LIVORNO. Abbiamo incontrato il Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili della Toscana Stefano Frangerini per un approfondimento riguardo il settore edilizia in questo momento particolare.
Al quesito posto a proposito delle problematiche che sta attraversando il settore edile con tutto ciò che ne consegue e ai danni economici provocati Frangerini ci ha esposto quale potrebbero essere, secondo lui, le soluzioni per uscire da questa crisi il più velocemente possibile limitando i danni.
“Il settore dell’edilizia è quello più provato dalle recenti crisi, ricordo che come settore anticiclico ha risentito della crisi profonda con alcuni anni in ritardo nei confronti della crisi del 2008.
Il patto di stabilità e le conseguenti riduzioni di investimenti nel settore pubblico hanno dato il colpo di grazia ad aziende storiche come Astaldi, CMC, solo per ricordarne alcune, e così tante altre. L’emergenza Coronavirus e il suo Covid 19 sta portando al collasso i pochi superstiti.
Innanzi tutto l’Inps ha dichiarato che il Covid 19 è equiparato a infortunio e non malattia e questo comporta seri procedimenti penali a carico del datore di lavoro in quei casi in cui il decorso della malattia porta a prognosi lunghe se non al decesso.
La salute dei lavoratori è il primo obiettivo di ogni azienda, tanto è che il settore edile è stato tra i primi ad avviare importantissimi processi di formazione del proprio personale dipendente con l’obbligo dell’uso dei dispositivi di protezione individuale e collettivi.
Adesso, con il Covid 19, sono stati studiati e sottoscritti, con ANCE committenti pubblici e Organizzazione dei Sindacati, specifici protocolli per la sanificazione e la salvaguardia del cantiere ma soprattutto degli operatori.
Il DPCM del 22 Marzo ha gettato nello scompiglio più totale tutte le attività, sia edili che industriali.
La chiusura totale dei cantieri, già parzialmente avvenuta col precedente DPCM, ha generato un totale disorientamento delle aziende che si erano premurate di disporre dei Dpi sanitari e di applicare il protocollo COVID 19.
L’interruzione della filiera comporterà una carenza di liquidità e una probabile difficoltà per la partenza prevista, speriamo, dopo il 3 di Maggio. Il nostro Centro Studi ha calcolato che in Toscana si siano fermate oltre il 70% delle aziende manifatturiere con una perdita di 1,2 miliardi al mese di valore aggiunto.
Di fronte a questa impressionante tragedia umana, ma anche economica, auspichiamo che le attività, nel rispetto dei protocolli e della salute di tutti i lavoratori a qualsiasi livello, ripartano senza indugio.
Il bivio rischia di diventare tra il possibile contagio o la mancanza delle necessarie risorse economiche per mandare avanti la famiglia con l’ulteriore rischio della perdita del proprio posto di lavoro e il fallimento delle aziende.
All’uopo auspichiamo per tutti gli organi di Governo, a qualsiasi livello, la sospensione del pagamento delle tasse, dall’IVA, ai contributi, all’Imu, agli oneri di urbanizzazione, l’occupazione del suolo pubblico, almeno sino a che non si è riavviato il volano economico. Si richiede il pagamento di tutti gli Stati di avanzamento dei lavori svolti al 25 marzo, a prescindere dalle clausole contrattuali.
Si richiede l’applicazione della Causa di Forza Maggiore per non incorrere in penali contrattuali che potrebbero essere impugnate dai committenti. Si richiede l’immediato pagamento della Cassa Integrazione in Deroga a tutte le imprese che non sono in grado di sostenere i pagamenti del personale non operativo.
Si richiede uno strumento pubblico immediato che dia le dovute garanzie finanziarie a costo zero alle Imprese che necessitano di attingere risorse economiche presso gli istituti bancari, sempre a interesse zero.
Si richiede la sospensione ad interim di tutti i mutui, edilizi e chirografari. Si richiede un immediato rilancio del settore con l’azzeramento degli oneri di urbanizzazione.
Si richiede che venga tolto il regime di salvaguardia per tutti quei comuni che non hanno ancora provveduto a formalizzare gli adeguati strumenti urbanistici.
Si richiede la possibilità di semplificare tutti i procedimenti di variante urbanistica, insomma un vero colpo di reni del settore privato. Per il settore pubblico chiediamo invece un piano shock, ovvero l’impiego di commissari conformemente all’art 32 della Direttiva UE degli appalti, modello Genova ponte Morandi per intendersi, per dare immediatamente gambe a opere infrastrutturali come la darsena Europa, la tirrenica, l’aeroporto di Firenze, il piano scuole, il raddoppio della Empoli Siena, l’alta velocità sulla tirrenica, insomma un vero scossone per l’intera regione Toscana.
Il Governo del territorio deve dimostrare di voler essere accanto alle imprese, portatrici di interessi sociali, con piani determinati ed efficaci, senza fronzoli, senza se e senza ma. Adesso tocca tutti ma in primis ai nostri Governatori, senza indugio alcuno.
Noi saremo presenti con tutte le risorse in nostro possesso, umane, tecnologiche e finanziarie.”
Roberto Barbieri