allegoria & derisione. COMBINANO PASTICCI A NON FINIRE E PODÓPO QUERÈLAN PER SMALTIRE?

Non sarebbe il caso di organizzare non corsi professionalizzanti per magistrati, ma master di lingua italiana e di analisi e commento-testi, per cercare di far loro capire che il solo sentirsi offesi come un Betti, un don Baronti, una sindaca inutile, non è, di per sé, necessariamente prova di un «disegno criminoso»?


Troppi inciuci, per Sergio Staino, tra Pd e magistrati. Ecco perché appoggerà i referendum per la riforma della magistratura che, così com’è, è un insulto al cittadino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL BETTI, IL DON BARONTI E INFÌN LA GORI

PERSONE OFFESE? NO, SONO OFFENSORI!

 


 

Il CSM ovvero Cronache dei cavalieri della tavola rotonda

 

PURTROPPO pare che le procure delle repubbliche della nostra regìmica repubblica del Pd (da Mani Lavate in poi, anni 90), non sappiano leggere e spesso neppure scrivere.

E vi si potrebbe pubblicar sopra non più uno Stupidario della maturità, ma certo le Cronache dei cavalieri della tavola rotonda: guardate l’emblema del consiglio superiore della magistratura: manca solo Artù, ma degli altri, ce n’è anche troppi…

Ieri Dagospia ha pubblicato un commento che Sergio Staino ha abbozzato su un paio di personaggetti della politica nazionale: Grillo è egocentrico, egoista, incolto, Conte è una nullità totale.

Se penso a certe espressioni quali «la magistratura è un cancro» (Salvini), sdoganata dal giudice che ha sentenziato che si tratta di libertà di critica, garantita dalla Costituzione; o a certe altre gentili/geniali apostrofi ed espressioni della raffinata signora moglie del fu-comandante dei vigili di Agliana-Agrùmia, la letterata Milva Maria Cappellini, che ha definito chi scrive e Romiti il “latitante” (dice l’assessore Ciottoli-Trapélo-Agnellone), con in seguenti epiteti

suino, gran cinghiale, scriventi-scrivani-scribacchi-scribacchini, secernere marciume, diffondono ovunque la materia fecale, vanesio Gran Cinghiale (sarei io), repertorio di sudiciumi (sarebbe Linea Libera), Maiale Stercorario, Maiale subinfeudato» et similia,

Luigi Boccia

mi si rizzano tutte le setole (per rimanere in «tema di suinità»). Specie quando ripenso che il primo sostituto che ha affrontato la questione, il signor Luigi Boccia, ha testualmente scritto: «i fatti descritti non raggiungano la soglia di offensività tutelata dall’art. 595 C.P.»: come dire che la signora Cappellini ha semplicemente ruttato Chanel numero 5.

Non meglio il secondo sostituto, il signor Claudio Curreli, che ha avocato a sé lo scritto della letteratissima soave Blimunda e ha tagliato la testa al toro in altro modo.

Ha direttamente motivato, infatti, la richiesta di archiviazione di una nostra querela, non solo per la modesta (a suo parere) offensività delle espressioni (che, in certi casi, perciò, potranno tranquillamente essere usate anche nei confronti di certi magistrati, se riteniamo che se lo meritino e in ossequio dell’uguaglianza di tutti – magistrati compresi – dinanzi alla legge ex art. 3 Cost.); ma ha, in buona sostanza, affermato (sto parlando ancora del signor Claudio Curreli) che Milva Maria Cappellini era stata provocata perché noi di Linea Libera eravamo stati cattivi e diffamatorii nei confronti del povero marito, il quale – piaccia o no all’avvocato “fammi crescere i denti davanti” – è uscito, dalle testimonianze dello scorso 6 luglio dinanzi al dottor Luca Gaspari, sotto una luce tutt’altro che da perfetto Joséphine Ange Gardien di La 7. Insomma il Nesti non è certo un angelo custode come la diversamente alta (lèggasi nana) Mimie Mathy del famoso sceneggiato.

Detto e osservato questo, ora riflettete su queste altre situazioni anòmale:

  1. Ferdinando Betti mi ha querelato perché ho scritto che si comporta come un baccalà e/o come uno stoccafisso nella sua rigidezza veterostaliniana.
    Ha perfino invocato – capperi, se ne dà di arie il ragioniere! – l’offesa a un corpo dell’amministrazione statale, minchia!
    Ma se quel corpo lì crea i problemi come li ha creati il Betti sul carbonizzo di Fognano (indagine ferma, o fermata da un bel po’, in mano al sostituto De Gaudio) rovesciando le carte in tavola e trasferendo aree edificabili da qui a là, un là dove compare perfino la Misericordia di Pistoia, notoriamente fiancheggiatrice del Pd: altro che essere offeso, don Ferdinando. Dovrebbe essere inquisito, a nostro parere. Ma il signor Curreli mi ha rinviato a giudizio perché mi nega il diritto di critica nei confronti di chi deve essere criticato per ciò che fa. Voglio ricordare che non siamo né a Pechino né in Corea del Nord.
  2. Superdonbaronti, un montaggio (piuttosto approssimativo) del prete baskettaro di Bottegone, circolante sui social

    Don Piergiorgio Baronti del Bottegone si è dichiarato offeso solo perché ho osato pubblicare una lettera di gente che, abitando vicino alla sua Capannina, aveva passato un’estate insonne per via del natural casino degli avventori.
    Secondo Curreli – che mi ha rinviato a giudizio – avrei offeso l’onore e il decoro di un ministro del culto che è stato perfin fermato da una pattuglia di carabinieri chiamati da un arbitro di basket insultato e minacciato tra tuoni, fulmini, saette e perfino (si dice) bestemmie, del serafico San Francesco da Bottegone.

  3. La dottoressa Sabrina Sergio Gori, ex sindaco (il più inutile, sottolineo) di Quarrata, si è sentita offesa per l’epiteto dell’inutilità.
    Ma di utile che avrebbe fatto? Per avere un appuntamento con lei, si doveva aspettare anche 45 giorni, minchia! Questo il signor Curreli lo ha mai accertato?
    Nemmeno il sindaco La Guardia di New York era tanto impegnato. Che fatica essere sindaco! Sarà divertente da morire vedere quanto non ha fatto per la città che ha lasciato a un suo allèvo incapace, il Mazzanti, ancor peggio di lei e delle sue fisime!
Claudio Curreli su Tvl di Luigi Egidio Bardelli. Oltre che capo scout è anche coordinatore della rete Terra Aperta. Nessun conflitto d’interessi?

Detto questo, se tanto mi dà tanto, non sarebbe il caso di organizzare non corsi professionalizzanti per magistrati, ma master di lingua italiana e di analisi e commento-testi, per cercare di far loro capire che il solo sentirsi offesi come un Betti, un don Baronti, una sindaca inutile, non è, di per sé, necessariamente prova di un – come scrivono i sostituti in una lingua da Colonna Infame – «disegno criminoso» (l’espressione mi ricorda sempre Batman, il Pinguino, il Joker o cose simili): «di talché» (la suggestione fonica mi rinvia erroneamente e involontariamente a parquet) mi scappa semplicemente da ridere per una struttura amministrativo-giudiziaria più vetusta dello stesso Regno di Piemonte e Sardegna o delle Due Sicilie.

Per evitare queste cadute e questi scivoloni indegni di una giustizia consapevole e matura, mi offro di tenere, un’ora al giorno per un anno, un corso di lingua italiana e analisi e commento del testo a gratis.

Riflettete bene su questi inghippi che ci tolgono la vita

E con lo stesso (se non maggiore) impegno con cui il sostituto signor Curreli dirige e coordina Terra Aperta, una rete che, a quanto pare di intendere, è l’antitesi dei dei doveri di un pubblico ministero che riscuote dallo stato, ma par proprio che gli lavori contro favorendo l’ingresso di clandestini sul sacro suolo nazionale.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

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