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MONTAGNA. Sindaco cercasi per il nuovo Comune San Marcello-Piteglio, in attesa del Comune Unico. Sempre che la gente non cominci, ma veramente, a riprendere in mano i forconi di manzoniana memoria.
Ci sembra di comprendere che un “pretendente al trono” potrebbe essere Moreno Seghi, già Sindaco di San Marcello, che usa facebook per esaltare le sue opere di grande politico dal 1997 al 2007, mentre era Sindaco di quel comune e la sua carriera privata veleggiava “ope legis” dalla portineria alle “sonanti sale” della Provincia di Pistoia.
Non vi riproporremo qui le grandi opere del nostro Moreno: basterà dire che oltre a Sindaco di San Marcello era anche nelle alte sfere della Comunità Montana assieme a un poverello che lì aveva messo le tende e che, insieme, non vedevano, non sapevano e non sentivano.
Anche il fallito Centro Innovazione Impresa avrebbe dovuto fare riflettere il buon Moreno, unitamente a un decremento demografico e commerciale che, non certo per sua colpa esclusiva, aveva cominciato ad “azzannare” la Montagna, ma che i compagni al potere nei vari comuni già da allora non comprendevano. Non lo comprendevano perché, evidentemente, la velineria del Pci (che ha sapientemente traslocato nell’Asl 3) non forniva indicazioni…
E dove casca il ciuco (non riferito a Moreno)? Casca quando magnifica, ai suoi tempi, i mille interventi annui nel reparto di chirurgia dell’ex ospedale Pacini che i suoi compagni hanno assassinato, anche con la silente acquiescenza di chi ha preferito, nel recente periodo, occuparsi di palle da tennis, di dritti e rovesci senza comprendere che “fare politica” non significa necessariamente ostentare stellette, medaglie e cariche.
Ammesso e non concesso che Moreno “il bravo” abbia ben operato, non si comprende perché abbia tenuto la bocchina cucita quando la Comunità Montana è esplosa oppure quando, richiamato in trincea, ha, come lui scrive, operato per la nascita della Dynamo e soprattutto della Dynamo tennis: roba da signori, non da popolani come un tempo si vantavano i vecchi Pci.
Ma, si sa, pecunia non olet, come i pomodori di Manes!
Qualche ragazzino con una alfabetizzazione minima potrebbe catalogare queste considerazioni come “ingiuriose”, ma non lo sono affatto.
Se la Montagna è in queste condizioni, cioè disastrose, è proprio perché ciascuno ha fatto i propri interessi alla faccia del popolo bue (che sembra cominci a svegliarsi), salvo poi dire che nei “pateracchi” e negli scandali scoppiati sul territorio loro rappresentavano la verginità assoluta. Avendo pure il coraggio di scriverlo.
Si aggrappano disinvoltamente al passato e come naufraghi del pensiero comunista, senza ulteriori prospettive che non quelle di affidarsi al padrone di turno, quello che facevano finta di combattere, si “sderenano” in operazioni che hanno il marchio dei nuovi venuti, non invitati, tollerati, ricevuti in sala d’aspetto e non nel salotto buono, ma assoldati per finalità che loro neppure immaginano.
Sono i nuovi borghesi che resteranno sempre proletariato: usati dai primi (i veri borghesi) e sputtanati dai secondi (i veri proletari, se ancora esistono).
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Poiché, appunto, non sanno più a cosa aggrapparsi, addirittura si appoggiano a figure di spessore, comunisti veri, come l’ex Sindaco Mario Olla, del quale, se non andiamo errati, ricorre il venticinquesimo della morte.
Omaggiando questa figura di comunista vero, non si rendono conto, questi comunisti infettati dall’ebola democristiana che fa di loro catto comunisti al servizio dei vari Renzi e Manes, di essere diventati degli ibridi politici che cercano ancora mellifluamente di esercitare un potere che politicamente e moralmente non posseggono più.
Quando dico che usano anche i morti, appare chiaro che non hanno più riferimenti ideali ai quali rivolgersi: e lo dico con cognizione di causa, avendo chi scrive denunciato a suo tempo il signor Olla per l’allegra gestione del complesso marescano delle Ginestre, per la quale fu poi anche condannato, per lo meno in primo grado di giudizio. Il seguito, se c’è stato, non lo conosco e non me ne frega niente.
Insomma se Moreno mi legge e pubblicamente dichiarerà di non avere nessuna intenzione di rigettarsi nell’agóne politico, lasciando il posto ai giovani, tutti gliene saremo grati.
Se mai avesse la compiacenza di ufficializzare il suo non interesse per cariche politiche “future” abbia la compiacenza di convincere qualche altro rottame politico, quello sì veramente, a fare altrettanto.
Grazie, Moreno!
[Felice De Matteis]
Vedi anche: https://www.linealibera.it/alzo-zero-santi-e-dannati-al-capezzale-della-montagna-in-coma/
Micidiale la foto del Sig. Moreno Seghi con l’ex Sindaco di Pistoia Lido Scarpetti, poi divenuto deputato quando le Breda erano ancora in grado di partorire compagni.
E’ quel Lido Scarpetti che nella sala del Gonfalone di Pistoia confuse la Nike di Samotracia con la Naike (?), quella delle scarpe? Insomma Pistoia , Città della cultura ha partorito anche la Naike di Samotracia, forse pensando alla Luna nel pozzo di Piazza Giovanni XXIII°. Allora tutto, nonostante gli anni trascorsi, combacerebbe. Che roba, ragazzi!
Ho polemizzato duramente, qualche tempo fa, per motivi diversissimi da quello per cui scrive oggi, con Felice De Matteis. Ma, in un certo senso coerente con il mio pensiero, che mi suggerisce di giudicare persone e cose caso per caso e non in base a ideologie e pregiudizi (poi, è ovvio che non ho assolutamente la pretesa di essere infallibile), questa volta riconosco con piacere che Felice ci ha azzeccato quasi in pieno, a parte certe battute tipiche del suo repertorio (cattocomunisti, ecc) Moreno Seghi candidato sindaco? Siamo al ridicolo. Ammettiamo pure che sia un brav’uomo, ma poi, cosa può avere di più? E’ mai possibile che passino i decenni e questi P.D, almeno in montagna, non trovino un minimo di facce nuove e presentabili? Con Lega e Cinque Stelle che avanzano alla grande, dove possono credere di andare candidando gente così? Ed in ogni caso, se ci vogliamo consolare, Moreno Seghi non sarebbe neanche il peggio. Io ho addirittura sentito parlare di una candidatura di Valerio Sichi. Allora sì che sarebbero lecite tutte le possibili locuzioni popolari atte a descrivere un simile insulto alla ragione: “Rimango senza parole- Mi cadono le braccia- Abbiamo toccato il fondo- Al peggio non c’è mai fine- E, perché no, anche: Non c’è più religione”
Piero