agrùmia’s story. GIORNALISTI PISTOIESI, VI PRESENTO ALFREDO FABRIZIO NEROZZI, UN ISPETTORE DELL’ASL PRESTATO ALLA POLITICA NELLA PROVINCIA CHE BARCOLLA CON UN SENATORE DI TROPPO E UN NORDIO DI MENO

Se la sentirà, il Nerozzi, di decidere per l’abbattimento di quel calunniatore del Benesperi e di quel falso testimone del Ciottoli, tenuti in piedi e conservati nel congelatore del senatore La Pietra?


La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni
(e lo ha detto Marx, non Linea Libera)


ANCHE SE NORDIO VUOLE RIFORMARE

NEPPURE QUESTI GLIELO LASCIAN FARE


 

Vediamo di capirci. Quando Alfredo Fabrizio Nerozzi scese in campo con la lista di Giacomo Mangoni che sorpassò l’Eleanna Ciampolini, questo ispettore dell’Asl ne sapeva – della politica e dell’amministrazione – meno di un bimbo della materna.

C’è un aneddoto che lo descrive perfettamente e che nessuno sa; un aneddoto vero che deve essere scritto perché non se ne perda memoria.

In un incontro con la giunta, mentre lui era presidente del consiglio comunale, venne fuori una frase tipo «come va divisa la torta». Su questa torta il Nerozzi si è fatto la testa marcia per capirne il significato oltre la metafora.

Eppure, anche se ha capito che si trattava della spartizione del potere, il Nerozzi non si è mai fidelizzato alla posizione corrente in Sarcofago City. Un abito mentale così evidentemente chiaro e che conduce in una sola direzione: per il potere si lotta e, una volta raggiunto, si mantiene con ogni mezzo, lecito e no.

Che differenza c’è, ad esempio, tra i 75 anni di fascio/comunismo pistoiese e l’arrivo del centrodestra del senatore La Pietra? Neppure l’anellino di pelle che gli ebrei e gli arabi si tagliano dalla punta del pisello, convinti che così potranno, un giorno, trasmigrare in paradiso.

E se per 75 anni a Pistoia non è mai accaduto niente, ciò è avvenuto perché su Pistoia-masso-economica era poggiato, a difesa, il piano della piramide del novus ordo saeclorum.

Non c’entravano – perché da Vanni Fucci non ci sono mai stati – né il Pci né altri poteri se non quello del vile denaro, la cosiddetta “merda del diavolo”.

A questo potere reale sembra essersi allineata anche la magistratura locale. I politici che proteggono l’economia di fatto, a Pistoia vengono mai pizzicati? Non sembra. E il caso Giurlani finisce col non significare niente: è stata, forse, una mossa solo perché Oreste aveva probabilmente fatto uno sgarbo ai signori delle leve politiche. L’Italia “costituzionale”, infatti, è anche questa.

Non sono stati pizzicati all’epoca del regno di Giuseppe Manchia e non lo sono neppure oggi, all’epoca di un Coletta che – a quanto si sente – avrebbe inteso proteggere il Pm aggiunto di Firenze, Luca Turco, anch’egli di origine pistoiese seppure (se non erro) di sangue originariamente pisano, a quel che mi pare di aver letto.

Ma Il Tirreno che fa? Ci copia….?

A Sarcofago City o ti adegui o crepi. E chi non si adegua, crepa. Il Nerozzi, anomalo sotto ogni punto di vista, era ed è un destinato a crepare. E perché? Perché non fa parte del comune pensiero unico pistoiese che segue il principio «arrosto che non ti tocca, lascia che bruci».

Il Nerozzi è d’altra razza, come del resto Linea Libera e chi scrive. Noi non ci accontentiamo di lasciar vivere senza fiatare: vogliamo sapere; chiediamo; insistiamo e, non di rado, veniamo massacrati a randellate da senatori e magistrati. Sgambettate e arresti senza pietà. Ecco cosa sono le «autorità costituite» tanto care alla Gip Patrizia Martucci e così ben tutelate dal sostituto Claudio Curreli.

E tuttavia ce ne freghiamo, perché il nostro senso morale non cammina spiaccicato a terra come le lucertole, ma «sovra gli altri com’aquila vola», tanto per citare Dante a chi lo conosce solo per interposto Benigni.

Certo siamo delle mosche bianche, talmente poche e individuabili che tutti ci saltano addosso: ma preferiamo buscarne tante piuttosto che chinare la testa a chi è davvero, in metafora e no, un dittatore e un fascista: la politica e la giustizia pistoiese.

A Pistoia è un voga la triste legge dei Sinagra e dei Cuffaro del commissario Montalbano. Con Linea Libera e con il Nerozzi, questo contrastato da comportamenti che nessuno comprende: perché è più facile apprezzare chi si allinea e non ha grane, che chi lavora per gli interessi comuni. Linea Libera per l’informazione e la legalità; il Nerozzi per il bene comune di Agliana.

Un bene comune per una cittadina ambigua e non di rado mestatrice con i suoi protezionismi di sinistra (caso Andrea Alessandro Nesti) e di destra pseudo-legalitaria; vedasi il caso degli arresti della moglie del Nerozzi, a nostro avviso perseguitata da una sorta di congiura dei Pazzi tenuta in vita a forza da ordini di scuderia rigorosamente osservati da chi, Nordio, dovrebbe tenerlo sulla propria scrivania come la madonnina che spiccava sul tavolo del presidente Scalfaro.

E chiudo questo pippone. Oggi, 4 gennaio, la sorte di Agliana e – in parte – di Pistoia/Sarcofago City, si riassume in Alfredo Fabrizio Nerozzi, emblema della persecuzione politico-giudiziaria che vive e regna nella microcefalia pistoiese.

Se la sentirà, il Nerozzi, di decidere per l’abbattimento di quel calunniatore del Benesperi e di quel falso testimone del Ciottoli, tenuti in piedi e conservati nel congelatore del senatore La Pietra?

Con il senatore, infatti, sembra di vivere nel film di Batman in cui compare Mr. Freeze, che raggela, cristallizza e immobilizza tutto: Ciottoli compreso. Ed erano loro i campioni che si facevano grossi nel promettere trasparenza, rinnovamento e legalità.

In tre fecero danni con l’aiuto di magistrati e senator pietruto

Che farà oggi il Nerozzi, giornalisti pistoiesi? Una spallata ai due dell’apocalisse dell’inciucio o li terrà ancora lì senza staccare la spina al loro respiratore?

Lo vedremo dopo le 18. Ma state certi: qualunque cosa decida, siccome è anomalo e non guarda solo al proprio tornaconto – o avrebbe già fatto a pezzi da un bel po’ gli sbirri del senatore –, il Nerozzi lo farà per il bene di Agliana e non per accaparrarsi vantaggi per ciò che il trio Benesperi-Aveta-Ciottoli, e la procura, hanno riservato alla comandante sospesa Lara Turelli.

Osservate la differenza. Nessuno, né destra né sinistra, ha mai sospeso il mai-comandante Andrea Alessandro Nesti pur essendo egli licenziato di fatto e di diritto sin dalla prima sentenza del Tar della Toscana. Nessuno. È rimasto lì dal 2000 al 2015.

Ma tutti (sia a destra che a sinistra) non hanno osato fiatare quando la discutibile procura pistoiese ha deciso di arrestare la Turelli. Anzi, quel sicario del Ciottoli e quell’epigastràlgico falso del Benesperi hanno perfino avuto il coraggio di costituirsi parte civile contro di lei.

E allora, Pistoia è o non è una terra con un senatore di troppo e un Nordio di meno?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


LA LEGALITÀ È AL CAPOLINEA. LA «GENTE COMUNE» NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO SISTEMA DI SOSTANZIALE ILLEGALITÀ


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