La lamentela di uno dei titolari dei banchi del mercato nel centro storico dislocati nella strada, distaccati dalla fine di via Curtatone
PISTOIA. [a.b.] Otto banchi ambulanti del mercato settimanale nel centro storico di Pistoia, quelli dislocati in via Bozzi, da oltre un anno stanno vivendo una situazione di completa penalizzazione rispetto ad altri posteggi del mercato ambulante a causa della emergenza legata alla pandemia.
Nel 2020 l’amministrazione comunale aveva ridisegnato la mappa che predisponeva infatti le postazioni dei banchi del mercato nel rispetto delle prescrizioni legate al Covid 19 e delle ordinarie norme di sicurezza. I banchi stessi erano stati ricollocati anche nel rispetto del mantenimento del suolo pubblico occupato dai dehors. La nuova mappa estendeva l’area del mercato oltre a piazza del Duomo e piazza dello Spirito Santo anche a diverse strade cittadine come via Roma, via Cavour, via Cino, via Buozzi, via Curtatone e Montanare, via Bozzi fino ad arrivare in piazza San Francesco.
A segnalarci il problema è Sara Marchini titolare della società Eurovintage sas che opera nel ramo ambulanti.
“A maggio 2020 quando dopo la chiusura covid, abbiamo riaperto le nostre attività – scrive — siamo stati chiamati a scegliere dei nuovi posti, in un nuovo assetto, per poter essere più dislocati con i banchi. Questo perché vi fosse (almeno in teoria) meno assemblamento. In realtà c’era stato detto fino a fine emergenza. Come sappiamo, la fine emergenza al momento, è stata più volte posticipata. Fin qui può andare bene.
Il problema è che, la scelta dei posti, in base alla solita vecchia graduatoria di anzianità, ha logicamente penalizzato molti.
Quindi noi di via Bozzi. Completamente distaccati dalla fine di via Curtatone e per non parlare dei banchi in piazza Mazzini (un altro mercato a sé). In via Bozzi, come dicevo, siamo circa 8 banchi. Siamo veramente penalizzati. Una strada a parte. Non collegata al resto del mercato.
Abbiamo avuto un calo pazzesco delle vendite. Oltre già alla crisi ovvia di tutti.
La mia lamentela è che se il Comune vede che la cosa si protrae non può creare un dislivello simile. Va cercata un’area omogenea, tipo lo Stadio, dove già facevano fiere importanti prima della pandemia. O altra area.
Insomma al momento non c’è pagamento dei suoli pubblici (magra consolazione) ma siccome il comune non può reggere oltre, probabilmente verranno richiesti. Dati certi non ce ne sono.
Ma in caso, non possiamo assolutamente pagare certe cifre (di cui si aprirebbe una parentesi a parte).
Quindi insomma, noi famiglie così dimenticate, spostate fuori quasi dal centro, che facciamo?
Nessuno dice nulla. Nessuno alza un dito.
Le associazioni di categoria meno che mai.
Siamo a gennaio 2022.
Saluti cordialmente
Sara Marchini ”
[*] – Lettrice, ambulante, ospite