PISTOIA. Debutto in lingua italiana per lo scrittore albanese Qerim Skenderaj, che vive da più di dieci anni a Pistoia, con “Albania. L’ultimo atto” edito da Albatros: un romanzo nato dall’esperienza del declino del regime comunista nel Paese d’origine, in una cornice di fatti realmente accaduti ma letterariamente inoltrati in una realtà simbolica, segno dell’amore dell’autore per il suo popolo e la sua terra d’origine, con le contraddizioni delle vicende narrate.
Vito, il protagonista della storia, è scampato ad un eccidio, riesce dunque ad infiltrarsi nel regime autoritario, del quale si iniziano ad intravedere le prime “crepe”. Lo fa partendo dai livelli più bassi, venendo in contatto con la parte più pura del sottomesso popolo albanese che vive grandi difficoltà. Una testimonianza delle sofferenze vissute al tempo in Albania, con la personale indignazione dello scrittore verso una dittatura assolutista. L’opera è dedicata in particolare alle giovani generazioni, affinché «possano riconoscere il passato, riflettere sul presente e progettare il futuro» dice Skenderaj.
Due i veri personaggi del romanzo, spiega: la vita e la morte. Con la prima che attacca la seconda «perché questa è capace di scrivere la storia – afferma –. La battaglia è terribile. Vengono puniti e muoiono innocenti soltanto perché la pensano diversamente dagli alleati della morte».
Crollato il regime, però, viene meno anche il “muro” di silenzio che attraversa tutte le dittature più o meno velate. La vita dunque alla fine trionfa, in queste pagine piene di sentimenti e poesia, inizia una nuova epoca piena di luce e futuro. Adesso occorrono nuove pagine di storia e di sentimenti, su ciò che è accaduto successivamente in Albania, tra luci ed ombre.