amianto. IL SILENZIO UCCIDE DI PIÙ

La Nazione di sabato 29 febbraio denuncia il silenzio come “un nemico”: complimenti!

 

PISTOIA. Il tempo è galantuomo, noi lo sappiamo e lo disse anche la Blimunda.

Lo è anche per noi giornalisti con le toppe al culo, perseguitati, discriminati per troppa trasparenza e correttezza deontologica ispirata al giornalismo d’inchiesta genuino, non mediato o censurato e, nel caso specifico, il collega e amico Luigi Scardigli, protagonista di un’amara punizione, inflittagli dal suo editore una ventina di anni fa.

Su La Nazione di sabato 29 febbraio si ricorda che sull’amianto sono stati pagati ben 107 risarcimenti da parte di Ansaldo Breda, ma tutti sanno che il grosso delle malattie è ancora latente e che sarà destinato a svilupparsi in modo esponenziale nei prossimi anni. Purtroppo.

Noi, abbiamo piacere di leggere – finalmente – come anche la stampa strutturata riconosce che “il nemico è il silenzio” (Nemico di chi? Della giustizia? Dei malati? O della città, ovvero della gente, tutta democraticamente esposta alla minaccia delle malattie?): guardate il titolo.

Un silenzio che, a quanto sembra di capire dal sottotitolo, ucciderebbe di più dell’amianto: non abbiamo dubbi e quindi ci siamo ricordati dell’episodio successo a Luigi Scardigli che, nei primi anni del corrente secolo, lavorava per Tvl Pistoia di Bardelli (manone).

Luigi Scardigli intervista Di Maio per Agorà alla «Festa del Cittadino»

Scardigli, venne inviato a curare una edizione del Premio Vallecorsi – finanziato dall’azienda ferroviaria pistoiese, che all’epoca era guidata, sembra da Fausto Cutuli e propose una domanda uncorrect alla magnifica Giuliana De Sio.

Luigi (Scardigli, non manone), valido cronista ed eccellente penna, fu inconsapevole vittima di un incidente che gli costò il posto in 24 ore!

Infatti chiese alla De Sio se “sapeva della situazione che si era sviluppata nell’azienda ferroviaria pistoiese”, riferendosi ai numerosi casi di morti correlate all’uso di amianto nella costruzione dei vagoni ferroviari.

Luigi Egidio Bardelli, manone, era anti-comunista. Poi ci ha ripensato ed ha recitato l’atto di dolore… Qui con Lotti

L’attrice non sapeva di cosa parlasse e chiese chiarimenti, ma che non furono nemmeno accennati o sviluppati in quanto estranei all’intervista di taglio culturale artistico e, quindi, con tema assai diverso  qual è l’epidemiologia da inquinamento da fibra di amianto.

La domanda restò nel video e, all’indomani, venne udita dagli uomini della Breda e – così ci ricorda Scardigli – la direzione di Tvl fu rapida a prendere i provvedimenti del caso, licenziando il troppo genuino e trasparente cronista, da sempre conosciuto per avere un approccio diretto e non filtrato alla “denuncia” che deve ispirare la professione giornalistica più autentica (così ci ribadisce oggi nel rievocare, con amarezza inbocca, l’episodio di censura e licenziamento).

Insomma, anche La Nazione si è svegliata e – finalmente – sembra essersi accorta che il “silenzio uccide”?

Noi lo abbiamo sempre saputo e non ce lo dimentichiamo mai. Anche perché in questa provincia di silenzio ce n’è anche troppo.

Alessandro Romiti
[
alessandroromiti@linealibera.it]


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