amnesie. L’INSOSTENIBILE PESANTEZZA DEL DOVERE

La Commissione disciplinare non ci è mai stata. Lo dice la Segretaria D’Amico

AGLIANA. La risposta si è fatta attendere ed è (anche) datata il 3 maggio scorso e riferisce in ordine alla questione che la “Commissione disciplinare” non è mai stata incardinata nel Comune che fu di Magnanensi e Ciampolini, poi del Mangoni.

Sulla storia della Commissione “dimenticata” abbiamo già scritto alcuni pezzi e il primo – del 31 dicembre scorso – è completo anche dei riferimenti di legge. Vi invitiamo a rileggerlo con attenzione.

Alla dottoressa D’Amico intendiamo solo tre cose:

  • A niente rileva la sua inappropriata difesa (ce la contestò la sera del 9 aprile, dopo il Consiglio comunale) che, il còmpito di “individuare l’ufficio disciplinare” non spetta alla Segretaria Generale ma all’amministrazione (scrive infatti la Giunta): l’eccezione è banale e crollerà al punto successivo, perché illogica.
  • La Delibera 278 del 2001, era lì bene stagionata; quando la segretaria D’Amico è giunta in Comune, l’ha trovata: c’era solo da farla insediare. Perché non lo fece? Ad Agliana, anche il controllore, deve essere controllato?
  • Negli oltre 100.000 euro di stipendio che la massima dirigente comunale percepisce dai sindaci Betti e Mangoni, sono ricomprese anche le attività di attuazione delle delibere o, diversamente, quelle scomode e antisindacali (alle sinistre, non piacciono le misure disciplinari, preferiscono il lassismo) si possono dimenticare nell’archivio, sperando nell’oblìo?

Dunque, la Segretaria non ci dice il vero quando scrive che “la Giunta Comunale sta provvedendo”: dov’era lei in questi ultimi 9 anni? Pérchè non ha provveduto lei?

Non sapeva che la Commissione disciplinare è una funzione obbligatoria per legge? Non sapeva che l’amministrazione aveva già deciso di insediarla già da 18 anni? Non si era mai posta domande sulla sua mancanza nei suoi nove anni di servizio in cui ha percepito oltre 900.000 euro per compiti di consulenza legale e amministrativa?

La Russia festeggia la resa del nazismo: e Agliana l’antifascista tace?

La vicenda è chiara, come lo sono i tentativi di depistaggio e camuffamento avviati da Rino [nau]Fragai e ignorati dalla segretaria. Una tecnica per rallentare e rinviare le attribuzioni di responsabilità, che è il cancro diffuso che rallenta l’intero sistema-paese, governato da dirigenti tanto inutili, nei fatti, quanto succhioni. I nodi, però, tornano al pettine.

A proposito: oggi in Russia si festeggia il 9 Maggio, Giorno della Vittoria, che ricorda la capitolazione dei nazisti con la firma della resa del feldmaresciallo Keitel. E questo 2019 è il centenario della nascita di Primo Levi, lo scrittore che diceva che la guerra non finisce mai: «Guerra è sempre» (La tregua).

Come vedete, aveva perfettamente ragione. A distanza di una guerra devastante, conclusasi 74 anni fa, ancor oggi siamo a lottare contro un “nazismo burocratico” seminato e fatto crescere e ben radicare dalla riforma Bassanini, grazie alla quale chi può riscuote lauti stipendi e chi non può s’attacca al tram, tanto è chiaro che nessuno paga mai.

A tal proposito, cosa ne pensa il democratico Pd della trasparenza e della correttezza?

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]


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