PISTOIA. Sabato 17 gennaio alle 17.30, il primo dei “Racconti immaginari del Ceppo”, a cura di Paolo Fabrizio Iacuzzi (editor dei classici Giunti e direttore dell’Accademia del Ceppo), che si terranno durante il 2015 presso Lo Spazio di via dell’ospizio. Sono pensati per un lettore “giovane” nel corpo o nell’anima, che intenda rileggere e ripensare, senza schemi critici e paraocchi, ai grandi poeti di tutti i tempi attraverso i poeti contemporanei.
Si comincia con il poeta e critico letterario Alberto Bertoni, giurato del Premio Internazionale Ceppo, che a partire dal suo nuovo libro di versi Traversate (Società Editrice Fiorentina, 2014) racconta Eugenio Montale col suo libro Montale, in conclusione insegare un modello di poesia (Book Editore, 2014).
Le “traversate” di Bertoni non sono mai solitarie ma incontri reali o ideali con interlocutori vivi o morti, uniti da una contraddittoria “spietata pietà” (come scrive nella prefazione Paolo Valesio).
Tra la morte del padre e della patria in exergo (Commiato e Terremoto) e il finale Quaderno della madre (Fra l’utero e il marmo è un titolo significativo), passando da Via Crucis, Un teatro senza animali e Poesie scritte col telefonino, Bertoni compone un quartetto di poesie edite (ma con varianti) e inedite. “Traversate” poetiche all’insegna di continue trasfusioni e autotrasfusioni dagli altri e da sé; ma anche “traversate” critiche militanti, quelle che vengono dedicate a Montale: dalla partecipazione di Montale alla Prima guerra mondiale (1915-19) fino alla conquista del Premio Nobel (1975), nella convinzione che il poeta sia “una delle architravi, oltre che un modello, del Novecento letterario non solo italiano ma occidentale; e che invece la sua conoscenza diretta – almeno nella scuola italiana – si riduca ogni giorno di più ai pochissimi testi (introdotti peraltro da formule critiche semplificatrici e spesso sbagliate) proposti agli studenti in vista dell’esame di maturità”.
A specchio del proprio libro di poesia, Bertoni dedica così a Montale: “Viaggio negli Ossi di seppia”, “Gli Ossi in America (Arsenio, Lowell e Clizia traduttrice), “Come finisce la Bufera” e “Finale di partita: Quaderno di quattro anni”, nei quali è sempre in stretto dialogo sia con i critici più attenti a Montale, sia con le figure maggiori che attraversano l’opera montaliana (come Arsenio, Clizia o Arletta), sia con i poeti che lo hanno tradotto (come Lowel o Becket), sia con quegli scrittori (come Joyce, Valéry, Eliot, Hardy o Svevo) che, in realtà, vengono incontrati da Bertoni stesso in quell’infinito autoritratto dell’artista-studente, in perenne formazione, che è la sua poesia-critica.
Alberto Bertoni insegna Letteratura italiana contemporanea e Prosa e generi narrativi del Novecento nell’Università di Bologna, dirige le collane di poesia “Fuoricasa” e “Quaderni di Fuoricasa”, è consulente scientifico del “PoesiaFestival” delle Terre dei Castelli attorno a Modena ed è membro della Giuria Letteraria del Premio Internazionale Ceppo Pistoia. Ha pubblicato diversi libri di poesie, fra cui: Lettere stagionali (1996), Tatì (1999), Le cose dopo (2003), Ho visto perdere Varenne (2006), Ricordi di Alzheimer (2008 e 2012), Recordare (2011), Il letto vuoto (2012). Come saggista ha, fra l’altro, pubblicato “La poesia come si legge e come si scrive” (2006) e “La poesia contemporanea” (2012) per le edizioni il Mulino.
Info: Lo Spazio di via dell’Ospizio, Pistoia – tel. 057321744 – www.lospaziodiviadellospizio.sitiwebs.com – lo-spazio@libero.it