PISTOIA. Ecco le risposte del candidato sindaco Alessandro Tomasi, che passa in rassegna tutti i temi su cui Linea Libera ha lanciato il pubblico dibattito (vedi: Amministrative. Domande scomode e analisi del “sistema Pistoia”).
L’obiettivo è che stadio e palazzetto non costino niente al Comune: la gestione deve essere totalmente privata. Liberarsene è improbabile in quanto sono iscritti a bilancio con valore molto maggiore di quello vero a cui sarebbe possibile cederli, valore basso a causa dell’avanzato stato di obsolescenza.
La Corte dei Conti avrebbe dunque da ridire. E poi il regolamento sulle alienazioni è tale da non permettere simili dismissioni. Io sono favorevole alla presenza di sport professionistici a Pistoia come calcio e basket: attorno alle società sportive si muove un’importante economia.
Perché il professionismo non costi niente al pubblico deve essere messo in condizione di fare reddito, che sostanzialmente significa sviluppare un settore giovanile e, per il palazzetto, cittadella dello sport con foresteria. Per il calcio il destino dello stadio è legato a Pistoia Ovest e ugualmente alla presenza, lì, di una cittadella sportiva e servizi collegati.
Serve comunque un cambio di mentalità: per me è imprescindibile procedere a convenzioni per la gestione di impianti minori: penso al bocciodromo del Villon Puccini, dove le persone che lo frequentano, una cinquantina, sono senz’acqua e nessuno lo ripara; inoltre non ci sono recinzioni.
Basterebbe poco per trovare un’intesa di gestione conveniente ad esempio anche al piccolo bar: tutti ne guadagnerebbero. Sono state perse troppe occasioni: : una società voleva riqualificare i campi di Bonelle e possiamo vedere come è finita. Bisogna procedere con bandi e favorire le gestioni di privati che hanno tutto l’interesse ad andare nella direzione dell’impianto polifunzionale, frequentato il più possibile.
Come priorità ho anche il ripristino del pallone da pattinaggio e l’adeguamento della piscina al Boario far esprimere tutte le potenzialità a impianti minori come i campi sportivo di Orsigna e quello lungo la via vecchia Montanina.
Patrimonio monumentale: anche qui serve uno shock epocale per cambiare la mentalità e le relazioni che hanno generato questo immobilismo. Troppe volte si dimentica che l’interesse privato può coincidere con quello del pubblico, cioè fruizione di spazi, presidio del territorio e qualità.
Due esempi: un privato propose di riqualificare il complesso delle Crocifissine come quartiere di pregio e fu rimbalzato; per le ville Sbertoli va detto con coraggio che prevedere nuovi volumi, cioè nuove cementificazioni, è pura follia, bisogna trovare un equilibrio per far vivere quella parte di città, lasciando i due edifici più prestigiosi a funzioni pubbliche ma trovando accordi lungimiranti con chi può ripopolare quei contenitori, in modo che si possa restituire ai pistoiesi quel parco, magari anche con orti urbani.
Per le altre emergenze urge un cambio al governo cittadino: finora la Fondazione non ha avuto un interlocutore di spessore per progetti ambiziosi. Né gli altri interlocutori interessati sono stati coinvolti in percorsi di lungo respiro. Il Comune ha usato le risorse della Fondazione per consenso elettorale: per strade, scuole, palestre, cioè per fare ciò che un’amministrazione responsabile realizza in proprio.
Occorre poi pensare a come creare le condizioni per portare un’Università straniera a Pistoia, facendo leva sul patrimonio artistico e architettonico non certo marginale. Su San Lorenzo avrei una proposta rivoluzionaria ma preferisco aspettare prima di lanciarla alla città.
Rifiuti: l’amministrazione uscente è piegata al sistema regionale di potere, affari e relazioni incancrenito da decenni, dunque, come chiunque può osservare, non indirizza e non controlla.
Né fa l’interesse dei pistoiesi: con la fusione di Publiambiente in Alia si rischia di essere irrilevanti, con una perdita patrimoniale di 20 milioni: noi abbiamo chiesto una rivalutazione contabile delle quote per evitare questa ulteriore beffa.
Per centrare l’obiettivo di ridurre la produzione di indifferenziato da smaltire e massimizzare l’avvio al riciclo della differenziata, in ottica di economia circolare e vantaggi economici, è urgente inaugurare e mettere a regime le isole ecologiche al Cellini, collocazione questa assai discutibile, e all’annona: con Bertinelli in 5 anni non è successo niente.
Intendo poi avviare il porta a porta nei quartieri popolati e investire nell’organizzazione: a Piacenza, ad esempio, gli operatori ecologici hanno le chiavi di alcuni spazi condominiali…
Impianto di compostaggio per l’organico? Benissimo, ma bisogna essere liberi, come noi siamo, e indipendenti da legami di partito che costringono, tra una festa dell’Unità e l’altra, solo e sempre a obbedir tacendo.
Sull’acqua la stessa cosa: l’amministrazione è stata forte con i deboli e debole con i forti, non sanzionando Publiacqua le numerosissime volte che ha violato il contratto di servizio, con gli infiniti disservizi e arbitri che il cittadino ha vissuto sulla propria pelle. La maggioranza ha permesso addirittura la modifica dello statuto (togliere il limite di mandati alle nomine del privato) senza passaggio dal Consiglio!
Nel 2011 ho votato convintamente a favore della ripubblicizzazione ma mi viene da ridere vedendo l’ipocrisia di quel centro-sinistra che da una parte si sciacqua la bocca con lo slogan dell’acqua pubblica e dall’altra prende i dividendi della Spa del servizio idrico, cui chiede sempre sponsorizzazioni per eventi e manifestazioni con ritorno elettorale.
Nivarra, il primo consigliere nominato da Pistoia in Publiacqua, nessuno l’ha mai visto o sentito; Cristiano è la classica nomina politica strumentale fatta da Bertinelli solo per saldare l’accordo elettorale: tutto il contrario di una scelta meritocratica.
Tra l’altro la tariffa, la più cara d’Italia, continua a crescere e abbiamo ancora quartieri senza acquedotto, come in via del Bollacchione, dove lo sversamento di fitofarmaci ha contaminato la falda da cui alcune famiglie, ora servite da autobotte, prendevano l’acqua.
In questi anni di Consiglio Comunale, sia sulla sentenza della restituzione di importi non dovuti che sui problemi della depurazione, fatturata ma assente, ho trovato come interlocutore Ginevra Lombardi, cui riconosco di essersi battuta per l’interesse degli utenti del monopolio idrico.
La verità è che questo Pd non farà mai niente per la ripubblicizzazione e lo ha dimostrato: io, con la mia storia, ho certamente la libertà per provare e ottenere risultati in quella direzione e aspetto solo di essere messo alla prova.
Il bilancio si chiude per la prima volta non in perdita ma ci sono nascoste diverse criticità. Sono stati rinegoziati i mutui per risparmiare un milione sulla parte corrente e le addizionali hanno raggiunto il massimo: si deve dire grazie ai pistoiesi che con il loro lavoro garantiscono questo livello di tassazione.
Riforme strutturali: il pubblico faccia il suo mestiere, indirizzo e controllo vero, e lasci il resto a privato: con bandi in tutti i servizi si può risparmiare, dallo sport ai cimiteri fino al sociale. Si deve avere il coraggio di dire, vale per i servizi educativi, che non conta averli mantenuti: contano la qualità e l’accessibilità.
Esternalizzando e controllando seriamente si può solo riorganizzare in meglio: con mio figlio, a Piacenza, in un nido privato, avevo orari flessibili e tariffe minori di quelle di Pistoia. Oggi sono cambiate le esigenze e i tempi delle famiglie, il servizio serve anche a luglio e fino a sera.
Prendiamo anche le mense, come ulteriore esempio di quanto detto: un pasto dato in appalto costa 4€, fatto internamente 7€. Ugualmente il doposcuola alle Crocifissine: è stato un ottimo servizio, ma se non viene raggiunto il numero di 90 utenti non ha le coperture per partire; per questo bisogna aprire ai privati.
Uniser costa 100mila €: si abbia l’onestà di riconoscere che ha fallito e si provveda a strutturare un polo della conoscenza negli edifici di proprietà della Fondazione, riunendo le migliori esperienze di coworking e cercado di sviluppare start up di alto valore professionale.
Riorganizzazione della polizia municipale: in una situazione di carenza di organico non possiamo tenere gli agenti a riscuotere sanzioni o rilasciare permessi: dobbiamo metterli a presidio del territorio per contrastare il degrado, reati ambientali e favorire la sicurezza. Mia premura sarà perciò esternalizzare i servizi di carattere amministrativo e favorire i pagamenti online.
Alessandro Tomasi