QUARRATA. Un decreto di urgenza di divieto di irrorazione di fitofarmaci del tipo pesticidi chimici di sintesi e di una eventuale sostituzione con relativi metodi biologici, a fronte dell’ emergenza contaminazione da pesticidi (fitofarmaci) nei bacini idrici Falchereto e Forre, per la salvaguardia della risorsa idrica” è stato chiesto dal Gas (Gruppo Acquisto Solidale Colle-Quarrata ) e dal Gas Montemagno unitamente ad una lettera della dottoressa Silvia Franzini (laureata in chimica all’università degli studi di Milano e chimico analitico presso centri di ricerca della Comunità Europea) al sindaco di Quarrata Marco Mazzanti.
Oltre alla lettera in Comune è stata protocollata anche la relazione dell’Arpat. Gli stessi documenti sono stati inviati per conoscenza all’assessore Stefano Lomi.
“Come segnalato dal documento dell’Arpat “Chiesta attenzione ai gestori dei servizi idrici ed alle Asl” e come da documentazione che abbiamo allegato alla lettera – ha detto a nome dei Gas Grazia Campani – abbiamo voluto far presente che la contaminazione da pesticidi chimici di sintesi altrimenti denominati fitofarmaci nel comune di Quarrata è di una gravità insostenibile: 18 principi attivi (tra cui diserbanti, fungicidi e insetticidi) di cui 5 sopra i limiti di legge per le acque potabili rappresenta un potenziale attentato alla salute pubblica e ambientale in quanto la pericolosità dei suddetti principi è ormai nota”.
I due bacini quarratini – come già abbiamo evidenziato nelle settimane scorse – risultano essere i più contaminati di tutta le regione Toscana, in particolare è proprio il bacino del Falchereto ad essere contaminato con il numero più elevato di pesticidi (fitofarmaci) di tutta la Toscana con ben 18 principi attivi.
“I prodotti in questione – scrive la dottoressa Franzini – sono utilizzati principalmente nei vigneti e nelle ulivete. La continuità della contaminazione misurata a partire dal 2010 quando l’Arpat aveva rilevato presenza di Glifosate e Flazasulfuron e con ben 37 analisi tutte positive nel triennio 2010-2013 denota che non si tratta di un episodio di inquinamento accidentale, ma dell’effetto deriva dei trattamenti con pesticidi (fitofarmaci) utilizzati di routine nei vigneti e nelle ulivete. Nei vigneti infatti vengono effettuati circa 12 – 15 trattamenti a stagione tra marzo e agosto” .
In ragione di ciò i Gruppi Acquisto Solidale quarratini hanno voluto interpellare il sindaco per richiedere “un decreto di urgenza con decorrenza immediata di obbligo di sospensione dei trattamenti con pesticidi chimici (fitofarmaci) a favore degli equivalenti trattamenti con prodotti ammessi in regime di agricoltura biologica, in una fascia di rispetto di almeno 1000 metri a monte dei suddetti bacini, dato che i trattamenti in campo si protraggono normalmente fino a fine agosto nei vigneti e fino a ottobre nelle ulivete, considerata la particolare disposizione orografica, considerato l’elevatissimo numero di principi attivi e lo sconfinamento di ben 5 principi attivi oltre i limiti di legge e che venga istituito un adeguato controllo in modo che tale divieto venga rispettato”. E non solo.
“Si richiede che il comune incarichi la Polizia Locale, gli organi di PG e le competenti strutture del Servizio sanitario nazionale di curare l’osservanza della attuali norme vigenti in materia di tutela della risorsa idrica e gli eventuali nuovi divieti. Si richiede anche che il Comune contatti immediatamente le aziende agricole posizionate a monte dei due bacini idrici e faccia presente la gravità della situazione”.
La lettera prosegue prendendo le distanze dalla richiesta dell’istituzione di un osservatorio presentata da Daniele Manetti: “Si fa presente, come sotto riportato dall’Arpat stessa, che i normali trattamenti di potabilizzazione delle acque non garantiscono nessun tipo di rimozione dei pesticidi (fitofarmaci) e che gli stessi non vengono mai misurati nelle acque potabili.
Si fa presente che sia come iscritti ai Gas sopracitati sia come cittadini non siamo interessati all’istituzione di un osservatorio, ma preferiamo che vengano effettuati solo alcuni esami all’anno di multiresiduo dell’acqua dei bacini per il controllo dei pesticidi (fitofarmaci) e che le risorse economiche eventualmente destinate all’osservatorio vengano impiegate per la conversione al biologico delle aziende agricole (corsi, certificazioni, formazione del personale e quant’altro)”.
“Si precisa che è consentito l’uso dei pesticidi (fitofarmaci) all’interno dell’azienda agricola, ma l’”atto fitoiatrico” è di responsabilità dell’agronomo il quale deve garantire di non sconfinare con i pesticidi al di fuori della proprietà per “effetto deriva” e tantomeno nei bacini idrici. Si fa presente che in Italia ci sono già due sentenze Tar (Malosco e Diano Marina) che vietano l’uso dei cannoni atomizzatori in una fascia di rispetto di 50 metri dalle abitazioni. Si fa presente che sindaci di altri comuni italiani hanno provveduto a emanare divieti di spandimento fitofarmaci stabilendo fasce di rispetto dall’acquedotto quale ad esempio: Comune di Gallese, Provincia di Viterbo, Ordinanza n. 20 del 07 aprile 2014.
“VIETA – Richiamando le normative specifiche di settore e in assenza di uno specifico e preventivo piano di utilizzazione agronomica [ex art. 94, c. 4, lett. C) e c. 5, lett. D) del Decreto legislativo 152/2006], l’utilizzo e/o lo spandimento all’interno del territorio comunale di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi nel raggio di 200 metri rispetto al punto di captazione o di derivazione di acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano… Tali disposizioni non valgono nel caso di trattamenti con prodotti ammessi in regime di agricoltura biologica; … La Polizia Locale, gli organi di PG e le competenti strutture del Servizio sanitario nazionale sono incaricati di curare l’osservanza della presente ordinanza.”
Oppure come nel caso di Prata (Pn) in cui relativamente ai diserbanti in area urbana in attesa di prendere provvedimenti il sindaco ne blocca l’uso.
Documento Arpat sopra citato: 28/05/2014 15:00 http://www.arpat.toscana.it/notizie/notizie-brevi/2014/arpat-segnala-l2019incremento-della-presenza-di-fitofarmaci-nelle-acque
CHIESTA ATTENZIONE AI GESTORI DEI SERVIZI IDRICI ED ALLE ASL
Nei giorni scorsi ARPAT ha trasmesso a tutti i soggetti interessati (Regione, ASL, Comuni, Gestori dei servizi idrici) una relazione sulla presenza di fitofarmaci nelle acque superficiali e sotterranee destinate alla produzione di acque potabili.
Dal monitoraggio che l’Agenzia ha svolto nel 2013 è emerso, soprattutto per le acque superficiali, un deciso incremento di casi positivi, cioè di analisi che hanno rilevato la presenza di residui di queste sostanze in quantità superiore ai limiti di determinazione analitica, alcuni dei quali caratterizzati da valori di concentrazione superiore al valore limite per le acque potabili stabilito dalla legge (0,10 μg/L).
I risultati si riferiscono ad analisi condotte sulle acque “grezze”, che normalmente sono sottoposte a specifici trattamenti di potabilizzazione prima della loro immissione nella rete acquedottistica. (vedi rapporto sul monitoraggio 2013 delle acque destinate alla potabilizzazione)
Tenuto conto che non è scontata né l’efficacia dei trattamenti ordinari di potabilizzazione nell’abbattimento dei prodotti riscontrati, né la loro ricerca nelle analisi di routine di verifica dell’acqua immessa in condotta, si è ritenuto opportuno portare tale problematica all’attenzione della Regione Toscana, per valutare azioni preventive e correttive a tutela dei corpi idrici interessati, dei Gestori del Servizio Idrico Integrato e delle Aziende Sanitarie Locali, che, a diverso titolo, sono i soggetti deputati a garantire la verifica del rispetto dei limiti di legge delle acque destinate al consumo umano.
L’Agenzia ha inoltre ritenuto ragionevole tenere informati quei Comuni nel cui territorio si sono registrati i casi nei quali si è superata la soglia limite per le acque potabili.
I risultati ottenuti dal monitoraggio ripropongono il tema della disciplina delle aree di salvaguardia delle acque sotterranee e superficiali destinate al consumo umano, nelle quali l’uso di prodotti fitosanitari sarebbe vietato o, quanto meno, sarebbe da disciplinare secondo specifici piani di utilizzo. Particolare preoccupazione destano laghi ed invasi, soprattutto di ridotte dimensioni e di scarso ricambio di acqua, che sembrano i corpi idrici più esposti ad un fenomeno di accumulo di sostanze attive persistenti alla degradazione.
In allegato: Fitofarmaci esiti del monitoraggio delle acque destinate alla produzione di acqua potabile 2013
Vedi anche:
L’Osservatorio è un ente tecnico composto da comitati e associazioni ed enti pubblici. E’ importante che ci sia perché è con la PARTECIPAZIOME ATTIVA dei cittadini che si risolvono i problemi. Per la propria salute non va mai delegato niente a nessuno e quindi proprio perché vogliamo andare a vedere come stanno realmente le falde ed i bacini inquinati, vogliamo esserci dentro e capire come stanno realmente le cose. I componenti volontari dell’osservatorio fanno tutto GRATIS, come del resto abbiamo fatto fino ad oggi . E’ con le petizioni che siamo riusciti a far fare analisi e controlli ed inoltre le analisi ARPAT relative ai bacini e ad altri posti ,le avevamo mostrate molto prima del vostro intervento, perché facciamo tutto in collaborazione , partecipazione e trasparenza e conosciamo benissimo le difficoltà tecniche per togliere i principi attivi dei fitofarmaci dalle acque , destinate al consumo umano. Per tutte le precisazioni tecniche e finanziarie non c’è nessun problema , in nome della partecipazione, a fare una riunione chiarificatrice con tutto il gruppo dei GAS.
Daniele Manetti