ASMARA-AGLIANA. I bambini sono stati accompagnati dal fotografo per farsi una foto d’occasione: il fondo carta zucchero è tipico per le riprese ufficiali in quelle parti del mondo.
La madre li ha accuratamente preparati, con le tradizionali treccine alle bambine e dei vestiti nuovi. La donna, vedova di guerra (una guerra-pretesto per consolidare il regime affamando il popolo) risponde alla donazione ricevuta riempiendo la lettera di ringraziamenti.
Ve ne proponiamo una traduzione approssimativa dalla lingua tigrigna: le tre famiglie aglianesi che hanno fatto una raccolta alternativa scegliendo di non devolverla per il sepolcro funebre della religiosa, ribadiscono che l’iniziativa è stata ispirata proprio dall’amore universale che Suor Regina faceva sentire intonro a sé e che questa notizia rinnova.
I bambini, non hanno nemmeno una foto della religiosa di Correggio, ma chi ha consegnato loro la busta con i soldi in dono, gli ha detto di rivolgere qualche preghiera (i beneficiari sono cattolici di rito copto) nel suo nome. Lo faranno certamente: la miseria, ovunque sia, fa fede e devozione.
L’oscuramento dei volti dei bambini è una precauzione necessaria: sappiamo che il regime eritreo è spietato e lo sarebbe anche con gli orfani sopravvissuti. Ed ecco la lettera:
«15 Giugno 2016.
Cari amici italiani, abbiamo ricevuto la vostra donazione, vi ringraziamo tanto e vi diciamo che la nostra felicità è grande e vi siamo riconoscenti di cuore. Speriamo che stiate bene, la salute è al primo posto e la auguriamo per voi tutti.
«Abbiamo ricevuto per tre volte le vostre donazioni e non ho più parole (è la madre che scrive – n.d.r.) per ringraziare voi che ci pensate e chi ha fatto la donazione. Dio vede e riempie le nostre giornate. Sono contenta di aver trovato una famiglia per i miei figli.
«Vi auguro che Dio sia con voi e vi rinnovo i nostri ringraziamenti, sperando di vedervi un giorno non lontano e dovunque saremo, pregheremo Iddio perché vi doni la salute e la pace. Santina, Mariam, Licya e Xilam».
[Alessandro Romiti]