MARINA DI PIETRASANTA-LA VERSILIANA. Il cielo scuro e perfido del pomeriggio del primo agosto si è sciolto in un bel temporale che ha costretto gli organizzatori a rinviare l’incontro con la Ministro della Pubblica Istruzione, Stefania Giannini.
Gli scontenti della riforma della scuola, presenti in discreto numero e un po’ inquieti, hanno riposto fischietti e striscioni nelle borse da spiaggia e se ne sono andati.
E siamo tutti qui, il giorno dopo 2 agosto, anche i contestatori della “buona scuola”. Ma buona a che?
Sta per arrivare il Ministro della Pubblica istruzione e i mezzi delle forze dell’ordine, polizia, carabinieri e municipali, sono disposti in bell’ordine fuori dal cancello; qualche tutore della legge si aggira anche tra il bar e la platea degli incontri del pomeriggio.
Marco Gasperetti del Corriere della Sera riceve e intervista Stefania Giannini:
– Tutte queste assunzioni sono davvero un effetto positivo della legge sulla buona scuola o non piuttosto un obbligo che vi ha imposto la Corte Europea? i sindacati sono contrari… parlano di deportazione forzata, nel privato si sarebbe detto che questi sono licenziamenti mascherati… come stanno le cose?
Il Governo si occupa della scuola dopo decenni. Non è vero che la Corte Europea ha imposto le assunzioni. La corte ha detto di smettere di dare le cattedre a supplenza. E rispettare la Costituzione italiana facendo i concorsi. Forse i sindacati erano affezionati al precariato. Ci si abitua anche all’anormalità e finora si è vissuti nell’anormalità. Del resto per chi vuole insegnare, accettare l’assunzione in ruolo con un trasferimento di uno o due anni non pare un gran danno. Certo la legge non è perfetta ed è migliorabile, il cantiere comincia oggi.
Con la stabilizzazione avremo un biennio di transito ma poi con il nuovo concorso potremo programmare le cattedre dove servono. Se uno vuole insegnare greco e la cattedra è a Milano deciderà di trasferirsi o di fare altro (n.d.r.: ha ragione la Ministra e più ne avrebbe se la scuola fosse all’anno zero, ma purtroppo nelle nostre scuole ci sono precari che fanno supplenze annuali da 15/20 anni e più, e hanno ormai 50 o 60 anni… Lei lo sa bene: anche se ha sempre avuto posti al caldo e poca cattedra…).
Se dall’instabilità permanente si vuole passare alla stabilità, c’è da pagare uno scotto. I posti di supplente, nell’arco di tre anni, devono finire.
Dalle retrovie del pubblico salgono mugugni, provocazioni; dal palco viene autorizzata una domanda da parte della precaria storica: “Insegno lettere alle medie, vogliamo dire che questa riforma è fatta contro il mondo della scuola, lei crede davvero che questa riforma faccia bene alla scuola?”.
La Ministra risponde: “Assolutamente sì. Noi dobbiamo lavorare contro la dispersione scolastica, dobbiamo accrescere l’offerta formativa. Se si parla poi della valutazione degli insegnanti, esiste in tutto il mondo”.
– Altra critica, si è parlato di un modello un po’ ossessivamente aziendale. Effetto Toyotismo.
Ora devo essere impertinente: lei l’ha letta la legge? La invito, per dare sostanza a quello che dico, a leggere (intanto la Ministra contestata, mentre continuano le rivendicazioni, ci sembra di cogliere che a fior di labbra si lasci sfuggire ”queste sono insegnanti…”) noi siamo per l’alternanza scuola-lavoro che è l’unico modo per contrastare la grave disoccupazione giovanile. Mettiamo 10 milioni all’anno perché i nostri ragazzi facciano 400 ore di scuola-lavoro.
– Che dice del preside manager?
Il preside è un Dirigente Scolastico, è la legge dello Stato che ha responsabilizzato il DS, gli ha dato la funzione di gestire il suo istituto in tutti i suoi aspetti: se uno studente ha un problema di qualsiasi genere a chi si rivolge se non al capo d’istituto? La legge formalizza questi aspetti e gli dà l’autonomia, proprio quella autonomia scolastica di cui parla la legge e che fin qui non è stata pienamente realizzata. E ancora la valutazione è un valore o no? La trasparenza della scuola è un valore o no? Come cittadini vogliamo sapere cosa succede e chi lavora nelle nostre scuole?
– Se la legge sulla “buona scuola” è stata così contestata ci sarà una ragione. Renzi ha detto abbiamo comunicato male.
Le informazioni sono parziali, è colpa ovviamente anche dei giornalisti, e la scuola riguarda una platea enorme. La riforma non è contro né a favore ma per: per la scuola! quello che è cambiato è che questo governo ci crede… 4 miliardi all’anno sulla scuola è un segno. Ora tocca agli insegnanti agli studenti alle famiglie far fruttare questo investimento.
– Lei ha detto che uno studente brillante non farà mai l’insegnante. Il ruolo dell’insegnante non è stato molto apprezzato, la buona scuola ribalterà le cose? Un tempo i prof. erano Signori Professori; la nuova legge riporterà dignità agli insegnanti?
Non ricordo di aver pronunciato codesta frase e non lo penso, ma di certo la scuola è stata una cenerentola tra tutte le attività e per i vari governi. La dignità sociale si restituisce se un settore ritorna centrale, se si ricomincia a fare investimenti. Certo sta anche alle persone che svolgono una certa funzione risultare credibili. In Lettere, in Italia ci si laurea da 108 a 110 e lode, e non è normale.
Altri aspetti sono stati analizzati e altrettanti contestati, uno per tutti l’intervento a favore delle scuole non statali, su cui la Ministro ha chiarito come modesto sia l’investimento in confronto ai 6000 euro l’anno che ogni studente costa, in media, al sistema pubblico.
Le contestazioni continuano ma il restante pubblico applaude.
Alla fine dell’incontro ci avviciniamo al Ministro per portare un messaggio che ci era stato affidato, ma non è stato possibile, tante e tali le manifestazioni di apprezzamento da parte di tanta gente che non liberava dall’abbraccio Stefania Giannini, fino a farci desistere.
La Ministra aveva saputo molto bene evidenziare i pregi del provvedimento di riforma della scuola.
Quanto ai difetti non resta che aspettare. Non mancheranno di certo.