“AMORE AI TEMPI DEL COLERA”

L'amore ai tempi del colera. Copertina
L’amore ai tempi del colera. Copertina

PISTOIA. Venerdì 12 giugno, alle 21, chiude la Stagione del Funaro di Pistoia la bellezza di una straordinaria interprete, qui “cantattrice”: Laura Marinoni, diretta da Cristina Pezzoli in Amore ai tempi del colera, dal libro di Gabriel García Márquez, spettacolo che ha avuto, per la sua creazione, anche un momento di residenza artistica nel Centro pistoiese.

Con lei in scena l’ideatore delle musiche Alessandro Nidi, al pianoforte e Marco Caronna alla chitarra e percussioni. Cantare un amore a distanza che dura tutta la vita fino a compiersi nella vecchiaia avanzata è la straordinaria idea narrativa di uno dei più grandi inventori di storie del nostro tempo, recentemente scomparso: Gabriel Garcia Márquez. Ma è anche materia di grande fascino per generare una curiosa occasione di teatro. Teatro della Vita che a volte accade nei modi più inaspettati.

Florentino e Fermina si incontrano poco più che adolescenti, si innamorano e si separano, ma si tengono nel cuore da lontano, mentre le loro vite scorrono parallele con le scelte che ne conseguono: marito, amanti, figli, infelicità e abitudine. Quello che si era acceso tra loro nella prima giovinezza si compie con uno stupefacente happy end autunnale, dopo un’attesa durata ”51 anni, 4 mesi e undici giorni, notti comprese”. La potente epopea romantica di “L’amore ai tempi del colera” autorizza ad aprire un dialogo tra episodi, personaggi e musica.

Nella riduzione sono stati condensati gli eventi principali che il romanzo narra in quasi 400 pagine, in un copione di 20 per una durata complessiva dello spettacolo di circa un’ora e mezza, di cui un’ora recitata e mezz’ora cantata. La sfida era riuscire a non alterare la struttura fondamentale del romanzo, facendo una riduzione “in scala” per renderlo adatto al tempo e al linguaggio teatrale senza sacrificare la complessità e la varietà di registri narrativi.

Amore ai tempi del colera
Amore ai tempi del colera

La musica accompagna quasi tutto lo spettacolo e la forma scelta è frutto di una ricerca che intende usare parole e musica senza soluzione di continuità. Il progetto musicale è strutturato su un repertorio vasto di matrice prevalentemente “caraibica”: Cuba, Giamaica, Colombia, Venezuela che sono i luoghi in cui è ambientato il romanzo. Ma ci sono anche alcune “incursioni” in altri generi musicali: da Gardel alla morna, dalla canzone francese a quella brasiliana, fino ad arrivare a Jannacci, Jacques Brel.

Completano la playlist dello spettacolo, le strepitose Joni Mitchell, Rosa Balistreri, Cesaria Evora e Concha Buika cantautrice spagnola di origine africana e interprete di culto di contaminazioni tra jazz, flamenco e soul: la scelta di un repertorio non sempre filologico, permette di collegarsi ad alcune atmosfere emotive della storia attraverso dei cortocircuiti musicali che risultano estremamente efficaci. Le canzoni prendono spunto dalle vicende e dalle atmosfere del romanzo e rivelano un’inedita e “scanzonata” Laura Marinoni che recita e canta accompagnata dal vivo da Marco Caronna (chitarra e percussioni) e Alessandro Nidi (tastiera), a cui è affidata anche la direzione musicale. La gioia e la “saudade” del suo canto sprigionano e accompagnano l’intima essenza di questo romanzo da anni diventato un “cult”.

[sirianni – il funaro]

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