agrùmia’s story. COME VIVON DI FATTO I TRISTI AGLIANI, IN MEZZO ALLE BEFANE ED AI BEFANI?

È ovvio che l’aria che si respira in questa Terra del Sarcofago, non può essere diversa da quella che è: tossica come quell’inceneritore che il contestato Nerozzi, non ben compreso da nessuno, cerca di far chiudere


La battutaccia dell’Epifania tutte le pèste se le porta via


NON È SOTTO RICATTO IL BENESPERI,

SE MAI ‘RACCATTO’: E IN PIÙ CAVOLI AMÈRI!


 

Con Di Pietro in giro sì che la politica e i magistrati tornarono ad essere seri e rimisero l’Italia in piedi!

 

La stampa organica di oggi ci presenta il latteo lardo di Colonnata, dolce come un’uscita di vecchine dal vespro di don Tofani, quando – dopo aver pregato dominum nostrum – le pie donne si mettono a dir male di tutto e tutti. Sempre, s’intende, nel santo nome di dio…

Vista di fuori la situazione aglianica è tragica per un’inerzia colpevole della procura di Pistoia, che ha mantenuto lo status quo salvando i colpevoli e condannando gli innocenti.

Nella prima categoria (colpevoli) dovevano finire: un falso testimone come il Ciottoli; un disturbato calunnione come il Benesperi con le sue incontrollate/incontrollabili cacaiole che turbano il sostituto Grieco; una occultatrice della verità ad usum partitorum democraticorum, pur Ella protetta da prefettura e procura; un mai-comandante usurpatore stra-protetto, oltre che in casa propria dalle forze democratiche della sinistra, anche in procura: per pietà di casta, visto che per vari anni ha esercitato il ruolo di pubblica accusa in aula.

Nella seconda categoria (gli innocenti) vanno, ope legis, messi gli arrestati a comando e i perseguitati per ordine superiore.

Per essere chiari, parlo dei giornalisti di Linea Libera. Ma anche altri, tipo – ad esempio – la comandante Lara Turelli, oltraggiosamente confezionata come vittima sacrificale, arrestata e tuttora a regime di libertà limitata, dopo i traffici loschi dei due Bibì & Bibò eterodiretti da una segretaria generale che, due anni dopo aver ricevuto una mafiosa lettera anonima, e ignorando il suo ruolo di vigilante dell’anticorruzione, non mi ha ancora fatto avere quella lettera che puzza come il bottino di Belzebù.

Ovviamente lo ha fatto e continua a farlo con il beneplacito delle sante istituzioni giudiziarie, dato che perfino la sostituta Linda Gambassi – pur con tutto lo stipendio che piglia per il suo incarico – non è stata capace di rintracciare quell’opera scrittoria degna dei Sinagra e dei Cuffaro di Andrea Camilleri. Che ne sappia qualcosa di più e voglia, in qualche modo, proteggerne l’autore/gli autori/i coautori?

La realtà storica è questa: non quella che ci raccontano nella procura che lavora per la «gente comune».

È che, a Pistoia, la «gente comune» di diritti non ne ha e, se ne avesse, trova dinanzi a sé le famose «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci, pronte a fare da leva ai massi ingiuriosi di Sìsifo scolpiti e plasmati in maniera – a nostro avviso – ridicola dal sostituto Claudio Curreli, un uomo per tutte le stagioni: quelle della procura e quelle, anche, dell’anti-procura e dell’immigrazione clandestina a cottimo.

Nerozzi ricatta Bibò 1-0. E incassa questa bisteccona come premio. Gliela cuocerà il famoso bistecchiere Agnellone Ciottolo d’Ombrone?

È ovvio che l’aria che si respira in questa Terra del Sarcofago, non può essere diversa da quella che è: tossica come quell’inceneritore che il contestato Nerozzi, non ben compreso da nessuno, cerca di far chiudere.

Contestato, il Nerozzi, sia dalla sinistra che promette da una vita la chiusura dell’inceneritore (ma non lo fa), che dalla destra (quale? Quella del senatore agricolo?), bugiarda, falsa testimone, epigastràlgica, arrogante e cafona, calunniatorA e diarroica.

Aprite le finestre al nuovo sole, È primavera, è primavera, Lasciate entrare un poco d’aria pura, Con il profumo dei giardini e i prati in fior (Franca Raimondi, 1956).

C’è chi non sa dire altro che il «Benesperi è “sotto ricatto e deve dimettersi”»; e c’è chi si ar-Rowenta (per chi non si accontenta…) come Pd e 5 Stelle.

Mi diverte troppo vedere questi botolini intorno all’osso del bisteccone. Per questo è bene ricordar loro (ma anche alla Piera Salvi e a «palla nera» del Tirreno, che non si firma) che il Bartoli si era prestato, a suo tempo, a pregarci di ascoltare, dalla viva voce della scrittrice e critica letteraria Milva Maria Cappellini (alias Blimunda e altri profili fake di Facebook), l’incredibile e triste storia del mai-comandante Nesti, suo marito, iper-protetto per 15 anni da Pd (quindi anche Vannuccini etc.) e – viste le decisioni del giudice Luca Gaspari nel “processo politico” contro Linea Libera – dalla stessa magistratura pistoiese, ma anche dalla destra-del-Menga (su cui vi faccio riascoltare un messaggio vocale legato al Trio Lescano Benesperi-Aveta-Ciottoli.

Roascoltate bene:

Comune di Agliana. L’assessore al personale, il sindaco di nome (Bibò), il sindaco di fatto (dott.ssa Aveta), la presidente del con[s]iglio comunale e, ben nascosto, il vicesindaco Fabrizio Baroncelli
I botolini di Agliana girano intorno all’osso del bisteccone. E la domanda finale mia, di perseguitato dalla procura e dai giudici pistoiesi, è la seguente: qual è la ciccia che Nerozzi ha avuto da Bibì & Bibò, fino a questo momento? O sono cieco o non riesco a capire una mazza…

Forse solo l’arresto della moglie per un presunto furto di una chiavA in un giro di postribolo ciaccione tenuto in piedi da lavandaie alla gora e reso famoso dall’intervento del luogotenente Salvatore Maricchiolo sùbito assecondato da Leonardo De Gaudio e Luisa Serranti?

Bisogna dirlo. Oltre ad essere una terra con un senatore agricolo di troppo e un Carlo Nordio di meno, vista così, nella gestione delle anomalie di Agliana, la capitale della cultura 2017 sembra proprio una terra che esonda di Befane & Befani!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Ora il sostituto Giuseppe Grieco non venga a chiedermi perché non mi iscrivo al partito del Nerozzi, perché: 1. il Nerozzi non ha un partito, ma una lista civica; 2. anche se possibile, non ho intenzione di candidarmi per Agliana. L’ha già fatto, in passato, il Ciottoli e guardate com’è finita: ha fatto falsa testimonianza in aula…


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