PISTOIA. “Nessuna promessa irrealizzabile, ma una visione di ampio respiro che proietti la nostra città nel futuro e che le permetta finalmente di spiccare il volo ed essere da esempio per il resto della Toscana e dell’Italia, questo è lo spirito che ha animato la campagna elettorale di Amo Pistoia”.
Queste le parole con cui Luca Cipriani, 37 anni compiuti da poco, avvocato, candidato alla carica di consigliere comunale nella lista Amo Pistoia, ha raccontato le idee del programma elettorale dell’unica lista civica che non ha apparentamenti con i partiti politici tradizionali.
“Pistoia oggi è capitale della cultura per nomina, nella mia visione dovrebbe diventare una vera capitale dell’innovazione, il tassello propulsivo e la spinta dell’innovazione in Toscana ed in Italia. Ho in mente una fiera annuale in cui invitare tutte le start up italiane ad esporre i propri progetti, con un sistema di sponsor e crowdfunding correlato che possa premiare le idee migliori. Si potrebbe lanciare questa idea cercando sponda in realtà già esistenti come il Web Marketing Festival o in persone già proiettate in avanti come Marco Montemagno o Riccardo Luna.
Sempre per le piccole e medie imprese pistoiesi – prosegue Cipriani – sarà nostra cura aprire uno sportello comunale dedicato con personale formato ed in grado di individuare tutti quei bandi europei che possono portare finanziamento ed ossigeno alle nostre realtà del territorio. I soldi in molti casi ci sono, ma vanno saputi trovare.
Quanto poi al verde ed alla mobilità sostenibile, sono promotore dell’idea “Adotta un’aiuola”, ad ogni pistoiese che vorrà partecipare sarà affidata una piccola porzione di verde cittadino cui prendersi cura, riservando poi piccoli sgravi fiscali a manutenzione verificata. Più in generale – continua Cipriani – mi affascina quello che hanno ideato a Copenhagen, dove le biciclette ormai circolano in numero maggiore rispetto alle auto. Non è solo una questione di modernità o progresso verde, è estremamente interessante la procedura che hanno adottato.
Il comune, infatti, ha messo on line una mappa interattiva della città, chiedendo ai cittadini di segnalare tutte quelle aree dov’è necessario un intervento o una riprogettazione. In una sola pagina web, dunque, cittadinanza ed amministrazione possono condividere le priorità e progettarle per una città migliore. Non solo, quindi, si risolvono i problemi, ma gli si dà anche una gerarchia condivisa e si progetta un futuro condiviso. Sarebbe un passo avanti enorme per noi, come mentalità e modus operandi.
Un uso attento del web – prosegue Cipriani – potrebbe essere un ottimo punto di partenza anche per il rilancio della montagna e per la valorizzazione delle sue eccellenze. Portiamo la montagna on line e sviluppiamo nuovi canali di turismo.
Un accenno rapido anche alla questione immigrazione – conclude Cipriani – ovvero su un fenomeno che, fino ad oggi, non è stato gestito correttamente. Su questa questione, diciamolo chiaramente, si può decidere di nascondersi dietro facili ed inutili slogan, oppure si può decidere di provare a governare la questione. Oggi nel nostro comune sono ospitati circa 630 immigrati.
Di queste, circa 560 sono inserite nell’accoglienza di primo livello, ovvero tramite il centro di accoglienza straordinario gestito dalla Prefettura. Altri 70 circa, invece, sono inseriti nel c.d. SPRAR, ovvero il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, un organo gestito dal Comune con somme ministeriali che vengono messe a disposizione sulla base di un progetto.
Non entro nel merito del fenomeno immigrazione, su cui ovviamente ho una mia opinione, il punto è che un candidato deve semplicemente prendere atto che è una criticità con cui fare i conti ancora a lungo. Dunque, la scelta è solo quella tra gestire il fenomeno o continuare a fingere che non esista.
Per quello che mi riguarda, una corretta gestione non può che passare dall’ampliamento dello SPRAR, con immigrati inseriti su un progetto finanziato da Roma. Le idee possono essere tante, una potrebbe essere quella di coinvolgere i vivaisti, così da portare benefici per tutti, per la collettività che comincia a gestire il fenomeno ed evita bivacchi in Piazza della Resistenza o accattonaggio per tutto il centro storico, e per questi ragazzi che, nell’attesa di conoscere se lo status di rifugiato può essere accolto o meno, possono imparare i rudimenti di un mestiere.”
[Redazione]