analogie & anomalie 5. PISTOIA E “IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON”: IL TRIBUNALE DI COLETTA IN CUI NON CONTANO NULLA LE «PROSSIMITÀ SOCIALI»

Dopo quattro anni di battage giornalistico limpido, chiaro e documentato, essere ancora qui a parlare della genialità dei giudici di Pistoia che difendono la corruzione, non è uno sconcio che solo uno stato corrotto può lasciar correre senza battere ciglio? Alla faccia delle «autorità costituite» della Gip Martucci!


E meno male che Coletta lavorava per la «gente comune», sennò si stava lustri!


AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO

POI PER IL RESTO IL PÒPOL FALLO FESSO


 

Ecco un’ulteriore riprova del fatto che l’Italietta di tutti i giorni è l’Italietta di sempre; quella in cui contano gli amici e si spara addosso ai nemici anche se hanno ragione. Quella catto-democratica in cui se hai «prossimità sociali» vivi, se non ne hai devi morire.

 

CLAUDIO CURRELI prox EDOARDO BIANCHINI no prox
Come scrive e dichiara il presidente del tribunale di Pistoia, Maurizio Barbarisi, i superiori (cioè tutta la magistratura fino a Roma e passa) sono a piena conoscenza che Curreli è in incompatibilità a Pistoia perché lavora nello stesso tribunale in cui opera anche sua moglie, l’attivissima Nicoletta Maria Caterina Curci, giudice delle esecuzioni (a volte anche capitali, come per la Luciana Ferretti e non solo).

Tutti sanno tutto, ma va bene a tutti, perché nessuno vuole che le cose cambino.

A mio parere è una vergogna infinita, caro non-presidente Mattarella e giù giù fino alla sentina di Vanni Fucci.

Da che dipenderà? Dal fatto che Claudio Curreli è un santo? Non risulta, dato che faceva sparire anche fascicoli che potevano discolpare una delle sue vittime primordiali, Padre Fedele Bisceglia.

Forse tutto dipende dal fatto che Curreli è anche di ispirazione cattolica (è uno scout Agesci) e i cattolici, si sa, amano il prossimo loro come se stessi. Di conseguenza hanno molte «prossimità sociali».

Come scrive e dichiara – anche con una certa qual arroganzella – sempre il presidente del tribunale di Pistoia, Maurizio Barbarisi, quando cancella, su istigazione del trio Coletta-Contesini-Curreli, la registrazione di Linea Libera dal registro testate, «questa testata non è regolare e quindi in questo registro non ch’ha da stare».

Sembra di leggere I Promessi Sposi col matrimonio della frignona Lucia.

Se ne catafotte, il Barbarisi, che io, Edoardo Bianchini (senza «prossimità sociali»: e lo si vede dal fatto che, pur avendo ragione, sono stato messo ai domiciliari per 104 giorni per le «prossimità sociali» del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, caro a Curreli stesso e non solo); se ne catafotte che io  avessi risposto all’ordine dei giornalisti e che il tribunale di Pistoia nulla avesse da dire sul fatto che Linea Libera non avesse il dovere della registrazione.

Ma loro son loro e io non conto, vero? Perché non ho «prossimità sociali» di quelle che care a Tom Col.

E non ne vorrei neppure.


Così Curreli a piede libero e Linea Libera invece con i ceppi ai piedi.

PQM

stando a ciò che ha affermato la Gip Patrizia Martucci quando, a babbo morto mi ha fatto arrestare per il piacere di Claudio Curreli & C., io dovrei fidarmi e affidarmi a occhi chiusi alle «autorità costituite».

Bisogna essere o pazzi o scemi, in questo paese distrutto, per credere a una struttura di potere che viaggia solo su un binario: quello della «prossimità sociale» diffusa, in cui parenti e amici fanno quello che vogliono perché, come per i neri di Vicofaro, c’è sempre un Curreli che parteggia per i clandestini a danno degli italiani maltrattati e derisi; o per l’Usl c’è sempre un facente funzione, Grieco, che, per inerzia e indolenza, lascia morire – com’è morta – la madre dell’architetto Franco Natali di Monsummano. E siccome personalmente non sono nato schiavo, io non posso tacere, come il titolo del libro di Piero Tony, pubblico ministero fuggito da un brodo primordiale indistinto di nome giustizia italiana.

Del resto la nostra è la civiltà della democrazia amerikana: quella che dà bombe radioattive all’Ucraina di Zelensky perché insegni a Putin i valori della democrazia formato pacchetto verde come le Nazionali Esportazione di un tempo.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Cara scettico-discutibile procura di Pistoia, ti sei lasciata menare per il naso dall’ordine dei giornalisti e dai suoi presidenti avvelenati Carlo Bartoli e Giampaolo Marchini. Complimenti!

Non è il popolo a dover tremare dinanzi ai magistrati: sono i magistrati che devono portare assoluto rispetto al popolo cui appartiene la sovranità.


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