«Continuando a percorrere la Francigena verso Roma, superata Lucca si incontra Altopascio, importante stazione di posta lungo il cammino verso Roma. Lì c’era un famoso Ospitale gestito dai cavalieri del Tau e lì veniva cucinato un minestrone, chiamato “Calderon d’Altopascio”, che i frati offrivano ai pellegrini. Questa usanza era assai famosa tanto da divenire proverbiale e proprio in questo senso Boccaccio lo rammenta nella decima novella della VI giornata del Decamerone…»
NEL PAIOLO SOBBOLLONO, FELICI,
FASCISTI ED ANPIGIANE INGANNATRICI
Diceva Argante, il macellaio per eccellenza di Piazza Risorgimento a Quarrata: «Ci vuole fede».
Noi, nati nello stesso anno della Costituzione – quella cosa che tutti hanno in bocca senza sapere cos’è – ormai la abbiamo persa. Del resto come fare a tenersela in collo?
Abbiamo perfino visto lo spettacolo medievale della compresenza a Roma di papa e anti-papa; di cattolicesimo fondato su teologie serie, e di benedizioni ai gay che, sì, non vanno demonizzati, ma che non possono neppure essere esaltati, dato anche che quel patriarca pericoloso di Dio preferì una vergine, piuttosto che un culo maschile, per generare suo figlio.
Come si fa, Claudio Curreli, sostituto Pm, con molti punti oscuri quanto a trasparenza e rispetto della legalità, a parteggiare – come dici di fare tu – per Dio (sei un cattolico della scoutanza Agesci) e, allo stesso tempo, per Mammona?
Sei, infatti, uno che non dovrebbe stare a Pistoia con sua moglie, giudiciA anche lei e nelle stesse tue materie: ma Rona e Genova ti proteggono a spada tratta anche se tratti e vieni a patti con le marcescenze dei trafficanti di esseri umani, perché sei convinto che il mondo deve essere aperto a prescindere.
In verità, Curreli… Curreli – come dice padre Fedele Bisceglia –, il tuo modo di ragionare come si concilia con l’amore universale che ti guida quando perseguiti la gente come noi, che ti sta antipatica perché dice e scrive quello che tu non tolleri? Perché non tolleri, nella tua saggezza da magistrato, il giusto e fondato nostro richiamo a un ordine fondato sulla «disciplina ed onore» che tu, proprio perché sei un raccomandato, neghi nella tua carnale essenza terrestre?
Ci vuole fede anche a reggere le marcescenze politiche che siamo costretti a ingozzare – nonostante che paghiamo decine di milioni di tasse per mantenere solo il saprofitismo politico-istituzionale – come quelle che abbiamo visto nei Comuni della Piana: Serravalle, Quarrata, Agliana, Montale (Pistoia è lo stesso, ma fa storia a sé).
Ci vuole fede a credere alle «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci. Perché la maggior parte di quelle autorità, se fossimo nel luglio del 1789 a Parigi, finirebbe con il collo sotto la lama della ghigliottina.
Il tema di oggi è lo stesso di quello della battutaccia di ieri. Riguarda la pecora e l’agnello (anche l’Agnellone Ciottoli) che vola in Romania e poi ci informa di aver passato momenti memorabili con i suoi amici cacciatori ad ammazzar volatili.
E siccome se n’è vantato e ci insiste, è anche logico insistere sulla famosa domanda già póstagli ieri: come ha fatto il Ciottoli, lo squadrista dell’amministrazione di Agliana, ad andare a quaglie in Romania?
C’è andato a guardare (dato che non ha più, a quanto pare, il porto d’armi; oppure ha sparato ugualmente perché nella terra di Dracula si può far tutto semplicemente allungando un pizzicotto di stercorei euro?
Su questo dovrebbero far caso i santi del Terzo Piano di Pistoia. Che invece gli sono particolarmente amici e benevoli, forse anche perché nel suo garage quarratino, come ci narrava quando chiedeva il nostro aiuto per intraprendere la carriera delle “svuotature di bottini agrumiènsi”, sono passate troppe auto di funzionari di prefettura, polizia, carabinieri e (forse, per estensione) anche di magistrati.
Ed eccoli là, nella foto, tutti in fila, a far mostra di sé insieme alla réclame della pecora in umido esaltata da Bimbominkia (così lo chiamava la Claudia Vilucchi, leghista amica del Buono, ma poi del Ciottolo-Agnellone). Bimbominkia il falso epigastralgico e calunniatore sofferente di incontrollabili diarree e acclamato sindaco che ha trattato il Nerozzi come Matteotti del 1924 – anche se al Nerozzi l’accostamento non piace.
Eccoli là tutti in fila in bella mostra con lo squadrista redivivo, dopo giorni di spari ai poveri uccellini della Vilucchi. Proprio lui strizza l’Ambra Torresi, iscritta all’Anpi partigiana, e mai schiaffata fuori dalle file antifa a calci in culo come avrebbe meritato.
Ma i rossi sono così: vogliono le dimissioni di una Cinzia Cerdini perché è della Lega, ma tollerano tutto, se quel tutto che accade (compreso il leccare un culo che ha appena defecato) grazie a uno di loro; un compagno. Li avete mai sentiti Marco Furfaro, o Guido Del Fante, o la Silvia Pieri, chiedere le dimissioni ambrate dall’Anpi? Io non credo.
Ma va bene così. A tutti. Perché nessuno sa, di preciso, quello che è o quello che vuole davvero.
Tant’è che, dopo la cignata di ieri al Ciottoli e la consolazione, allo stesso, da parte della sua sostenitrice ex-leghista Claudia Vilucchi, la medesima consolatrice – filosofando a favore del suo assessore prediletto e spalleggiato – ha aggiunto una nuova dichiarazione di prossenetismo nei confronti del tubatore che spara in Romania, usando le parole di Virgilio a Dante: non ti curar di lor, ma guarda e passa.
Solo che il Ciottoli non è Dante. Né tantomeno lei, Claudia Vilucchi, può paragonarsi a una Virgilia.
Virgilio, infatti, è maestro e guida. Lei invece, manipolando documenti segreti, e che tali dovevano restare perché soggetti a indagini, scriveva al cacciator rumeno che “una copia su CD la teneva in serbo per lui (l’indagato!) con tanto di password».
Il Curreli, il Coletta, il Grieco, il De Gaudio, la Serranti… di questi particolari se ne fregano. Non li annusano nemmeno.
Loro, magistrati integerrimi (e ben protetti in cielo, in terra e in ogni luogo come Dio), hanno solo da pensare a piantare alberini di quello e di quell’altro in giro; a favorire illegalmente i clandestini mostrando loro ipocrita benevolenza; e, soprattutto, a continuare a perseguitare (paro di Curreli, magistrato-stalker) Linea Libera e i suoi giornalisti.
Come si fa ad andar bene, in Italia, con una gromma merdacea rinsecchita di tal bestiale portata? Ce lo vuole spiegare, ontologicamente, Tom Col? Grazie.
Edoardo Bianchini
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