PISTOIA. Il surrogato di plastica, grazie al marketing, ha battuto l’albero di Natale (vero). Un sondaggio web di Coldiretti ha confermato una tendenza in Toscana, avallata dalla credenza che l’albero vero sia deleterio per la natura.
E invece, “l’albero vero è una risorsa rinnovabile – evidenzia Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia – che si ricostituisce negli anni: dà reddito agli agricoltori e preserva il territorio”.
A differenza dell’albero di plastica, tutt’altro che ecologico. Anche se comodo, prima o poi va smaltito e non ha lo stesso ‘odore’ di quello vero, che porta la freschezza ed il calore in casa. “Quelli in commercio sono alberi che per tanti anni hanno reso con le loro radici i terreni più stabili – prosegue Tropiano –. Una volta tagliati sono sostituiti con altri alberi”.
La coltura dell’albero rappresenta un’ottima integrazione al reddito degli agricoltori e, dalla Svizzera Pesciatina alla Montagna Pistoiese, gli abeti sono un antidoto all’abbandono del territorio, spesso impervio. La Toscana è la capitale nazionale nella produzione degli alberi di Natale, con oltre 3milioni di esemplari coltivati. Pistoia, insieme a Casentino e Valtiberina sono le zone produttive d’eccellenza.
Il sondaggio web di Coldiretti evidenzia che la metà dei partecipanti usa l’albero di plastica, mentre quello vero resiste nel 38% delle case dei toscani. Il 12% invece non allestirà nessun albero. I produttori mettono in rilievo che l’albero ai ‘tempi della crisi’ è più leggero e più ‘corto’ (tra 1,2 ed 1,8 metri) rispetto al passato, meno ingombrante per trovare posto anche negli appartamenti e soprattutto più facile da ricollocare in un balcone o in un terrazzo finite le feste, e goderselo, con i dovuti accorgimenti, anche oltre le festività.
Alfio Marchini, di Marchini Abeti, è uno dei produttori pistoiesi di alberi di Natale, sin dal 1958 fa crescere alberi nella Svizzera Pesciatina. Quando l’albero di plastica è diventato di moda ha scelto di resistere e di puntare su una produzione di alta gamma nel suo vivaio.
“Siamo una piccola realtà – spiega Marchini – e, non potendo espanderci, abbiamo puntato su un prodotto di pregio come il Nordmanniana, un abete dai riflessi grigio-argentati di origine caucasica. Grazie a quella scelta di circa 15 anni fa, da 6/7 anni il nostro fatturato aumenta”.
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