PISTOIA. Io credo che abbia ragione un nostro lettore a proposito dell’architetto Gianluca Iori: molti giovani sono un po’ presuntuosetti e, quindi, immaturi.
Anche se qualcuno storcerà il naso, la bocca e qualche altro organo del corpo, il Filosofo Giovanni Gentile (lui sì lo era, con la F maiuscola; altro che il Bertinelli!) attuò una riforma della scuola nei suoi ordini e gradi che ancora oggi è ricordata con nostalgia, quasi una nostalgia dell’avvenire, nella quale questa Italietta, che si arrocca su se medesima, sguazza bellamente.
Comprendiamo che questa riforma riflette lo spirito di “quel tempo”, non solo a livello italiano. Il concetto di merito e la componente idealistica della riforma si coniugavano anche agli aspetti sociali attraverso l’istruzione professionale e tante altre disposizioni che ad oggi la rendono insuperabile ed insuperata.
Poi vennero il “magnifico 68”, quello del signor Capanna e soci; e l’ideologia del “tutti uguali”, cioè tutti ignoranti, spazzò via quella che in natura si chiama “diversità naturale”. Ciò che è accaduto, e anche oggi accade, è sotto gli occhi di tutti, per lo meno dei normodotati. Tanto per fare un esempio: dopo avere preso il diploma di geometra, scuola squisitamente tecnica o i cinque anni della Scuola d’arte (!), posso tranquillamente accedere a tutte le facoltà universitarie, da Medicina e Chirurgia a Giurisprudenza, dove i termini di studio e di riferimento sono greci e latini e dove una cultura classica e umanistica, se ben studiata, offre un naturale vantaggio di pensiero e di interpretazione che non altri indirizzi scolastici.
Ma, come abbiamo detto, l’ideologia “sessantottarda” del “tutti uguali” si è insinuata e ha fatto e continua a fare quotidiane e inconsapevoli vittime. Inconsapevoli vittime perché non applicano a se medesime il principio del “so di non sapere”, ma quello contrario del Marchese del Grillo: «Io so io e voi non siete un cazzo».
E così, dopo magari avere studiato cinque anni alla Scuola d’arte – o (oggi) Liceo Artistico, fate voi – mi iscrivo a Architettura pensando che uno studente del Liceo Scientifico abbia la mia stessa formazione. Da qui parte il “marasma” e la giustificata presunzione di “essere tutti uguali”. Ma così non è.
Ritorniamo all’architetto Gianluca Iori, il quale, molto praticamente, usa lo strumento giudiziario della querela e non quello, come dice il nostro lettore, pubblico e argomentativo (vedi il commento Scalas), non pensando – poiché pensiamo che non lo sappia – che esistono percorsi più civili e più ponderati, più maturi e più diretti, come appunto la discussione e la replica.
Queste forme di ragionamento sono inibite alle generazioni post-sessantotto e coloro che sono arrivati al livello superiore, quello cioè della disputa civile e serrata, sono i migliori e contraddicono i sacri principi sessantottardi del “tutti uguali”: questo livello, ma è un nostro parere, non riguarda lo Iori. Così è se vi pare e proviamo a dimostrarlo, a rischio di un’ulteriore querela che, però, anche in questo caso, farebbe una brutta fine per i non conoscenti il latinorum «scripta manent» – cioè: gli scritti non li cancelli.
Nel libro dello Iori, intitolato “Le gore di Pistoia (roba veramente sotto terra, a nostro parere). Un patrimonio da salvare” (sembra commissionato dalla Provincia di Pistoia a seguito di vittoria del relativo bando, e pagato svariate decine di migliaia di €. [62mila? Senza obiettivi?]), alcune cose non tornano e, sempre che il giovanotto non ci smentica e smentisca il latinorum «scripta manent», proviamo a chiedere, con preghiera di risposta :
- Il Ponte alle Taccole non sarà mica il Ponte alle Tavole? (iori p. 26)
- La nobile signora Baldastrina Tolomei non sarà mica il sig. Baldastricca Tolomei? (iori p. 120)
- Leonardo Tinieny non sarà mica Leonardo Ximenes? Se fosse… questo sarebbe il massimo! (iori p. 25)
Dunque se un indizio è un indizio e tre indizi fanno una prova, allora quello che vorrei scrivere… “non expedit”.
Però lo penso: e chi legge può fare altrettanto. Se qualcuno pensa che questi accidenti storico/verbali siano solo frutto di refusi, beh, si sbaglia, perché, all’indice alfabetico del sopracitato libretto, queste storture nominative ricompaiono belle evidenti. (vedi: iori p. 248 e iori p. 253)
Mi viene in mente un anziano professore pistoiese, grecista e latinista di fama, che alla mia domanda “Buongiorno, professore, come sta?”, rispose tranquillamente, “Male, grazie”.
Potenza dell’ironia e non della presunzione!
P.S. – Dello Ximenes ci sembra superfluo “dire”, mentre del sig. Baldastricca Tolomei, si narra fosse un nobile pistoiese di origine senese, sostenitore del Risorgimento, così convinto delle proprie idee da tingersi la barba in forma tricolore. Non ci risulta abbia mai effettuato un cambio di sesso – che forse allora, come prima del 68, non andava poi tanto di moda…
Se qualche amico lettore avesse il bando sulle gore, quello da € 62mila, e ce lo invia, ci farebbe un gran piacere, perché qualcosa “non ci quadra”.
Ora il dott. arch. Gianluca Iori risponderà “democraticamente” o molto più “democraticamente” ci querelerà ingolfando (come scrive Scalas) il Tribunale…?
Vedi: Lasciateci lavorare e Scarica: Il Vangelo di «Linee Future»
[Intervento di critica e commento ex artt. 21 Costituzione e 10 della Convention européenne des droits de l’homme]
Caro Felice…in questi anni ho lavorato in scuole di ogni ordine e grado e mi creda…la situazione è molto peggiore di quanto uno possa immaginare….io ricordo bene mia mamma insegnante elementare che gli ultimi anni d’insegnamento aveva una classe di 40 bambini e un allievo down. Erano i primi tempi della riforma epocale che cambiò per sempre (in peggio) la scuola e non esisteva ancora l’insegnante di sostegno. Eppure mia mamma terminò il suo compito con passione e amore per i suoi allievi, che ormai maturi cinquantenni ancora oggi la fermano per strada, con la famiglia dell’allievo down che ancora oggi tutti gli anni le manda gli auguri per Natale. Mia mamma aveva un unico testo “il sussidiario” dove c’era tutto quello che serviva: bene ora ce l’ho io e quando mio figlio, che va alle elementari ed ha circa 10 libri (ma si rende conto?) non capisce qualcosa (anche per i numerosi errori che ci sono sui testi) prende quel libro e lì trova spiegazioni ed esercizi semplici e chiari. Io ho fatto le elementari tra il 71 e il 75 e arrivato in 5° sapevo tutto della prima guerra mondiale, tutto della geografia fisica del mondo e mi appassionavo alle esplorazioni che hanno reso il mondo ciò che è oggi. Le garantisco che i ragazzi di terza media odierni non sanno dire i confini italiani, non sanno di preciso quante e quali regioni compongono l’Italia…il bello è che poi vanno all’università ad intasare corsi che non portano da nessuna parte…però li devi chiamare Dottori…sennò si offendono…e magari ti querelano…
Massimo Scalas