve esserlo una persona che vuole difendere e tutelare il bene comune dei suoi concittadini. Perché, dopo il ridere, viene sempre il famosissimo «chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato». E perché:
Pur se il toro nell’arena
sbuffa e ingrossa la sua vena,
alla fin, per spada e nècche,
torna in tavola in… bistecche!
«Te sì che tu sei un òmo, miha la tu’ sorella!», diceva in tempo di guerra il Mattaccino di Quarrata.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
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[o siamo già in regime di censura?]