PIANA. La nuova holding Alia è stata bene “impallinata” dai membri di opposizione in modo convergente e univoco: un pachiderma che servirà un milione e mezzo di cittadini e che – e questa è la fregatura – potrà fagocitare in un solo boccone anche l’impianto di via Tobagi visto che la data di chiusura del 2023, tanto proclamata dai Sindaci Betti e Mangoni, non è mai stata formalizzata – e non per dimenticanza – nel Piano regionale dei rifiuti.
Per Agliana hanno parlato Ciottoli (Fdi/An), Benesperi (Obiettivo Agliana), Pieri e Guercini (Agliana in Comune), assente giustificato con delega il pentastellato Lafranceschina; per Montale Risaliti, Fedi, Bruni (Centrodestra) e Pastorini (Sinistra Unita per Montale); per Montemurlo Sarti (M5s) e Betti (Fi).
Significativa la sistematica assenza dei consiglieri di opposizione di Quarrata, prossimi alla tornata amministrativa, che ben sanno come l’argomento “inceneritore” sia bollente e piccante dunque, pericoloso: non rileva se hanno il 48% delle quote azionarie di proprietà dell’impianto.
Tutti i presenti hanno duramente protestato per le viziosità e illogicità delle clausole riportate nei patti sottoscritti per la costituzione di Alia, che prevedono delle sperequazioni palesemente punitive nei riguardi dei Comuni del Cis, soli ad avere – abominevole contraddizione – un impianto di incenerimento in comunione con altri e a trovarsi impegnati nella raccolta differenziata senza nessun risarcimento ovvero alcun ristoro: becchi e bastonati, dunque.
I Comuni del Cis saranno penalizzati dai maggiori costi medi di Ato, destinati ad aumentare la Tari a tutti i 73 Comuni, con più negativi riflessi dei tanti che non fanno la raccolta differenziata. È noto che Ato Centro è privo di un sistema di raccolta differenziata dato che ha fatto la scelta dell’incenerimento da anni in conseguenza di discutibilissime politiche.
Ma i Comuni del Cis saranno penalizzati anche dall’assenza di un membro nel Cda di Alia: loro hanno l’automobile (impianto del Cis) che affideranno alla guida di altri (Alia) per la colossale gestione dell’incenerimento dei rifiuti nell’area di Ato Toscana Centro.
La più evidente contraddizione negli atti resta certamente quella prevista al capo 11.2 dei patti parasociali che prevede indirettamente di consentire – a semplice richiesta di Alia – la cessione dell’impianto di Montale e, se ciò verrà eventualmente realizzato, anche quello di Case Passerini. Nulla osta: è previsto dalla clausola in modo chiaro.
Un’implicita smentita delle più ampie rassicurazioni di esclusione dell’impianto nel patrimonio di Alia che resta comunque, per la nuova holding, l’unico terminale di incenerimento dell’Ato.
I consiglieri hanno tutti concluso la conferenza stampa deplorando la generale insipienza e incompetenza dei consiglieri di maggioranza e dei Sindaci che, nelle sessioni di consiglio, omettono di consegnare gli atti formanti il dibattito (commettendo reati di omissione e abuso di potere?), mancando comunque di portare dei contributi di analisi utili alla comprensione delle questioni di indirizzo.
L’argomento “inceneritore di Montale” è talmente farcito di contraddizioni, bugie logico-argomentative e pregiudizi di evidenza tecnico-scientifica (si veda l’ultimo parere dell’ordine dei Medici) che nessuno delle maggioranze politiche lo potrà trattare in scienza e coscienza: vale sempre e solo il diktat di giornata imposto dalla P[remiata] D[itta].
[Alessandro Romiti]