AMANDA STURLINI, NUDA

Amanda Sturlini e Marco Giometti
Amanda Sturlini e Marco Giometti

PISTOIA. Non canta affatto male: modula la voce con grazia ed eleganza. È gradevole, senza esagerare, come si conviene alle signore. In particolare a quelle che hanno sofferto, come lei. Mali naturali, beninteso, le pene dell’amore, ma sono stati così dolorosi che nel tempo, tutti gli appunti presi durante il viaggio della ricomposizione e della rinascita si sono trasformati in una raccolta. Di poesie, ovviamente.

Si intitola Nuda (edizioni Helicon, 11 euro), il battesimo editoriale di Amanda Sturlini, madre di Sofia, spettatrice disinteressata, ma tifosa agguerrita, presentato nel pomeriggio nella sala da the della libreria Lo Spazio in via dell’Ospizio, a Pistoia. Una breve carrellata musicale della apprezzabile folk singer (canta seduta, il diaframma è dimezzato, la resa si fa ardua, ma lei, la sfanga con naturalezza), accompagnata dalla chitarra di Marco Giometti e poi, dopo la lettura della prefazione di Cristiana Vettori, effettuata dalla collega Michela Monti, via alla lettura di alcune delle poesie, le più ungarettiane, che compongono la raccolta, con la suggestiva proiezione su una delle pareti del salone, preventivamente messo in penombra, di alcuni scatti del fotografo Luca Hosseini, che ritraggono, appunto nuda, l’autrice.

sturlini - nudaParla di inconsapevolezza, Amanda Sturlini, che si è fatta raccolta e che ha voluto vedere la luce editoriale solo in un secondo tempo, anzi, in un terzo, un quarto. Per lasciarlo ai posteri, a Sofia prima di ogni altra persona, ma anche a tutte le donne e gli uomini, aggiungiamo noi (soffrono anche loro, quasi sempre molto di più, checché se ne dica). L’origine degli appunti è lontano e fissa la propria partenza attorno ad un amore, importante, si può immaginare, che finisce; il dolore, la solitudine, l’abbandono. Poi il dolore si fa memoria, la dignità impone rinascita, una figlia esige allegria.

In sala, ad ascoltarla, c’è anche Roberto Carifi, che di poesie ne sa tanto, quasi troppo: annuisce con il capo e poi, nel piccolo dibattito che ne segue, ne tesse le lodi liriche. È vero, c’è della musica nei versi di Amanda Sturlini, che dice che la sua raccolta sarà un pamphlet che girerà nelle case degli amici, quelli che conoscono la sua caduta e la sua rinascita. Se poi invece, quel dolore, universale, dovesse incontrare il favore di chi muove le fila editoriali, Amanda Sturlini potrebbe essere e diventare una voce nuova del panorama poetico nazionale.

Perché poeti non si nasce, si diventa.

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